Siamo ormai abituati a pensare al vino rosso, quando consumato in quantità modiche, a un vero e proprio toccasana per la salute del nostro sistema cardiocircolatorio. La scienza ha infatti individuato da tempo le sostanze benefiche che il vino contiene: in particolare i polifenoli, efficaci protettori per arterie e cuore. Di ricerche scientifiche mirate a dimostrare gli effetti benefici del vino per questo o quell’aspetto della salute ce ne sono a centinaia, che analizzano gli effetti positivi del nettare di Bacco sul cuore, sulla circolazione, sulla vista e persino sui denti. Ma ora arriva uno studio che dimostra come bere poco ma con regolarità ha effetti positivi sulla qualità della vita nel suo complesso, soprattutto mentre ci si avvicina alla mezza età: due bicchieri di vino al giorno, insomma, migliorano la qualità della vita. A dirlo una ricerca della Boston University School of Medicine, condotta osservando nell’arco di 6 anni lo status di 5.404 canadesi dai 50 anni (che hanno mantenuto nella maggior parte dei casi modelli stabili di consumo) utilizzando l’Health Utilities Index, un indice sintetico utilizzato a livello internazionale, che guarda ad aspetti cognitivi, emozionali, di mobilità e destrezza. Ebbene, dallo studio emerge che chi beve con moderazione (non più di 14 bicchieri a settimana, e comunque non più di 4 al giorno per gli uomini e 2 per le donne), ha punteggi complessivi migliori rispetto a chi è completamente astemio. Non solo, chi ha continuato a bere con regolarità e moderazione ha continuato a stare meglio di chi, nel tempo, ha diminuito il numero dei calici. E a chi ha contestato questo aspetto sostenendo che lo studio non avrebbe tenuto conto di chi è stato costretto a ridurre o eliminare il consumo di alcoli per problemi di salute specifici, Harvey Finkel, del Boston University Medical Center ha commentato: “anche senza considerare complicazioni specifiche della salute, per le persone più anziane le occasioni di interazioni sociale in generale diminuiscono, e questo riduce le occasioni e lo stimolo a bere un bicchiere di vino”. In particolare, gli autori concludono che "il contenuto fenolico del vino rosso può modulare le molecole di adesione leucocitaria, mentre sia l'etanolo che i polifenoli sono in grado di controllare i mediatori dell'infiammazione nei pazienti ad alto rischio di malattie cardiovascolari". Insomma, i classici due bicchieri a pasto suggeriti non solo dalla scienza, ma anche dal buon senso, non solo non fanno male, ma rendono anche il cervello più efficiente, la mobilità più semplice, la capacità di provare emozioni più stimolata. L’importante, come sempre, è non esagerare. Salute!
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