Ormai ci siamo. Domenica 9 novembre alle 11.00 il colpo di cannone darà il via alla attesissima sesta edizione del “Vendée Globe”, il giro del mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza su Open 60 IMOCA che si svilupperà su un percorso di 25.000 miglia di percorso.
Sono molto soddisfatto per la qualità e la quantità dei partecipanti – ha dichiarato Philippe de Villiers, Presidente del Vendée Council ed organizzatore della Vendée Globe – sono trenta i concorrenti in gara (per sette nazionalità diverse: un altro record per la regata che però non registra presenza di italiani), cioè il numero totale che l’organizzazione aveva posto come limite massimo nel bando. La regata infatti non è mai stata tanto popolare: furono 13 i partecipanti nell’edizione del 1989, 14 nel 1992, 16 nel 1996 e via via a crescere, 24 nel 2000 e 20 nel 2004.
Dei concorrenti attuali 28 sono gli uomini e 2 le donne, Dee Caffari su “Aviva” e Samantha Davies al comando di “Roxy”. Tra gli skipper figurano due ex vincitori della competizione, come Vincent Riou su “Prb” (sua la vittoria nell'ultima edizione corsa nel 2004/05) e Michel Desjoyeaux a bordo di “Foncia”, e poi ancora skipper oceanici di razza come Sébastien Josse su “Bt”, Alex Thompson su “Hugo Boss” e Bernard Stamm su “Cheminées Poujoulat”.
Torna dunque puntuale dopo quattro anni il mito delle regate a vela, una prova durissima che durerà probabilmente intorno ai 90 giorni. I solitari scenderanno l’Atlantico fino a doppiare capo di Buona Speranza, quindi varcheranno la porta dell’oceano Indiano per immettersi nel Pacifico passando a Sud della Tasmania e della Nuova Zelanda. Poi, dopo aver circumnavigato l’Antartide, doppieranno il celebre Capo Horn e riprenderanno la loro corsa fino a riportarsi di nuovo in Atlantico e da qui al traguardo di Les Sables d’Olonne.
Anche in questa sesta edizione è stata confermata una sola classe per tutti i concorrenti: si tratta degli Open 60 (18,28 m), bolidi a vela costruiti in carbonio con superfici veliche di 400 metri quadrati, concepiti per essere abbastanza leggeri da sfruttare anche i venti più deboli e al tempo stesso solidi al punto di resistere ai mari formati delle basse latitudini. Tra le soluzioni tecnologiche adottate da queste barche oceaniche ci sono le chiglie basculanti, i doppi timoni esterni sollevabili in caso di collisione, le fibre esotiche per il sartiame e gli alberi girevoli.
Dunque è tutto pronto per lo spettacolo, sulle banchine del porto di Les Sables D'Olonne c’è grande attesa e fermento con i solitari in gara impegnati a controllare le attrezzature, le dotazioni di sicurezza e la preparazione della cambusa.
Line Honour al Tp52 Arkas, “Chestress 3” vince in ORC, “Orion-Europsat” in IRC e “Thengher” nella X2. Nella Coastal Cruise vince in ORC “Blade Runner”, in IRC “Spriz”. Nei monotipi prevale “Milù 4” di Andrea Pietrolucci
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