domenica, 9 novembre 2025

VELA

I denti e il pane della vela italiana

denti il pane della vela italiana
Cino Ricci

I francesi lo chiamano oramai “Le Sarde”, il sardo, che non è un segno di anti italianità, ma di grande rispetto per le doti marinare di Andrea Mura. Una vita nella vela, con tanta passione ed anche tanti successi dietro le spalle e finalmente, a una “certa” età anche se relativa, è riuscito a far vedere al mondo della vela che conta tutto il suo valore. E in corsa ce ne sono altri di italiani in questa Route du Rhum. Con alterne fortune sono scesi in acqua Davide Consorte e Marco Nannini. Due ragazzi che comunque ci credono  ma che per stare lì hanno dovuto metterci molto del proprio. Che faranno per il futuro? Dovranno smettere come Pietro D’Alì, uno dei nostri migliori talenti che non è riuscito a trovare i mezzi neanche per restare nella classe Figaro dove aveva fatto tanto bene come “bizouth” (esordiente) da meritarsi l’appellativo di Pietro Ferrarì? In Italia non ci sono solo velisti da “circolo”, quelli che la sera preferiscono dormire a casa o in albergo, ci sono anche tanti giovani che farebbero volentieri la scelta dell’altura. Come dimostra Andrea Mura, e in passato anche Giovanni Soldini e Simone Bianchetti e tanti altri, anche noi abbiamo i denti. Ci manca il pane, ovvero gli sponsor e non solo. Anche la Federazione dovrebbe fare molto di più per l’altura. Va benissimo il porsi i traguardi olimpici come priorità, ma per la grande vela d’altura che fa sognare i giovani bisogna fare di più.


18/11/2010 18:23:00 © riproduzione riservata






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