Vela internazionale - Questo è stato il 42° giorno di corsa per questo Vendée Globe e i leader sono teoricamente a metà percorso. Ma dire che restino ancora “solo” altri 42 giorni per ritornare a Les Sables d'Olonne sarebbe molto imprudente. Davanti a loro ci sono ancora 11.851 miglia di mare da percorrere, punteggiate di scogli e falsi amici. E, per prima cosa, vi è un terzo oceano da attraversare che di Pacifico ha solo di nome. Quando raggiungeranno la metà di questo deserto liquido, i solitari saranno a 2.000 miglia da qualsiasi terra abitata. Poi sarà Capo Horn, il confine simbolico che segna la fine dell’epopea nel profondo sud, e subito dopo, ben nascoste, alcune belle depressioni sudamericane. Poi la risalita dell’Atlantico, dove, chi potrà ancora farlo, giocherà le sue ultime carte.
Il punto a metà corsa lo danno le statistiche: dei 30 partiti ne sono rimasti in gara 18, assolutamente in linea con i numeri delle precedenti edizioni. Scalare l’Everest della vela onè per tutti. Il golfo di Biscaglia ha eliminato i primi 4(Bestaven, De Pavant, Thiercelin e Thompson), l'Atlantico ha avuto ragione di Beyou e Basurko, nell’Indiano, nello spazio di 10 giorni, la campanella è suonata per Peyron, Wavre, Stamm, Golding e Dejeanty. Per quanto riguarda Yann Eliès, è atteso a Fremantle lunedi mattina presto;questo suo primo Vendée Globe rimarrà per sempre nella sua memoria.
Questo fine settimana è stato dedicato da molti al bricolage: Jean-Pierre Dick ha riparato il suo timone in 48 ore, Brian Thompson ha tappato la perdita al ballast anteriore, Arnaud Boissières ha strappato anche il suo Solent. Infine, lo avevamo dimenticato, Marc Guillemot deve sempre riparare la guida dell’albero che gli impedisce di issare completamente la vela.
In fondo alla flotta, a quasi 4.000 miglia leader, Raphael Dinelli – che si è preso 5 ore di penalità per non aver rispettato la porta atlantica - e Norbert Sedlacek stanno cercando di evitare di venir raggiunti da due tempeste che arrivano da ovest. C’è una sola certezza per tutti: che niente è ancora deciso per nessuno. Ci saranno altre rotture, altri guai, altri momenti di depressione, ma anche momenti emozionanti e magici, che una volta raggiunto il porto delle Sables d’Olonne, avrà valso la pena di aver vissuto nonostante tutte le pene patite.
Davanti a tutti Michel Desjoyeaux, Roland Jourdain, Sebastien Josse, Jean Le Cam, Armel Le Cléac'h e Vincent Riou navigano ormai nel Pacifico. A sud della Nuova Zelanda, alcuni avanzano di fronte ad una depressione, mentre altri (La Cléach 'e Riou), sono in piena zona di transizione. Foncia fa 18 nodi contro i 7 di Brit Air. Questo perché i due gruppi hanno adottato strategie diverse: a sud i primi quattro, ad affrontare il cuore del Pacifico, 217 miglia più a nord gli ultimi due, con una scelta sicuramente più prudente.
Classifica alle ore 20:00 di sabato 20 dicembre
1- Michel Desjoyeaux (Foncia) a 11785 miglia dall’arrivo
2- Roland Jourdain (Veolia Environnement) a 62,2 miglia
3- Sébastien Josse (BT) a 159,5 miglia
4- Jean le Cam (VM Matèriaux) a 200 miglia
5- Armel Le Cléac’h (Brit Air) a 494,4 miglia
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