Tom Goron, a soli 12 anni, ha battuto ieri mercoledì 27 giugno il record di traversata della Manica con il tempo di 14 ore e 20 minuti. Il giovane skipper è partito alle 7 di mercoledì mattina dalle Needles al largo dell'isola di Wight (GB), accompagnato da suo padre a bordo di una barca di assistenza. Due anni fa, a soli 10 anni, sognava questo record, da quando lo aveva stabilito una ragazza di 15 anni, Violette Dorange, in 14h 56'.
Vivere "di fronte" alla Gran Bretagna, a Saint-Malo, non basta! Ci vuole un’incredibile combattività, e questo ragazzino ha una testa già matura. Era determinato a realizzare questo sogno di attraversare la Manica da solo in Optimist. E lo ha fatto.
Eppure, la traversata è stata difficile.
L'Optimist ha affrontato subito il vento ed il mare formato davanti all'isola di Wight. Dopo un’ora Tom già stava male ed ha iniziato a vomitare. Ha pensato anche all’abbandono, ma ha tenuto duro. Alla fine si è sentito un po' meglio e ha ritrovato il suo sorriso. Fino alla fine il vento non lo ha mai mollato, e Tom ha tagliato il traguardo all'ingresso della piccola baia di Cherbourg alle 21:20.
Tom ha percorso le 60 miglia della traversata ad una velocità media di 4,19 nodi (7,6 km/ora), sempre sotto la supervisione del padre a bordo di una barca a vela ad una distanza ragionevole per intervenire in caso di difficoltà. Batte il tempo di riferimento di 36 minuti.
Tom ha raggiunto il suo sogno, ma il suo mito è François Gabart. Quindi possiamo ipotizzare che non si fermerà.
Tom Goron: "Sono felice ma non me ne rendo conto. Sarà domani mattina quando mi sveglierò. Non ho mai attraversato la Manica prima d'ora. Sono stanco, soprattutto perché ieri sera ho dormito solo tre ore. Non ero stressato, ma avevo paura di dimenticare qualcosa. Mi ci sono volute più di due ore per addormentarmi. Il mio prossimo sogno? Fare come François Gabart, la Route du Rhum, la Solitaire du Figaro. Ma questo se diventerò un professionista. Vedremo tra 10 anni...".
Sophie, mamma di Tom: "Non ero preoccupata per la sicurezza. Era in buone mani. Sono orgogliosa di lui, del suo successo, del fatto che si sia spinto fino in fondo e che sia felice. E' testardo, ambizioso, persistente e... bisogna seguirlo. È un'esperienza molto bella che gli dimostra che deve essere ben preparato e... che deve ascoltare gli adulti"!
Nicolas, papà di Tom: "L'arrivo è stato una liberazione. Per 4-5 ore Tom ha avuto molto vento e, all'arrivo, il vento ha tenuto anche nell'ultima ora, ma c'era anche una corrente di traverso. Tom era totalmente autonomo. La meteo l’abbiamo fatto insieme prima della partenza e nelle ultime 2 o 3 ore. Aveva un GPS che indicava il waypoint per puntare su Cherbourg. Se sono sorpreso della sua performance? Non tanto, perché Tom è un combattente”.
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