Ieri sera alle 2257 GMT (le 19:57 ora locale, 23:57 ora italiana) Torben Grael, lo skipper brasiliano dell'Ericsson Racing Team, ha portato Ericsson 4 in seconda posizione sul traguardo di casa (quinta tappa, arrivo a Rio de Janeiro) confermando il grande risultato di squadra e rafforzando la sua posizione in testa alla classifica generale della Volvo Ocean Race.
L'arrivo di Ericsson 4 con a bordo tre ragazzi brasiliani - Grael, Horácio Carabelli e João "Joca" Signorini - è stata una rimpatriata speciale. I tre marinai mancavano dal Brasile da molti mesi. Sono stati accolti da centinaia di fans, da tutta la squadra e dalle braccia aperte della statua di Cristo illuminata sulla montagna Corcovado.
"Questo è la cosa meravigliosa del Brasile," ha detto Grael,considerato un eroe sportivo per aver conquistato ben 5 medaglie olimpiche. "Il calore e l'amicizia che tutti manifestano è una sensazione meravigliosa. E' fantastico ricevere un'accoglienza come quella che abbiamo avuto qui a Rio."
Ericsson 4 ha tagliato il traguardo con più di 12 ore di ritardo sul compagno di squadra e vincitore della tappa, Ericsson 3. Per percorrere 12300 miglia ha impiegato 40 giorni, 17 ore, 57 minuti e 44 secondi.
Per essere arrivato secondo Ericsson 4 ha guadagnato 7 punti, a cui vanno aggiunti quelli guadagnati per essere transitato una volta primo ed una secondo sui due traguardi volanti, per un totale di 14.5 punti su un massimo di 16 disponibili. Ericsson 4 può contare ora su un totale di 63.5 punti, con più di 10 punti di vantaggio sul secondo in classifica generale.
L'equipaggio internazionale è composto dallo skipper Grael (Niterói, Brasile), il navigatore Jules Salter (Cowes, Inghilterra), i capi turno Stu Bannatyne e Brad Jackson (entrambi di Auckland, Nuova Zelanda), i trimmers/timonieri Carabelli (Florianópolis, Brasile), Tony Mutter (Auckland, Nuova Zelanda) e Signorini (Rio de Janeiro, Brasile), il drizzista David Endean (Auckland, Nuova Zelanda), i prodieri Ryan Godfrey (Adelaide, Australia) e Phil "Blood" Jameson (Auckland, Nuova Zelanda) e il responsabile della comunicazione di bordo, Guy Salter (Titchfield, Inghilterra).
"Sono abbastanza soddisfatto. Non è stata una tappa facile, ma non è la fine del mondo," ha detto Grael. "Ritengo che si tratti di un magnifico risultato per la squadra e per il mio equipaggio. L'eqiuipaggio ha ricevuto un'accoglienza meravigliosa."
Ericsson 4 è stato in testa alla flotta per gran parte della traversata dell'Oceano Pacifico. Dopo la partenza da Qingdao, Cina avvenuta il 14 febbraio, forti venti hanno spinto la flotta oltre la Corea ed il Giappone, imponendo andature sostenute; davanti a tutti c'era Ericsson 4 che ha percorso 519 miglia in 24 ore.
Il 23 febbraio Ericsson 4 è stato il primo della flotta ad attraversare l'Equatore, ed, il 4 marzo, è passato ancora in testa al primo traguardo volante situato alla latitudine 36 S. Quello è stato il momento in cui i compagni di squadra di Ericsson 3, che seguivano con un distacco di 32 minuti, grazie ad un'astuta strategia, si sono staccati dal resto della flotta facendo rotta verso Nord.
Tre giorni dopo Ericsson 3 conquistava la prima posizione e da quel momento in poi le parti si sono invertite, con Ericsson 4 costretto a rincorrere.
Nell'Oceano del Sud l'equipaggio internazionale è riuscito talvolta a raccorciare le distanze, ma senza riuscire a sorpassare i compagni di squadra prima di Capo Horn. Il 17 marzo, dopo aver doppiato Capo Horn, c'è stata qualche possibilità per il sorpasso, specialmente con il vento particolarmente leggero degli ultimi giorni.
"Ericsson 3 ha navigato in modo fantastico e sappiamo che la barca è molto veloce," ha detto Salter, il navigatore. "Per quanto spingessimo non riuscivamo a raggiungerli. L'intera tappa è stata una battaglia, all'inizio abbiamo cercato di staccarci , ma tutti continuavano a riprenderci. Poi, una volta finiti in seconda posizione, non abbiamo più avuto la possibilità di riprenderci il primo posto."
"Per l'Ericsson Racing Team ottenere un primo ed un secondo posto in una tappa così lunga e dura come questa è fantastico," ha detto Salter.
L'equipaggio internazionale è uscito dall' Oceano del Sud indenne, ma la stessa cosa non può dirsi per la barca. Mentre non ha subito alcun importante danno strutturale, la barca ha avuto un problema ai frenelli (una sorta di carrucole) del timone che, tre giorni prima di raggiungere Capo Horn, sono state strappate via da una brutta onda dal loro insediamento. Più tardi si sono verificate perdite al sistema idraulico che ha messo a rischio l'uso della chiglia basculante.
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