La sicurezza dei lavoratori nel settore marittimo e portuale: quel che è stato fatto e quel che resta ancora da fare. Sono i temi al centro del convegno “Nuove rotte per la sicurezza-Shipping&Safety” che si è tenuto oggi a Genova a bordo de La Suprema, l’ammiraglia di Grandi Navi Veloci, compagnia di navigazione leader nel Mediterraneo che lo ha promosso con Confitarma, la Confederazione Italiana Armatori che raggruppa i nove/decimi della flotta mercantile del nostro Paese, rappresentando imprese di navigazione e gruppi armatoriali operanti in tutti i settori del trasporto marittimo di merci e passeggeri, nelle crociere e nei servizi ausiliari del traffico.
Al centro dell’intervento di Nicola Coccia – Presidente di Confitarma, l’evoluzione del lavoro marittimo in linea con lo sviluppo tecnologivo della flotta e quindi l’esigenza di formare personale qualificato di bordo e di terra. Ciò è particolarmente importante per affrontare i nuovi problemi connessi alla safety e alla security: fattori fondamentali di competitività in vista della ripresa economica. Infatti, “nonostante la crisi attuale si prevede che nel 2020 i traffici di merci aumenteranno del 45% e quelli di passeggeri del 35%.
Proprio sulla necessità di spingere a fondo sugli investimenti in innovazione e sicurezza - anche in tempi difficili - ha parlato l’a.d. e presidente di Grandi Navi Veloci Silvano Cassano che vede nelle risorse umane un fattore centrale nello sviluppo dello shipping italiano verso i nuovi mercati. “Stiamo aprendoci sempre più ai paesi che si affacciano, anche economicamente, sul Mediterraneo, con nuove rotte e nuove destinazioni verso Marocco, Libia, Algeria intercettando e anticipando una nuova domanda di movimento che viene non più solo dai turisti, ma da passeggeri e operatori commerciali”.
Cesare d’Amico, Presidente del Gruppo CSO (Company Security Officer) di Confitarma, nel fare il punto sull’attuale escalation del fenomeno della pirateria, ha sottolineato l’importanza dello stretto rapporto tra armamento, marina militare e comando generale del corpo delle capitanerie di porto. Ha però evidenziato l’esigenza di rafforzare le misure già poste in essere con la missione Atalanta, prevedendo un maggior numero di navi e un miglior coordinamento nell’area del Corno d’Africa e soprattutto nel cosiddetto quadrante sud (area tra la Somalia e le Seichelles). Peraltro, Cesare d’Amico ha sottolineato che anche da parte degli armatori deve esserci un maggior coordinamento con le forze militari così come devono essere adottate tutte le misure preventive consigliate in ambito internazionale.
La sicurezza a bordo della navi e per i marittimi in genere deve però fare i conti con un vuoto legislativo
che rischia di avere pesanti conseguenze per tutto il settore. Nella corso della tavola rotonda del pomeriggio si è discusso del Testo Unico sulla Sicurezza e la Salute dei Lavoratori che deve essere adottato tenendo conto della specificità del settore. In altre parole, che le disposizioni pensate per un lavoro “terrestre” vanno adattate alla particolarità del lavoro in mare. Ma i tempi stringono: i decreti
infatti vanno emanati entro il 15 maggio 2010, pena l’applicazione anche sulle navi della normativa generale.
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