Vela, Volvo Ocean Race - Potrebbe essere un finale inaspettato, un thriller oceanico quello della quinta tappa della Volvo Ocean Race. Con tre barche a meno di 950 miglia dal traguardo di Itajaì e racchiuse in sole 95 miglia, tutto potrebbe risolversi sul filo di lana.
PUMA e Groupama, Groupama e PUMA. A ogni rilevamento successivo le due barche si alternano al vertice della classifica per non più di 6 ore di seguito, impegnate in un testa a testa intenso, separate al massimo da 6 miglia e mezza, e ormai i si controllano a vista da oltre 24 ore, più che aspettare i report ufficiali delle posizioni. Nell’ultimo rilevamento sono i francesi a guidare anche se il margine è infinitesimale, solo 0,7 miglia di vantaggio sugli avversari. I due skipper Franck Cammas e Ken Read usano strategie più da match race che da navigazione oceanica, marcandosi stretto, con continue manovre. Il che sarebbe semplice se non fosse che le barche sono dei Volvo Open 70 potenti e duri da portare e che gli equipaggi hanno ormai sulle spalle oltre 16 giorni di fatica e di stress, dopo oltre 6.000 miglia di navigazione dalla partenza di Auckland.
Secondo il navigatore di PUMA Tom Addis, i team stanno usando ogni arma possibile, inclusa una tattica da vero match race. “Cerchiamo di guadagnare qui è là, dove possibile, di stare vicini e di ridurre i rischi.” Addis ha confermato che l’equipaggio si sta godendo la lotta a stretto contatto, soprattutto dopo aver navigato a lungo in solitudine nelle tappe precedenti. “E’ bello avere compagnia, ci piace avere un’altra barca vicino, e ci dà un buon metro di giudizio. Sembra proprio di essere in regata. In queste tappe così lunghe si tende a dimenticare di essere in gara, quando si è soli nel mezzo dell’oceano. Ma quando c’è qualcun altro diventa più facile.”
Sulla stessa linea anche lo skipper francese Franck Cammas: “Era quello che volevamo! E’ una lotta molto serrata e alla fine ci ritroviamo in mezzo all’oceano con i nostri avversari. Ieri potevamo quasi parlarci. Sembra il Tour de France, ma intorno al mondo. e’ bello, anche se un po’ faticoso e stressante per l’equipaggio. Non ci sono grandi opzioni, la rotta è abbastanza diretta e ovvia. Ma di bolina qualcosa, giocando sui salti, si può fare. C’è un fronte che arriva da dietro, cercheremo di usarlo, ma noi e PUMA siamo nella stessa zona.”
Chi invece ha sfruttato, e molto, il vento per farsi sotto da dietro sono gli spagnoli di Telefónica che nelle ultime ore hanno navigato a velocità superiori di quelle dei battistrada, proprio perché “in fase” con il sistema di alta pressione che si sta formando al largo della costa argentina. Gli iberici, inoltre sono esenti dallo stress di dover marcare qualcuno o di essere marcati, e possono far correre la barca al meglio, con l’unico obiettivo di riportarsi sotto. Nelle ultime 24 ore Iker Martinez e i suoi hanno tenuto medie superiori ai 14 nodi, recuperando ben oltre 150 miglia e all’ultimo rilevamento si trovano a sole 95 dai due leader. Se dovessero riuscire ad avvicinarsi ancora, gli iberici costituirebbero il “terzo incomodo” e trasformerebbero la battaglia per la vittoria in una cosa a tre.
Il navigatore australiano Andrew Cape commentando il ritorno con modestia ha detto che si è trattato più di benevolenza da parte degli dei del vento che di abilità. “In tutta onestà, è stata una fortuna sfacciata. Ma ora siamo tornati, e non molleremo di certo. C’è ancora molta strada da fare e le cose non sono mai perfette in questa zona, quindi ci sono molte opportunità.” Cape ha ammesso che è più facile attaccare da dietro che difendersi quando si è avanti. “E’ certamente più facile, non hai pressione addosso. Non importa se perdiamo 100 miglia adesso, ma se fossimo davanti sarebbe veramente grave, deprimente. Quindi direi che siamo messi bene.”
Intanto CAMPER with Emirates Team New Zealand la scorsa notte alle 01.30 GMT (le 3.30 italiane) ha sospeso la regata informando la direzione di gara quando si trovava a sud di Isla Guafo, a circa 180 miglia dalla destinazione di Puerto Montt. Lo shore manager Neil Cox ha detto che il team dovrebbe arrivare al porto questa sera e che i lavori cominceranno immediatamente. Grazie alla presenza di un gruppo di sei tecnici più un esperto di indagini ad ultrasuoni, l’italiano Stefano Beltrando, Cox prevede che i lavori possano essere portati a termine in tempi relativamente brevi in modo che l’equipaggio possa riprendere la navigazione e arrivare a Itajaì in tempo per la regata. “Abbiamo ancora 3.000 miglia da fare” ha detto lo skipper Chris Nicholson. “Ne abbiamo già fatte tante, questa per noi è una vera maratona.”
Alle spalle degli ispano/neozelandesi, Abu Dhabi Ocean Racing continua a navigare verso la costa cilena e a verificare la tenuta della riparazione e le opzioni a loro disposizione.
Quando si è entrati nel diciassettesimo giorno di regata, i leader si trovano a poco meno di 853 miglia dal traguardo. Al rilevamento delle ore 15 (italiane) Groupama 4 ha un vantaggio di meno di un miglio su PUMA. Telefónica è terzo a 95,7 miglia, mentre Abu Dhabi è a 1.855,7 miglia.
L’andamento della regata si può seguire con le notizie e la cartografia elettronica aggiornata ogni tre ore sul sito www.volvooceanrace.com
Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (15 ora italiana) del 3 aprile 2012:
1. Groupama sailing team a 852,8 miglia da Itajaí
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG +0,7
3. Team Telefónica, +95,7
4. Abu Dhabi Ocean Racing, +1.855,7
5. CAMPER with Emirates Team New Zealand, suspended racing
6. Team Sanya, ritirato dalla quinta tappa
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