Arriva un miliardo e mezzo per il Terzo valico ferroviario Genova-Milano, il treno veloce per ridurre a 50 minuti il tempo necessario per far viaggiare le merci dal capoluogo ligure a quello lombardo. Anello mancante per unire Rotterdam a Genova e matrimonio di interesse tra ecologia e economia. Invocato ed evocato a gran voce il 5 marzo nel convegno "Porti verdi: verso un trasporto sostenibile" che si è tenuto a Genova a "Energethica, Salone dell'energia rinnovabile", il finanziamento è stato sbloccato definitivamente il 6 marzo dal Cipe, presieduto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il finanziamento dovrà essere ora registrato dalla Corte dei Conti, forse entro aprile. "Pensiamo a quanto tempo abbiamo perso a causa di chi in questi anni ha bloccato l'Alta Velocità impedendo lo sviluppo del trasporto. Sono maggiori i costi del non fare, terzo valico e corridoio 5, dei costi della casta". Mino Giachino - sottosegretario ai Trasporti - non ha usato giri di parole, nel corso del convegno che poneva sotto i riflettori l'eco sostenibilità dei trasporti, i nuovi modelli di sviluppo dei trasporti merci e le best practices dei porti italiani. I quali, nella maggior parte dei casi, sono mal collegati via ferrovia, con conseguente inquinamento derivante dell'autotrasporto. Senza contare l'inquinamento causato dai motori delle navi ferme in banchina. Per questo ultimo problema la proposta è quella di fornire le banchine di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo che possano spegnere i motori dopo l'attracco. Ne è un esempio l'accordo firmato dal presidente di Regione Liguria Claudio Burlando con Enel per fornitura di energia eolica e da fotovoltaico con un investimento da 14 milioni di euro. Si sta studiando anche il sistema per l'abbattimento delle polveri provenienti dall'area delle riparazioni navali, mentre un altro tema spinoso sono i dragaggi e le bonifiche. "Troppi porti e troppe piastre logistiche" è la diagnosi di Altero Matteoli, ministro dei Trasporti presente virtualmente a mezzo intervista registrata - oltre ai prezzi troppo alti del cargo". Si sta lavorando alla modifica della 84/94 ma il problema è l'autonomia delle Autorità portuali. Secca battuta di Francesco Nerli, presidente di Assoporti: "Troppi porti? In Italia, l'unico porto recente è quello del secolo scorso di Gioia Tauro, tutti gli altri risalgono anche a 2200 anni fa". Certo la gran parte dovrebbe essere riconvertita alla pesca, alla nautica da diporto o alle Autostrade del Mare. "Ma il vero problema - ha proseguito Nerli - è che negli altri paesi si stanziano soldi per la logistica, vedi Amburgo e Brema 250 milioni di euro. In Italia zero euro. Oltre a non dare nulla alle Autorità portuali, l'attuale governo ha seccato il fondo del ministero per i porti". Colpa della crisi? Assoporti ha proposto "di defiscalizzare di 5 punti il costo del lavoro per tre anni per le imprese portuali - ha spiegato Nerli - questa misura costerebbe al Governo solo 30 milioni di euro e le imprese portuali si impegnerebbero a non licenziare nessuno". Pare che la proposta sia caduta nel silenzio più totale. In Italia si favoriscono gli automezzi ecologici euro 5 e euro 6 riducendo lo sconto autostradale agli inquinanti, "ma poi succede che i nostri camion non possono andare in Austria, mentre a Brindisi e Trieste arrivano mezzi stravecchi dai Balcani. Facciamoci sentire!". E' l'esortazione di Alfonso Trapani, segretario generale di Anita, associazione nazionale dell'autotrasporto, che ha suggerito di illuminare le aree di sosta dei camion con energia da fonti rinnovabili e di utilizzare le grandi superfici coperte degli interporti per installare impianti fotovoltaici. Ma di vitale importanza è anche l'impegno di Cargo Trenitalia a ridurre i costi, non facile in un periodo di crisi .
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