Giovedì 19 settembre, l'Auditorium di Parigi ha ospitato la conferenza stampa del Vendée Globe. Sono stati presentati i 40 skipper dell'edizione 2024, così come i principali punti e le novità che segneranno questa decima edizione.
Fin dalla prima edizione del 1989, il Vendée Globe ha visto nascere delle leggende: donne e uomini che attraverso le loro imprese hanno scritto la storia di questa regata unica nel suo genere. Persone che hanno sfidato gli elementi, sorpassato i propri limiti e, edizione dopo edizione, hanno spinto i propri sogni oltre gli oceani. La loro avventura incarna i valori del Vendée Globe: l'impegno, il superamento di sé, la condivisione e lo spirito di avventura. Nel 2024, la regata celebra così la sua 10a edizione!
Prima della partenza, l'organizzazione del Vendée Globe, in collaborazione con il consorzio scientifico Share the Océan, determinerà delle Zone di Protezione della Biodiversità al fine di ridurre al minimo i rischi di collisione tra gli IMOCA e la megafauna marina - composta da cetacei ma anche da pesci di grandi dimensioni quali gli squali che vengono a nutrirsi o a riprodursi in queste zone.
Share the Océan è un consorzio sostenuto dal fondo di dotazione Vendée Globe Foundation.
Alain Leboeuf, Presidente del Vendée Globe e del Dipartimento della Vandea: « La protezione della biodiversità marina è una priorità per il Vendée Globe. In collaborazione con Share the Ocean, stiamo definendo queste zone di protezione per ridurre al minimo il nostro impatto sulla megafauna marina, e continuare questa grande avventura umana nel rispetto degli ecosistemi che attraversiamo.»
Giancarlo Pedote è l'unico italiano che si presenta al via di questa decima edizione della difficilissima regata intorno al mondo: «La vita è un'avventura che presenta innumerevoli possibilità e la nostra esistenza è fatta di momenti ed esperienze che ci formano e ci arricchiscono. In questo senso, sono consapevole di essere estremamente fortunato a poter partecipare ancora una volta al Vendée Globe. Mi sto avvicinando a questo secondo giro del mondo esattamente come feci per il primo, perché ogni regata è unica. Non bisogna pensare che, avendo già fatto un primo 'giro', si conosca la strada: bisogna rimanere umili e vigili. Non si può sapere in anticipo che tipo di sistemi meteo si incontreranno, né tanto meno come andranno le cose».
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