Per la Veleziana 2016 i migliori scafi di rientro dalla Barcolana si sono dati appuntamento per rappresentare i simboli dell’ospitalità del capoluogo veneto. Molti i Super Maxi brandizzati dalla lussuosa hotellerie lagunare, tra cui Maxi Jena, Pendragon, il Moro di Venezia simbolo della città stessa, Ancilla Domini oltre a barche celebri come Brava e Duvetica per dirne alcune. Al loro fianco, piccolo sciame di moscerini, una nutrita flotta di dodici Micro che lotta per non farsi inchiodare dai rifiuti di quelle vele immense: una partecipazione fortemente voluta dal Presidente Nazionale Gianni Filippini, che ha insistito per schierare la sua flotta in forze sulla linea di partenza, ottenendo il riconoscimento ufficiale della Classe tra i raggruppamenti metrici previsti. E portando a Venezia anche una delle barche della Rappresentativa Nazionale di Micro Class Italia, quel BELIMO ITA-80 reduce dal podio ai Mondiali di Russia.
La linea di partenza è posta al largo del Lido di Venezia, orientata per 270° ad un rilevamento affrettato, con un vantaggio di pochi gradi sulla destra (amplificato dalla deviazione dell’aria verso l’esterno quando incontra il muro di barche sulla linea). Circa due nodi da 350°, scatta bene sulla destra della linea Stella Mia, mentre Shilla guida la flotta Micro che ha scelto il lato sinistro. Attardati Betty IV (lo scafo premiato come campione zonale) e BELIMO, che raggiungono il campo di regata dopo il via anche a causa della forte corrente contraria durante il trasferimento: per loro una partenza quasi dieci minuti dopo il termine dei segnali, complice lo scarso vento e il rientro agli estremi obbligatorio. L’aria non arriva e nelle bavette che provengono dal terzo quadrante giocano la carta di estremizzare il lato sinistro Meteor e Reglisse. L’azzardo paga nella parte iniziale, quando una rotazione di 40° scarica pochi refoli da 310°. Quando sembrano ormai sfumate le ambizioni di chi si è posizionato al centro, l’oscillazione si dimostra non persistente e, dopo un attimo di transizione, inizia a rientrare verso destra fino a stravolgere i valori in campo. Ne beneficiano Shilla e BELIMO, con Borin che segue a ruota, oltre a Stella Mia che si invola sulla destra.
C’è un momento, dopo che i Maxi si sono allontanati per la loro strada, in cui in una certa parte della flotta i Micro rappresentano quasi la totalità delle barche. Ce ne sono ovunque, per la soddisfazione del Presidente Nazionale che osserva questo risultato con la soddisfazione del giusto.
Le oscillazioni continuano, favorendo chi riesce a entrare in fase col vento e a virare sugli scarsi che superano la direzione media. Betty IV si fa rivedere sul lato destro, ma è Stella Mia a impressionare con un passo in aria leggera che la mantiene nella parte alta della flotta: il suo scafo blu si posiziona in mezzo a imbarcazioni di dimensioni ben maggiori che la circondano da ogni parte.
Mentre ci si avvicina alla Bocca di Porto che immette in laguna scatta il gioco delle coperture. Il vento ruota insistentemente verso destra, con una progressione che lo porta nel primo quadrante fin oltre gli 80°. Si instaura una lotta fra le brezze di gradiente, l’ora è proprio quella dell’inversione termica e sempre ruotando verso destra si distende una nuova bavetta proveniente da 300° con un paio di nodi di intensità. Si avvantaggia chi riesce a sentire per primo i nuovi soffi d’aria: sono Shilla, Stella Mia che lotta con un vento sporcato dalla flotta e BELIMO che si fa rivedere in avanti. Proprio questi ultimi due scafi arrivano ingaggiati alla boa di disimpegno: Stella Mia esterno si intrufola nel traffico ed esce bene, BELIMO effettua un buon giro tattico di boa chiudendo stretta e superando parecchi concorrenti. Entrambi i Micro si ritrovano davanti al gruppo, all’inseguimento dei primissimi. Inizia una lotta di coperture reciproche, con gli spi appena saliti a riva usati come armi tattiche. In un ingaggio ai limiti del regolamento, con gli scafi a contatto e i timonieri attenti ad evitare infrazioni, sembra avvantaggiarsi inizialmente BELIMO, che sopravanza un combattivo Stella Mia. L’arrivo alla Bocca di Porto genera un rimescolamento: le barche a centro baia iniziano a sentire la corrente impetuosa, prossima ai tre nodi e orientata per 320°, che attraverso lo stretto canale si riversa fuori dalla laguna. Un Este 24 a centro canale è il primo ad arretrare. Stella Mia sfrutta al meglio la sua conoscenza del campo per passare rasente alla diga foranea e mantenersi in velocità: mentre BELIMO rallenta, sembra in un primo momento che lo scafo blu abbia pescato il jolly e riesca a infilarsi nel canale. L’illusione non dura molto. È il segnale.
Mentre gli scafi di testa si fermano e iniziano ad arretrare sopraggiunge la flotta. Si rifà sotto Meteor, che affianca Stella Mia prima di iniziare anch’esso a retrocedere di pari passo. C’è chi getta l’ancora, per evitare di perdere di terreno e di collidere con chi sopraggiunge. Dal VHF, usato impropriamente dagli utenti per comunicazioni goliardiche per buona parte della regata, arriva un mormorio di disappunto quando il Moro di Venezia decide di accendere il motore e ritirarsi: allora sì, è il segnale! Di tutto il rimanente affascinante percorso, attraverso i canali fino al bacino di San Marco, pochissimi eletti equipaggi vedranno lo svolgimento successivo. Un Comitato di Regata sicuramente più attento al richiamo mediatico che all’aspetto sportivo ha infatti posizionato un campo snodato in buona parte in laguna con boe di disimpegno in successione e orientato in tutto il suo svolgimento contro la corrente. Se le carte delle maree sono note a priori (con i coefficienti più elevati indicati proprio per questi giorni e l’orario del picco di corrente sincronizzato con la partenza della regata), già alla mattina con la conferma delle previsioni di vento lieve era possibile per tutti gli equipaggi e per i volenterosi Micronauti scoprire che non avrebbero completato il percorso. Anzi, nemmeno il primo terzo di esso.
Con una risoluzione degna del miglior Circolo della Briscola e della Grappa, la flotta intera saluta la regata con un bel giro di chiave (o tiro di cordicella) e, smotorando a fatica nel letto del fiume in piena, riguadagna gli ormeggi senza vedere neanche da lontano il famoso Campanile dei Mori.
Una regata tuttavia storica per la flotta Micro, che si candida al ruolo di Classe rappresentativa anche nel territorio lagunare grazie al basso pescaggio e alla diffusione sempre più capillare e organizzata. Successo di numeri e di risultati dunque, in un ambiente conviviale e combattivo che vuole costituire il punto di forza su cui muovere i prossimi passi per alzare ulteriormente il livello della flotta italiana.
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