Vela, Volvo Ocean Race - I tanto temuti Doldrum, la zona delle calme equatoriali, non hanno rappresentato un problema per i sei team questa volta, facendo sicuramente tirare un respiro di sollievo a Groupama e PUMA, che nella prima e terza tappa avevano visto il loro vantaggio svanire inesorabilmente. Oggi, invece, il team francese guidato da Franck Cammas continua a guidare il lotto dei sei scafi impegnati nella quarta tappa della Volvo Ocean Race, da Sanya ad Auckland, e il passaggio dei Doldrum è stato indolore per tutti. Passata l’isola di Santa Ana, la più meridionale dell’arcipelago, i transalpini possono ancora contare su un margine superiore alle 89 miglia sugli americani di PUMA, ma con oltre 1.500 miglia da coprire fino ad Auckland, resta da vedere come evolverà la situazione per il gruppetto che si è tenuto a ovest.
Telefónica e CAMPER, dopo il passaggio dell’arcipelago delle Salomone che, malgrado la presenza di forti correnti e frequenti barriere coralline è stato piuttosto indolore, stanno navigando nell’area a ovest del picco vulcanico di Guadalcanal, altro oltre 2.000 metri che potrebbe creare una zona di ridosso. Comparando le posizioni odierne delle 14 con quelle di ieri alla stessa ora, Telefónica ha ceduto solo una quarantina di miglia ai leader, una penitenza assai leggera. A quasi 40 miglia a nord di Telefónica, CAMPER continua ad essere la barca posizionata più a occidente, con una separazione laterale dagli spagnoli di poco più di trenta miglia e nelle ultime ore ha lasciato la quarta piazza ad Abu Dhabi, mentre la minore velocità media continua a relegare Team Sanya in sesta posizione con quasi 210 miglia di distacco.
Come ha dichiarato Andrew Cape, navigatore del team iberico, l’opzione della barca azzurra non è stata priva di rischi ma ha contenuto le perdite: “E’ stato un salto nel buio, non sapevamo che corrente e che ridosso avremmo incontrato, ma tutto sommato è andata bene. Considerando quanto abbiamo guadagnato con quesa mossa su team come Abu Dhabi, siamo abbastanza contenti del risultato. Sarebbe stato molto peggio se fossimo andati a est, l’alternativa sarebbe stata diabolica, dovevamo fare quel che abbiamo fatto. Abbiamo ancor delle opportunità e poi la situazione meteo non è ancora chiara, ci vorranno sei o sette giorni prima di arrivare vicino alla Nuova Zelanda, e le previsioni stanno cambiando in fretta. Quella è una zona dove le cose si mescolano sempre e molto potrebbe succedere.” Il navigatore australiano ha però riconosciuto che le barche a est potrebbero avere un vantaggio strategico. “Hanno la possibilità di poggiare e guadagnare miglia su di noi e forse è quello che stanno facendo e quello che succederà nel prossimo periodo. Poi c’è da affrontare la Nuova Caledonia e loro potranno scegliere da che parte passare.” Malgrado ciò Cape si è detto certo che il team continua a puntare alla vittoria. “Siamo qui per vincere, penso che fra tre o quattro giorni ci saranno un sacco di situazioni difficili su cui giocare.”
Ormai scesi sotto la barriera delle 1.600 miglia al traguardo di Auckland, i battistrada francesi continuano a beneficiare della loro posizione sia in termini strategici che di velocità, all’ultimo rilevamento superiore a quella di tutti gli avversari. Il timoniere irlandese Damian Foxall ha spiegato così le scelte del team transalpino: “Sono stati Jean Luc (Nélias, il navigatore) e Franck (Cammas lo skipper) a organizzare le cose per lasciare le Salomone a destra. Eravamo la barca più a est e abbiamo evitato le zone di convenzione e i salti di vento che si trovano più sottocosta. Anche se abbiamo avuto un periodo di bonaccia durante la notte, il risultato finale è positivo. Negli ultimi giorni abbiamo guadagnato qualche miglio qua e là. Però bisogna tenere in considerazione che la classifica si calcola in rapporto alla meta di Auckland, ma per noi e il resto della flotta la corsa ora è verso sud. Siamo la barca più meridionale, la più al vento, con gli altri sottovento, quindi siamo in una posizione di controllo.” Foxall riconosce al contempo la bontà dell’opzione messa in campo dagli spagnoli. “Telefónica ha fatto bene, hanno poggiato al momento giusto e hanno accelerato, tornando nel match.”
Superati senza grandi problemi i Doldrum ora i team rivolgono la loro attenzione alle condizioni instabili e variabili del mar di Tasmania, dove come scrive oggi l’MCM di PUMA Amory Ross: “L’unica cosa certa è l’incertezza. Le previsioni non sono molto affidabili per i prossimi giorni.” Gli americani devono anche fare gara per mantenere la loro seconda posizione. “Con Groupama davanti un bel po’ di miglia e Telefónica più a sud di noi, c’è molto di cui preoccuparsi oltre alla meteo.”
Secondo il meteorologo della regata Gonzalo Infante la flotta dovrebbe godere di un flusso consistente di vento da est/sud-est intorno ai 10/15 nodi nel mar dei Coralli, prima che la brezza rinfreschi e giri a sud-ovest, favorendo le barche con una posizione più orientale.
I primi dovrebbero raggiungere la Nuova Caledonia lunedì pomeriggio, che probabilmente verrà lasciata a ovest. Da quel punto in poi, le barche dovranno affrontare un tratto di bolina fino ad Auckland, dove si prevede possano arrivare verso il 10 marzo.
Al rilevamento delle ore 14 di oggi, Groupama 4 resta in prima posizione con un vantaggio di di 89,4 miglia su PUMA e 142,1 su Telefónica. Abu Dhabi è risalito in quarta posizione e ha un distacco di 170,8 miglia, CAMPER è sceso in quinta piazza con un gap di 190,4 mentre e Team Sanya chiude la flotta a 269,4 miglia dai francesi.
L’andamento della quarta tappa può essere seguito con la cartografia e le ultime notizie sul sito internet www.volvooceanrace.com.
Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 4 marzo 2012:
1. Groupama sailing team, a 1.597,1 miglia da Auckland
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +89,4
3. Team Telefónica, +142,1
4. Abu Dhabi Ocean Racing, +170,8
5. CAMPER con Emirates Team New Zealand, a 190,4
6. Team Sanya, +269,4
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