Si è sciolto il burro? Può sembrare una domanda strana in una traversata oceanica, ma era una vecchia convinzione di tutti i navigatori che andavano verso i Caraibi: rotta verso sud finchè il burro si scioglie, poi l'ovest. Non è certo così per questa ARC, che attraversa l’Oceano Atlantico con una flotta di imbarcazioni da crociera, ma lo spirito è questo. E a bordo ora il burro si è sciolto e stanno tutti (quasi) navigando verso ovest. Un complicato sistema di bassa pressione presente proprio in mezzo all’Atlantico ha complicato un po’ la navigazione verso sud, ma piano piano, senza i potenti mezzi delle regate che li hanno preceduti nel giorni scorsi, hanno sfilato l’arcipelago di Capo Verde e nelle ultime 24 ore stanno mettendo la prua in direzione dell’isola di Santa Lucia.
C’è una classifica? Certo! Ed è in testa uno splendido Swan 72 italiano, il Silandra V, che concorre nella divisione Racing. Alla partenza di domenica scorsa ha innalzato il suo grande spi ed ha iniziato la sua fuga seguito da Geisha e Optim'X e ha scelto la via del nord, addirittura al di sopra della linea lossodromica, sperando di passare sopra al sistema di bassa pressione ed evitare anche il pot-au-noir che dovrebbe interessare la parte della flotta che ha scelto la rotta più a sud. Al momento il loro azzardo sta ancora pagando ma la verità si saprà solo alla fine.
Il resto della flotta se la spassa verso sud incantata dalla vita marina e dai numerosi delfini che si incrociano:” Non si può fare una traversata atlantica senza delfini – comunica Julian Sincock, comandante dello Swan 51 Northern Child- e sono lieto di dire che siamo stati visitati spesso da queste silenziose ed intelligenti creature. Talvolta sono in piccoli gruppi di due o tre, più spesso appaiono in centinaia. Mantengono la nostra rotta e la nostra velocità e sembrano abbiamo piacere della nostra compagnia. Poi si stufano della nostra lentezza e se ne vanno”.
Anche i pescatori hanno incominciato a dimostrare la loro abilità. Jordan Sparkes, 15 anni, “marinaio” dell’equipaggio di Chili Oyster, ha descritto con orgoglio il suo primo pesce pescato nella traversata:” Ho speso 500 sterline per la mia attrezzatura da pesca, ma finalmente oggi ho catturato un gran bel Dorado di 5 libbre e lungo quasi un metro. E'stato uno sforzo di gruppo; ha abboccato al kit di papà, ma sono stato io che l’ho filato stamattina. La mamma lo cucinerà per pranzo”.
“Abbiamo la fortuna di portare il nome dell’Italia nel nostro brand, e vogliamo che ogni componente, ogni fibra, ogni finitura parli la lingua del nostro saper fare"
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