“Non siamo mai stati invitati a partecipare ai tavoli ministeriali sulla privatizzazione del Gruppo Tirrenia – afferma Paolo d’Amico– mentre la Commissione trasporti della Camera dei Deputi ha ritenuto opportuno conoscere anche il punto di vista di Confitarma”
“Nel corso dell’audizione odierna – prosegue il Presidente di Confitarma – abbiamo avuto modo di illustrare la nostra posizione, sottolineando ancora una volta l’esigenza che il processo di vendita della flotta pubblica sia definito in modo chiaro e trasparente, in linea con le norme generali del Trattato di Roma e in particolare con quelle del Reg. 3577/92 sulla liberalizzazione del cabotaggio negli stati membri dell’UE”.
“Evidentemente anche noi auspichiamo che la flotta ritenuta efficiente, in futuro possa esser gestita da operatori italiani e in quest’ottica riteniamo che particolare attenzione debba essere rivolta al mantenimento dell’occupazione.
Comunque, ribadisco che l’unica via per la soluzione della questione Tirrenia, è procedere alla privatizzazione prescindendo dalle future convenzioni che dovrebbero invece essere messe a gara per tutti i soggetti interessati alle singole linee. Infatti, una privatizzazione svincolata delle convenzioni, da assegnare in un momento successivo, risulterebbe più aderente ai principi della liberalizzazione del mercato, e quindi di una libera competizione aperta a tutti su basi paritarie ed eviterebbe il rischio di ricorsi in sede europea contro un’assegnazione collegata alla privatizzazione”.
“Per quanto riguarda il passaggio alle Regioni delle Società regionali - conclude Paolo d’Amico – è indispensabile prevedere la successiva apertura dell’azionariato ai privati, al fine di attuare concretamente la privatizzazione di tali società in linea con gli indirizzi espressi dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che sancisce la necessità di tenere distinte le attività di controllo da quelle di gestione”.
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