“Seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto fino al mattino, poi la strada la scopri da te, porta alla …boa che non c’è”.
Parafrasando il vecchio successo di Edoardo Bennato, questa la cifra che caratterizza anche la seconda edizione della Regata della Grande Boa – Trofeo comandante Belloni, disputatasi il 29 e 30 aprile scorsi nello splendido scenario di Portovenere e Palmaria.
Seconda edizione che consolida la presenza di questa manifestazione nel panorama delle regate d’altura dell’alto Tirreno, come testimoniato dalla partecipazione di Mauro Pelaschier, al timone di WB8.
A un anno dal felice debutto – già contrassegnato dalla scomparsa della “piccola boa” predisposta dal comitato di regata a causa del forte libeccio -, anche questa seconda edizione ha visto i comitati organizzatore e di regata (presieduti rispettivamente da Antonio Cataldi della LNI Sez. Lerici e dal UdR Pier Maria Giusteschi Conti) costretti ad inventarsi una soluzione alternativa al giro della Boa oceanografica ODAS - Italia 1 del CNR, per il suo mancato posizionamento in mare da parte della ditta incaricata.
Un carma che deve avere certamente a che fare con la vicenda dell’occultamento in quello stesso tratto di mare, nell’ottobre del 1914, del sommergibile “rubato” dal comandante Belloni - a cui è (non a caso) intestato il Trofeo – per una azione personale e improvvisa contro la flotta austriaca.
Da una idea di Davide Besana, la regata - organizzata dalle sezioni di Lerici e Milano della LNI, col patrocinio del comune di Portovenere e della Marina Militare – ha dunque visto in questa edizione gli equipaggi andare alla ricerca delle coordinate di Latitudine 43°49’00’’ e Longitudine 09°08’00’’, da raggiungere (in sostituzione della “boa fantasma”) e fotografare sul cartografico prima di invertire la rotta per fare ritorno verso il traguardo, posto sull’allineamento tra faro del Tino e il Pozzale sull’isola di Palmaria, a completamento di un percorso di circa 70 miglia nautiche.
Condizioni di tempo caratterizzate da dinamismo atmosferico per il passaggio di un minimo pressorio sulla Sardegna - con cielo coperto a tratti piovoso e venti freschi da Sud-Est, nel primo tratto di regata, in diminuzione e rotazione a Est nel tardo pomeriggio e durante la nottata – tali da non consentire la sperata uscita delle imbarcazioni in mare aperto attraverso le bocche di San Pietro.
Quale probabile novità assoluta nel panorama delle regate d’altura e testimonianza dello spirito di amicizia che anima la manifestazione, gli equipaggi in arrivo notte tempo sul traguardo hanno potuto rifocillarsi con piatti sempre diversi in funzione degli orari di approdo, coerenti con le abitudini alimentari dei nottambuli, presso apposita barca ristorante con Davide Besana e Dario Noseda in qualità di chef.
Quindici gli equipaggi iscritti, nove in classe ORC e sei Rating FIV.
In classe ORC vince WB8, di Gianclaudio Bassetti dello Y.C. Parma - che si aggiudica anche il Trofeo comandante Belloni (basso rilievo con tecnica a sbalzo della scultrice Silvia Scarpellini raffigurante il sommergibile rubato in emersione che incrocia il Tarantella sullo sfondo delle bocche di San Pietro) assegnato al vincitore della classe più numerosa - timonata da Mauro Pelaschier con un tempo di 10h 31’ 19’’; secondo classificato Melagodo, First 34.7 di Luca De Luca di C.V Erix; terzo classificato Jeco, J112 di Carlo Gabbani sempre per i colori di C.V. Erix.
Nella categoria Rating Fiv premiati solo i primi due concorrenti, a causa dei ritiri degli altri partecipanti. Vince Minima, X34 di Massimo Florio della Lega Navale di Milano; secondo classificato Calypso di Salvatore Mentaci della Lega Navale di Sestri Ponente.
Sula, Arpège del 1972 di Manuele Micocci, C.V. Erix, riceve il premio quale imbarcazione più antica.
Partecipata cerimonia di premiazione a Porto Mirabello, presso Benso al Mare, con l’intervento dell’Ammiraglio Massimiliano Rossi, comandante del raggruppamento COMSUBIN, a testimonianza del valore e dell’importanza dell’opera del comandante Belloni per lo sviluppo della subacquea e delle tecniche utilizzate dagli assaltatori di marina nell’ultimo conflitto mondiale.
Grande soddisfazione tra equipaggi e comitato organizzatore – che, oltre ai rappresentanti delle due sezioni della LNI, ha potuto contare sulla preziosissima collaborazione e disponibilità della Sezione Velica della Marina Militare - per una competizione d’altura che si è conferma animata dai più autentici valori marinareschi fatti di cimento nautico, senso della tradizione, voglia di condividere la passione per il mare, come sottolineato dall’ammiraglio Rossi durante il suo intervento.
Occhi già puntati sulla prossima edizione, sempre gagliarda, appassionata e partecipata.
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