E’ sempre più improbabile che vengano trovati nuovi resti umani dei passeggeri del volo AF477 dell’Air France precipitato in oceano 15 giorni fa. Di ieri la dichiarazione del portavoce della Marina brasiliana, Ramon Cardoso, che precisava come i ritrovamenti fossero passati da 50 a 49 in quanto alcuni resti ripescati non appartenevano ad un essere umano bensì ad un grosso animale marino. Questo particolare è agghiacciante perché rende visivamente evidente a tutti lo stato in cui potrebbero essere ridotti eventuali resti che ancora galleggiassero in superficie. Ma, nonostante dalla ricostruzione più verosimile dell’incidente si ipotizzi che tutti i passeggeri siano morti prima dell’impatto con l’acqua, e quindi senza presenza di liquido nei polmoni, i resti dovrebbero essere entrati nella fase di decomposizione e non trattenere più, quindi, i gas che li tenevano a galla. E’ dallo scorso giovedì, infatti, che non ci sono nuovi ritrovamenti. Le ricerche continuano, soprattutto per tentare il ritrovamento della scatola nera, senza la quale questo disastro non avrà mai una spiegazione certa. Intanto Air France, la cui reputazione stava andando a precipizio per le forti contestazioni sindacali in tema sicurezza e per il rimpallo di responsabilità con Airbus sui malfunzionamenti delle sonde di Pitot, ha comunicato di aver sostituito questi sensori che rilevano la velocità su tutti gli Airbus A330 e A340 del lungo raggio. Definito anche l’importo che il pool delle società assicuratrici verserà ad Air France per la perdita del’Airbus pari a 67,4 milioni di euro.
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