Sin dalle prime battute della seconda tappa, la flotta dei sette Volvo Ocean 65 ha potuto verificare di prima mano quanto li attende per le prime ore della regata, con un vento che ha raggiunto i 35 nodi, in alcuni tratti del percorso costiero, e mare molto formato. In diversi momenti si è trattato di navigare in maniera molto conservativa, per evitare rotture proprio al debutto di una tappa particolarmente delicata. Per la seconda volta, come era già accaduto ad Alicante, è stato il veterano Bouwe Bekking alla ruota di Team Brunel a guidare la flotta fuori dalla Table Bay, al termine di un percorso costiero che ha visto diversi capovolgimenti di fronte, davanti agli spagnoli di MAPFRE e alle veliste di Team SCA, autrici di nuone scelte tattiche.
La prima notte nell'avvicinamento al Capo di Buona Speranza, secondo le previsioni meteo e degli esperti locali, sarà davvero dura per i 66 velisti, con venti forti, mare molto formato e corrente. Condizioni che lo skipper di Team Alvimedica, la barca, sui cui regata l'unico italiano di questo giro del mondo Alberto Bolzan, Charlie Enright ha definito come “orrende”. “Credo che adotteremo tutti una strategia piuttosto conservativa” ha detto il giovane skipper americano. “Potrebbero essere le peggiori condizioni, soprattutto di mare, che abbiamo preso con queste barche.”
Il francese Charles Caudrelier, skipper di Dongfeng Race Team è senza dubbio uno dei velisti più esperti nella flotta, ma ha ammesso che nella sua carriera, compresa la Scorsa Volvo Ocean Race che ha vinto a bordo di Groupama, non gli è ancora capitato di imbattersi in una tempesta tropicale, un'eventualità che potrebbe presentarsi più avanti nella tappa. “Penso che ci terremo lontani.” ha detto sorridendo in conferenza stampa.
In effetti, con previsioni di possibile attività ciclonica e di tempeste tropicali, gli organizzatori della Volvo Ocean Race hanno deciso di prendere ulteriori misure per tenere distanti i sette team dalle zone potenzialmente più pericolose dell'oceano Indiano, stabilendo una zona di esclusione alla navigazione nel tratto verso l'arcipelago delle Seychelles. Questa zona va da aggiungersi a quelle già definite per evitare il rischio di iceberg nell'oceano meridionale e il rischio, fortunatamente meno probabile, di attacchi da parte di pirati nella costa orientale dell'oceano Indiano. Quest'ultima area, è stata tenuta nascosta al pubblico per minimizzare la possibilità che la flotta venisse localizzata e intercettata.
I sette team, tuttavia, prima di raggiungere queste zone, dovranno affrontare diversi giorni di navigazione impegnativa, sia dal punto di vista fisico che da quello tattico, con scelte importanti da fare per “girare l'angolo” meridionale del continente africano.
Favorito della vigilia è dato Abu Dhabi Ocean Racing, con lo skipper britannico Ian Walker, che fino a questo momento non hanno compiuto praticamente nessun passo falso, aggiudicandosi sia la prima tappa che la In-port race di Città del Capo e che avrà una motivazione in più per far bene in questa tappa, che arriva proprio a casa sua. Ma Ian Walker è sembrato determinato a rimanere con i piedi per terra e quando gli è stato chiesto se ci fosse effettivamente un vantaggio nel correre “in casa” ha risposto con un sorriso: “Prima dobbiamo arrivarci. Sarei felice di stare in gruppo e poi arrivare ad Abu Dhabi. Anche perché sono certo che ci sarà un'accoglienza fantastica.”
La seconda tappa dovrebbe durare dai 22 ai 28 giorni, a seconda delle condizioni meteo. Le barche resteranno poi ad Abu Dhabi per tutto il periodo delle festività di fine anno, prima di ripartire il 3 gennaio alla volta di Sanya in Cina.
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