Ieri intorno a mezzogiorno (GMT) Ericsson 3, guidato dallo skipper svedese Magnus Olsson, è stato il primo a doppiare il leggendario Capo Horn, seguito, un paio di ore più tardi, da Ericsson 4 del brasiliano Torben Grael.
Festa a bordo perché, nonostante siano tutti vecchi lupi di mare, passare Capo Horn costituisce sempre una pietra miliare nella carriera di ogni marinaio, professionista o dilettante che sia.
"Ogni volta che passi Capo Horn il tuo cuore batte un po' più veloce," ha detto Olsson, sessanta anni che ha oggi messo al suo attivo il suo sesto passaggio del Capo ed è per la terza volta al comando della Volvo Ocean Race." Puoi sentire i momenti storici vissuti in questa zona, si sente la presenza di tutti quei marinai che hanno lottato per doppiarlo. E' una sensazione fantastica."
Al passaggio di Capo Horn si associano molte tradizioni, tra cui un orecchino d'oro, il permesso di mettere un piede sopra la tavola durante i pasti e tatuaggi di grandi velieri con le vele gonfie. Per quanto concerne l'Ericsson Racing Team, la conquista della prima e seconda posizione al passaggio a Capo Horn significa altri importantissimi punti per la squadra.
Capo Horn costituisce la seconda meta volante di questa quinta tappa conquistata dal team svedese ma a barche invertite: il 4 marzo, era passato, alla prima meta voltante, Ericsson 4 aveva preceduto Ericsson 3.
"Siamo tutti molto contenti, a bordo c'è gran entusiasmo," ha detto il responsabile della comunicazione di Ericsson 3, Gustav Morin. "E' una bella mattinata, ma molto nebbiosa. Siamo riusciti a vedere Capo Horn per un po'. Abbiamo festeggiato con un bicchiere di rum di Capitan Morgan. Il Comandante Morgan ora ci porterà a Rio perché Magnus è davvero molto stanco."
Ericsson 3 ha aggiunto 4 punti al suo punteggio, ed ora vanta un totale di 35.5 punti. Ericsson 4 incrementa il suo vantaggio in classifica generale, ha aggiunto 3.5 punti al suo punteggio portandosi a 56.5 punti.
"Per un marinaio doppiare Capo Horn è come per un alpinista scalare l'Everest" ha detto Grael, che oggi ha doppiato per la seconda volta in carriera il Capo .
Con le sue 12.300 miglia da percorrere la quinta tappa della Volvo Ocean Race è la più lunga che sia mai esistita in 35 anni di storia del Giro del Mondo. Attualmente, dalla partenza da Qingdao, Cina, la flotta è al suo 32esimo giorno di navigazione.
Le ultime due settimane hanno visto la flotta navigare nell'Oceano del Sud, temuto ma anche ammirato per i suoi forti venti da Ovest. Comunque le condizioni incontrate non sono state quelle attese. La flotta ha per gran parte del tempo ha navigato di bolina o al traverso.
Perfino l'avvicinamento a Capo Horn è stato atipico. Invece di avvicinarsi dalla direzione Sud Ovest, la flotta ha combattuto lungo la costa cilena, con il vento in poppa, a suon di strambate.
"48 ore fa circa abbiamo avuto una dura nottata, con vento forte, dove abbiamo navigato solo con la tormentina. Abbiamo dovuto rallentare per salvaguardare l'integrità della barca," ha detto Aksel Magdahl, navigatore di Ericsson 3. "Navigando lungo la costa cilena Ericsson 4 ha recuperato molto terreno su di noi. Probabilmente avevano issato maggior superficie velica rispetto a noi. Abbiamo voluto essere un po' conservativi. E' l'unica cosa che possiamo fare considerato la stanchezza che abbiamo addosso."
Ericsson 3 ha preso il comando della quinta tappa il 6 marzo quando, dopo aver passato per primo il primo scoring gate, ha giocato un'astuta mossa tattica, creando separazione dal resto della flotta. Alla fine della scorsa settimana Ericsson 3 aveva portato a 280 miglia il suo vantaggio sui compagni di squadra, Ericsson 4, però da quel momento in avanti l'equipaggio internazionale ha costantemente ridotto il suo importante svantaggio.
"Sembra che i ragazzi di Ericsson 3 siano riusciti a tenerci dietro: Vinca il migliore," ha detto Guy Salter, responsabile della comunicazione di Ericsson 4. "Hanno fatto una buona scelta subito dopo la meta volante, una scelta che nessuno degli altri aveva preso in considerazione di fare e che andava contro le opzioni tradizionali del percorso tra la Nuova Zelanda e Capo Horn. Ma in tutti i modi questa tappa non è stata molto tradizionale."
Il passaggio di Capo Horn segna anche quello della flotta dall'Oceano Pacifico all'Oceano Atlantico, mentre la linea del traguardo di Rio dista circa 2200 miglia. Storicamente si dice che chi passa per primo a Capo Horn arriva primo anche a Rio. Lungo la rotta ci sono ancora molti ostacoli da superare e decisioni da prendere.
"Ci sono possibilità di avvantaggiarsi seguendo la rotta verso Nord," ha detto Chris Bedford, il metereologo dell'Ericsson Racing Team. "In alcune precedenti edizioni della regata le prime barche sono finite in buchi di vento al largo della costa argentina, venendo raggiunte e sorpassate dal resto della flotta. Inoltre l'arrivo a Rio può avvenire con un vento molto leggero e, se all'ultimo la fortuna ti abbandona, si possono facilmente perdere posizioni. Questa tappa è ben lontana dal dirsi conclusa,ed in questo momento, per la vittoria finale, non escluderei a priori nessuna delle prime quattro barche."
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