Raramente velisti così esperti e  conoscitori di tutti i mari del mondo hanno descritto le condizioni di navigazione di venerdì e della scorsa notte in termini così drammatici. Un mare definito “dantesco” con discese nel cavo dell’onda di oltre 10 metri attraverso onde frangenti che rendevano la superficie simile ad una pista di sci, completamente bianca per gli spruzzi e la schiuma. Niente altro cui pensare, per i primi cinque, se non ha mantenere integro lo scafo, rallentando al massimo per poter effettuare incredibili slalom tra montagne liquide scosse da un vento che ha oltrepassato i 60 nodi. Chicchi di grandine, neve, pioggia, un cielo color apocalisse, un oceano infuriato e venti in grado di ”togliere le corna a un bue”: questa, in sintesi, la descrizione del “Pacifico Furioso” che per fortuna questa mattina ha spostato la sua ira verso sud. Queste condizioni meteo, con una bassa pressione permanente, non sono infrequenti in questo tratto di mare, tuttavia sembra che questo mese di dicembre sia particolarmente perturbato a causa di uno scontro frontale tra l’aria antartica e l’aria molto calda del deserto australiano che, viaggiando verso latitudini meridionali, sta formando queste grosse perturbazioni temporalesche con una forte attività elettrica e venti devastanti. La peggio l’ha avuta Sébastien Josse. Il suo BT è stato praticamente ribaltato dalla forza delle onde, coricandosi su un fianco per almeno 110 gradi con la punta dell’albero in acqua. Ci sono voluti parecchi, interminabili minuti, prima che la barca si raddrizzasse. Nessuna imprudenza da parte sua: stava dirigendo a nord proprio per evitare il peggio, con tre mani di terzaroli e la trinchetta. Stamattina una prima stima dei danni: all’interno è volato praticamente via tutto, la testa dell’albero è senza strumenti di navigazione. L’anemometro e la banderuola sono spariti. I timoni sembrano aver qualche problema, ma al momento le condizioni meteo sono ancora troppo violente per poter constata tre meglio il danno. La tuga è rotta in tre punti. Una di queste fessure corre per tutta la lunghezza della tuga e lascia filtrare acqua all’interno. Una paratia interna è anch’essa danneggiata. La gara è quindi per il momento messa da parte. Anche se i danni strutturali non saranno giudicati tali da mettere in discussione la sicurezza, la lotta per il primo posto non è comunque più un obiettivo perseguibile. 
Classifica alle ore 16:00 del 27 dicembre
1-Michel Desjoyeaux (Foncia) a 9899,3 miglia dall’arrivo
2-Roland Jourdain (Veolia Environnement) a 68,9 miglia dal leader
3-Jean Le Cam (VM Matériaux) a 165,7 miglia
4-Armel Le Cleac’h (Brit Air) a 338,6 miglia
5-Vincent Riou (PRB) a 375,2 miglia 
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