Al suo arrivo a Fiumicino dopo il naufragio aveva sfoderato questa scritta vergata sulla carta del cargo Aramon che lo aveva salvato. Questa volta sarà ancora peggio, perché il suo Eco 40 è andato definitivamente perso (salvo miracoli).
Matteo, Paolo, Tullio, Andrea e Paolo Sperduti, il diving supervisor della Progesub che doveva assisterli nella parte subacquea del recupero, hanno abbandonato le ricerche di Eco 40 e si stanno ora dirigendo verso la terraferma, precisamente a Natal a bordo del peschereccio Transmar II.
Dopo aver perduto il segnale del tracker lo scorso lunedì, si sono comunque diretti verso la posizione stimata, tenendo conto delle correnti e dell'andamento che Eco40 aveva avuto fino a quel giorno. L'area di ricerche era davvero troppo grande.
Matteo ci racconta:"Quando siamo arrivati sul punto stimato, dopo 36 ore dall'ultima rilevazione del satellite, la zona da perlustrare aveva le dimensione dell'anello del Grande Raccordo Anulare e noi lo stavamo percorrendo con un mezzo che ha velocità pari ad una bicicletta. Per 60 ore abbiamo cercato, ci siamo cotti dal sole e abbiamo fatto i turni di avvistamento... Purtroppo niente da fare. In quelle 36 ore speravamo che il tracking riuscisse a trasmettere almeno un altro punto come era già successo durante il giro...a volte il segnale tornava."
Non è stato così, ma non sempre si può vincere. Ci sono tante cose che sono andate bene in questo giro. Bisogna pensare a quelle e ricominciare facendo tesoro delle esperienze ma guardando sempre e solo avanti.
“Abbiamo la fortuna di portare il nome dell’Italia nel nostro brand, e vogliamo che ogni componente, ogni fibra, ogni finitura parli la lingua del nostro saper fare"
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