Le paralimpiadi della vela a Londra 2012 finiscono un po’ ingloriosamente, con il vento che lascia a terra gli atleti e soprattutto la loro voglia di regatare fino all'ultimo. Un’esperienza coinvolgente ed entusiasmante sia per i novizi, sia chi alle spalle aveva già altre olimpiadi. Per molti di loro le olimpiadi dovrebbero non finire mai.
“Queste due settimane qui a Weymouth sono veramente volate – ha commentato Massimo Dighe (Sonar) - Dai primi giorni in cui abbiamo iniziato a confrontarci con gli altri equipaggi per allenamento ci siamo concentrati sul settaggio ottimale della barca che ci consentisse anche di guadagnare un minimo vantaggio che ci potesse aiutare in una flotta così serrata come quella della classe Sonar. Sono poi iniziate le regate in cui abbiamo sempre cercato di dare il nostro meglio e di mettere in pratica tutto quello che avevamo provato negli allenamenti a Malcesine, ottenendo anche qualche buon risultato tra i primi posti. Purtroppo qualche errore e la mancanza di esperienza rispetto ad altri equipaggi non ci hanno permesso di raggiungere l'obiettivo sperato di entrare nei primi dieci, ma oggettivamente è un risultato giusto. E' stata comunque un'esperienza fantastica che resterà indimenticabile, e che lascio alle spalle con la consapevolezza di aver fatto, con tutto l'equipaggio, tutto il possibile”.
Il Tecnico Federale Giuseppe Devoti ha tracciato un bilancio delle Paralimpiadi Londra 2012: “Sono veramente molto fiero dei nostri azzurri. Siamo tra le cinque nazioni che hanno qualificato le tre classi: Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Australia e Italia. In soli due anni abbiamo fatto un buon lavoro lavorando in parallelo con Skud 18, 2.4 mR e Sonar. Un grande sforzo da parte della Federazione Italiana Vela che si è impegnata a fondo in questa nuova sfida. Queste Paralimpiadi sono state un’esperienza importantissima e ora dovremo mettere a frutto il bagaglio di tutto quello che abbiamo imparato. I nostri atleti sono arrivati a Weymouth molto motivati e fino all’ultima prova hanno dato tutto quello che avevano.”
Qualche rimpianto nelle parole di Marco Gualandris (Skud 18): “Ci stiamo preparando a tornare a casa dopo questa trasferta di 16 giorni , sono contento ma anche sfinito. Contento perché il nostro quinto posto con lo SKUD ci ripaga del lavoro che abbiamo fatto in questi due anni e contento per la sospirata vittoria nella decima prova. Una vittoria che sembrava non arrivare mai, altre due volte siamo stati nelle posizioni di testa ma la sfortuna ci ha messo del suo e abbiamo perso posizioni. Io e Marta (Zanetti n.d.r.) abbiamo sempre dato il massimo in barca, non ci siamo risparmiati niente, possiamo proprio dire di non avere rimpianti per la nostra gara. Un ringraziamento va a tutto lo staff federale che ci ha portato sin qui e alle persone che ci hanno sostenuto durante la campagna paralimpica. Grazieeeee!”
Il veterano Fabrizio Olmi, che ha rappresentato l'Italia nella classe 2.4mR, ha dichiarato: "Giunti alla fine dei giochi di Londra 2012, le sensazioni che si provano sono molteplici. Per me questa è stata la terza esperienza paralimpica con la classe 2.4 . L’emozione della prima volta ha lasciato spazio alla concentrazione: dare il meglio in regata facendo tesoro delle esperienze precedenti. Dopo il 10° di Pechino pensavo di poter migliorare la mia prestazione, purtroppo sono riuscito solo ad eguagliare il risultato. Un po’ di amarezza per non aver centrato l’obiettivo che mi ero posto ma comunque sereno per aver dato il massimo. Molto probabilmente questa di Londra sarà la mia ultima campagna paralimpica con la classe 2.4. Non so ancora cosa farò nel prossimo quadriennio, mi piacerebbe trasmettere la mia esperienza ai giovani visto che ho conseguito il brevetto di istruttore FIV. Non è detto però che non tenti di partecipare ai Giochi di Rio con un’altra classe".
Antonio Squizzato (Sonar) al termine della cerimonia di premiazione ha commentato: "Eccitante è l'aggettivo che userei per definire questa esperienza sportiva. Abbiamo messo il nostro massimo impegno per raggiungere l'obiettivo che ci eravamo prefissati, entrare nei primi 10. Fino all'ultimo ci abbiamo provato, ma il livello della flotta era molto alto e a noi è mancato quello che ti dà l'esperienza, ciò che gli altri equipaggi hanno maturato assieme, in alcuni casi per un periodo più lungo di un quadriennio. Se siamo stati competitivi in alcune prove lo dobbiamo al supporto del nostro tecnico che ci ha trasmesso parte della sua esperienza sotto l'aspetto tecnico e mentale per una regata che è diversa da tutte le altre: le Olimpiadi sono uniche."
Questi i piazzamenti finali degli azzurri impegnati a Weymouth: nella classe Skud 18 Marco Gualandris e Marta Zanetti chiudono al 5° posto; nella classe 2.4 mR Fabrizio Olmi termina al 10° e nel Sonar Antonio Squizzato, Massimo Dighe e Paola Protopapa sono al 12° posto.
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