Al quarto giorno della settima tappa, la più lunga dell’intero giro con le sue 7.600 miglia teoriche da Auckland a Itajaí, in Brasile, gli equipaggi non hanno avuto un attimo di sosta, con condizioni tipiche del Southern Ocean. Un vento da nord-est dai 20 ai 30 nodi di intensità ha permesso alte velocità ai sette monotipo Volvo 65. I danesi/americani di Vestas 11th Hour Racing hanno fatto registrare 500,2 miglia sul log delle 24 ore fino al rilevamento delle 8 di oggi, con i tutti i sei avversari nell’arco di 15 miglia dall’obiettivo.
Finora per tutti la strategia è stata quella di portarsi il più a sud possibile per aggirare l’ampia zona anticicloni, ma oggi i team -distanziati da circa 25 miglia- hanno iniziato a “curvare” verso est in rapido avvicinamento alla zona di esclusione dei ghiacci. La rotta più corta, e quindi teoricamente la più veloce, vedrà la flotta correre lungo il margine della ice exclusion zone, definita dagli organizzatori per evitare il concreto rischio di incontrare iceberg e growler.
Al rilevamento delle ore 14, Vestas 11th Hour Racing è sceso in seconda piazza, avendo lasciato la testa della flotta a team AkzoNobel. “Siamo ancora molto vicini agli altri, abbiamo Dongfeng e MAPFRE che si avvicinano velocemente adesso, e riusciamo a vedere le luci di Brunel sopravento.” Ha spiegato il navigatore di AkzoNobel Jules Salter. “Facciamo tutti 22/23 nodi e siamo a pochi minuti di distanza gli uni dagli altri. Il vento e l’onda cambiano in continuazione e cerchiamo di trovare la migliore combinazione di vele. I ragazzi in coperta hanno un sacco di lavoro da fare.”
La prossima sfida che attende i team ha la forma di una enorme e minacciosa depressione che si sta sviluppando a sud e che porterà con sé venti superiori ai 40 nodi. “C’è sicuramente più vento davanti.” Ha aggiunto Salter. “Dovremo cominciare a strambare e con queste condizioni non sarà affatto facile. Il peggio deve ancora arrivare.”
La tempesta che attende le sette barche è il primo pensiero anche per lo skipper di Dongfeng Race Team, il transalpino Charles Caudrelier, che ora si trova in quinta piazza. “Saranno cinque giorni tosti per arrivare a Capo Horn. Cinque giorni in queste condizioni sono molto duri, vicino al limite dei ghiacci, nella zona più fredda, con tante manovre da fare, sarà davvero dura. Dovremo fare attenzione agli uomini e all’attrezzatura perché ci sarà mare molto formato, tanto vento e molte rotazioni. E’ questa la cosa peggiore perché le manovre con mare sono difficili. Ma non abbiamo scelta. Siamo nel Grande Sud.”
Oltre a vivere costantemente bagnati , con temperature basse dell’aria e dell’acqua, i velisti di team Brunel, fra cui l’italiano Alberto Bolzan, che attualmente si trovano in quarta posizione hanno avuto altri problemi di cui occuparsi. “Sembra che ci sia sempre qualche lavoro da fare.” Ha spiegato la velista e responsabile della barca Abby Ehler. “Abbiamo avuto un paio di rotture il primo giorno, si è strappato il J2 (una delle vele di prua) e il nostro AIS (Automatic Identification System, il sistema di identificazione automatico di cui sono dotate tutte le barche) non funziona, il che è un bel guaio perché non vediamo dove sono gli avversari. Stiamo lavorando per riparare tutto.”
Ma, tutti i team dovranno lavorare per mantenere l’attrezzatura sotto controllo prima di entrare nel vento forte previsto per i prossimi giorni.
I vincitori della regata di oggi sono stati il Botin 56 Black Pearl di Stefan Jentsch, il TP52 Jolt 3 di Peter Harrison e il B&C 42 Callisto di Jim Murray
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