Inaugurato questa mattina alla Fiera di Genova il 53° salone nautico internazionale, totalmente rinnovato a cominciare dagli stand a terra che non ci sono più. Il salone è infatti tutto proiettato sul mare con l'unica appendice a terra rappresentata del Padiglione B di Jean Nouvelle. Un muro rosso divide quello che è stato dal presente. Un salone nuovo, forse più snello, ma che lascia un po’ di comprensibile amaro in bocca al pur minimo esercizio di “amarcord”. La parte a mare è comunque bella e poi da qualche parte si doveva pur ricominciare fissando una nuova asticella, visto che i vecchi limiti sono oramai obiettivi lunari. Un bel passeggio tra darsene, marine e ponti sospesi sull'acqua per ammirare dall'alto le imbarcazioni nel loro ambiente naturale, l’acqua, grazie ai 100mila metri quadrati di superficie in mare sui 180 mila totali. In 750 sono qui, espositori coraggiosi o semplicemente rassegnati ad esserci perché l’appuntamento clou della nautica italiana resta questo di Genova. Per loro costi ridotti di circa il 30%. Un brodino, visto che il grosso dei costi sostenuti per il salone non è certo lo spazio espositivo; ma fa bene al morale. Venderanno? Non venderanno? Iva, crisi di governo, agenzia delle entrate in agguato non mettono certo di buon umore, ma questo settore d’eccellenza italica di cui i politici si beano tanto a parole non può essere consegnato legato mani e piedi alla concorrenza estera. Di politici, ovviamente, nemmeno l’ombra e a rappresentare il governo è stato il prefetto Giovanni Balsamo. Presenti anche le autorità civili e il Comandante generale delle Capitanerie di porto Felicio Angrisano. A dare qualcosa in più è il biglietto del Salone che è diventato un pass speciale per oltre 300 esercizi commerciali, per il sistema museale genovese e per l'Acquario.
Per il presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni, "questo Salone rappresenta un riscatto che vogliamo fortemente, in cui abbiamo investito tutte le risorse. E' il Salone del made in Italy, che si rivolge al primo mercato al mondo che è quello del Mediterraneo”.
Albertoni ha poi espresso soddisfazione, beato lui, per il cambio di passo attuato dalla politica nei confronti del comparto nautico. Sicuramente vero, anche perché grazie all’ottimo lavoro fatto anche e soprattutto da Ucina, è stata eliminata la tassa di proprietà per le imbarcazioni fino a 14 metri e ridotta per quelle fino a 20 metri. Il problema è che deve cambiare anche l’atteggiamento in mare, dove i controlli sono asfissianti e del bollino blu si è persa traccia.
Questa la situazione e dal punto di vista economico, a continuato Albertoni, "abbiamo chiuso il 2012 a 2,5 miliardi di fatturato complessivo per il comparto nautico (contro i 6 miliardi registrati nel 2008). La stagione 2012-2013 si è chiusa ad agosto con un risultato negativo rispetto al 2012 perché i provvedimenti del Governo non hanno fatto in tempo a produrre gli effetti sperati, invertendo la tendenza. Abbiamo però registrato una modesta ripresa nell'ultimo anello della catena della nautica, cioè i servizi e il turismo, che hanno segnato un lieve segno positivo. Questo ci fa ben sperare per il 2014". Galleggiano le barche e galleggia la speranza. Nessuno ha interesse ad affondare nulla, ma in tanti ci mettono, forse inconsapevolmente, proprio un grande impegno.
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