Gli uomini e le donne delle navi, dei cantieri e dei porti dovranno conoscere meglio l'Inglese, saper usare i software di nuova generazione, avere capacità relazionali e passione per il mare. Ma dovranno essere anche esperti di diritto marittimo. La flotta italiana è tra le più moderne ed il comparto marittimo necessita come il pane di ufficiali e di personale amministrativo, di addetti che abbiano migliori competenze. Nel solo settore commerciale del porto di Napoli, negli ultimi 5 anni, gli addetti sono aumentati del 26 per cento. È quanto emerso durante la giornata di studi sul cluster marittimo, lo scorso 26 marzo, organizzata dall’Istituto italiano di Navigazione e dall’Università degli studi di Napoli ‘Parthenope’, dal titolo ‘Nuove esigenze formative ed opportunità del cluster marittimo’. “La scuola deve tornare a fare scuola e l’alta formazione deve aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro – ha dichiarato il presidente del corso di laurea in Scienze Nautiche della Parthenope, Mario Vultaggio -. Gli stage devono diventare una prassi costante e le direttive in tema di formazione devono agevolare gli studenti. Ad oggi, con la normativa diffusa lo scorso dicembre, molti, troppi ragazzi avranno difficoltà a laurearsi in tempo. Insomma – conclude il professore, durante il convegno tenutosi presso l’aula magna della sede universitaria al centro direzionale di Napoli –, dopo l’impegno profuso per costruire partenariati con gli armatori, pubblici e privati, i nostri ragazzi hanno trovato porte chiuse, oltre ad aver subito lo slittamento della laurea. Bisogna trovare una soluzione”.
I relatori intervenuti hanno concentrato la discussione anche sulla disaffezione dei giovani e la carenza della domanda lavorativa a fronte di una grande offerta. C’è chi ha sottolineato gli alti compensi dei comandanti per invogliare, il cui salario raggiunge diecimila euro netti al mese, se assunti nell’armamento privato. E chi, come Francesco Bruno, criminologo ed esperto di psicopatologie, ha chiamato in causa la politica, che “deve risvegliare il mare per risvegliare l’uomo”. “Il mare è il luogo della vita per eccellenza. Rappresenta, infatti, il ventre della madre. La disaffezione – ha detto Bruno - significa la perdita di una relazione vera con l’altro, bisogna fare in modo che il mare non sia fuori dal mondo della comunicazione, come quella veicolata nel web, ma deve entrarne a far parte”.
Luca Sisto, vicepresidente dell’Iin e dirigente di Confitarma, ha analizzato, invece, l’ultima indagine statistica redatta dalla Federazione del Mare, commissionata dal Censis nel 2007. Secondo lo studio il Pil generato dal cluster marittimo e portuale è pari al 2,7 per cento del Pil nazionale e coinvolge l’1,6% dell’occupazione totale, quasi 400 mila unità; il 63 per cento delle merci importate ed il 46 per cento di quelle esportate viaggiano per mare; e se si guarda ai commerci con i paesi extraeuropei la cifra cresce di molto, superando l’80 per cento delle merci importate e sfiorando la medesima percentuale per quelle esportate. Il nostro, è il primo dei Paesi dell’Unione Europea per quantità di merci importate extra-Ue via mare - con oltre 206 milioni di tonnellate di merce e con grande distacco dalla Spagna, seconda in classifica e dal Regno Unito, terzo nella lista. “Le buone performance economico-produttive, registrate negli ultimi anni dai diversi segmenti del cluster, gli apprezzabili livelli occupazionali che li contraddistinguono fanno sì che la produttività si attesti su valori elevati, tra i più alti in Italia – ha commentato il presidente dell'Iin, Vincenzo Sciubba Caniglia - E sono gli uomini che attraverso le loro imprese, i loro progetti, la loro intermediazione, la loro professionalità, la loro tecnica, costituiscono il tessuto connettivo che unisce navi, cantieri e porti con i loro corollari finanziari, assicurativi e quant’altro”. Secondo Caniglia è quindi necessario rispondere alle esigenze degli investitori e delle stesse utenze, che chiedono più personale e meglio qualificato. Sono intervenuti alla discussione, tra gli altri, Albero Bottino, direttore dell’Ufficio scolastico Campania, Luigi Robba, presidente di Assoporti, Giuseppe D’Amato per l’armamento privato e Martino Casagrande per l’armamento pubblico, esponenti dell’Autorità portuale, della Direzione marittima e di Confitarma. Ha concluso la giornata di studi l’ammiraglio Raimondo Pollastrini, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto.
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