Alla sua 14ma partecipazione a La Solitaire du Figaro, Thierry Chabagny, lo skipper di Gedimat, ha conquistato la sua prima vittoria di tappa.
“"Ho dovuto fare una cinquantina di tappe della Figaro prima di vincerne una – ha dichiarato all’arrivo – e si può dire che questa è la vittoria della pazienza. Evidentemente sono un animale che matura lentamente, ma alla fine sono maturato. Questa è anche una vittoria per la fedeltà del mio sponsor, perché sono cinque anni che mi segue ed è una gioia vincere anche per lui. Certo alla fine quando il vento ha mollato è stato un po’ stressante, ma proprio perché è finita in questo modo me la sono guadagnata tutta questa vittoria. Solo a 0,05 miglia dall’arrivo ho pensato a quello che stava accadendo. Quando ho passato la linea mi sono detto che era incredibile. Ho pensato a tutta la mia famiglia, i miei amici e tutti coloro per i quali questa vittoria è stata una gioia, al mio sponsor e a tutti gli sponsor che ho avuto e che hanno creduto in me nei vari momenti della mia carriera”.
Una bella soddisfazione a 43 anni per questo bretone che non è certo un novellino. E’ stato secondo alla Solitaire del 2006 e ha fatto parte nel 2012 dell’equipaggio di Loïck Peyron che ha conquistato il record sul giro del mondo in equipaggio e il Trofeo Jules Verne.
Chabagny ha firmato una prestazione superba in questa prima tappa tra Bordeaux-Pauillac e Sanxenxo (Spagna). Si è messo alla testa della flotta subito fuori della Gironda, navigando perfettamente, prendendo le giuste decisioni strategiche nonostante condizioni di navigazione complesse.
Thierry Chabagny è quindi nel novero dei favoriti per la vittoria finale, insieme a Yann Elies (Groupe Queguiner – Leucemie Espoir) e Jérémie Beyou (Maître CoQ), che hanno vinto la Solitarire rispettivamente 2 e 3 volte.
In questa tappa il secondo posto è andato a Yann Elies e il terzo a Alexis Loison (Groupe Fiva)
“Abbiamo la fortuna di portare il nome dell’Italia nel nostro brand, e vogliamo che ogni componente, ogni fibra, ogni finitura parli la lingua del nostro saper fare"
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