“L’approvazione della legge che istituisce la Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia da parte del Consiglio Regionale è un importante risultato verso il completamento del Sistema regionale delle Aree protette, con quest’area di notevole pregio naturalistico in comune di Cairo Montenotte, già riconosciuta quale Sito di importanza comunitaria, inclusa nel Piano delle aree protette di interesse provinciale della Provincia di Savona e interessata dall’Alta Via dei Monti Liguri”, afferma l’assessore all’ambiente della regione Liguria Franco Zunino.
“Novità rilevante- sottolinea Zunino- è che si tratta della prima area protetta di grande estensione (1.273 ettari) interamente di proprietà pubblica, acquisita dalla Provincia di Savona nell’ambito della procedura fallimentare della Società Ferrania, a seguito di un protocollo di intesa tra la Regione, la Provincia stessa ed il Comune di Cairo Montenotte La Regione Liguria con una quota di 675 mila eur, la Provincia di Savona di 250 mila, mentre il comune di Cairo Montenotte ha curato l’acquisto di beni di rilevante interesse per la comunità locale”
La gestione è affidata alla Provincia di Savona con la collaborazione del comune di Cairo Montenotte.
Con l’istituzione della Riserva naturale regionale si aprono nuove prospettive, con benefici anche economici e sociali per la comunità locale.
“Si tratta di una zona di media altitudine, fra i 500 e gli 800 metri s.l.m., costituita da una ricca varietà di substrati geologici, generatrice di formazioni geomorfologiche altrettanto diversificate, fra le quali si ricordano gli affioramenti rocciosi di Rocca dell’Adelasia, emblematica della Riserva per il suo ergersi nuda e possente da una fitta coltre boschiva, e fenomeni carsici come grotte e doline”, spiegano all’assessorato Parchi della Regione liguria.
Assieme alla ricchezza di corsi d’acqua, con pozze, cascatelle e meandri, i boschi rappresentano l’attrattiva maggiore della riserva. Bellissime e diffuse le faggete, fra le quali si distingue quella del Costellasso, dove si trovano maestosi esemplari secolari. Sono inoltre presenti molte specie botaniche rare o relativamente rare, come la cerrosughera, l’acero di monte, il tiglio, il pungitopo, il mirtillo nero, il giglio di San Giovanni, la caltra palustrre, lo zafferano ligure, oltre a diverse specie di orchidee.
La fauna selvatica è rappresentata da mammiferi, quali il cinghiale, il daino ed il capriolo, la volpe, il tasso e la puzzola, il chirottero, da uccelli, fra cui si ricordano lo sparviere, il picchio verde, il picchio rosso maggiore, il picchio muratore, il merlo acquaiolo, il martin pescatore, ma sono forse gli ambienti acquatici ad ospitare le specie di maggior interesse, con la presenza di anfibi divenuti ormai rari (tritoni, salamadra gialla e nera) oltre al gambero di fiume.
La ricchezza di acque e di legname pregiato è inoltre all’origine della lavorazione del ferro, avviata nel Medioevo su probabile iniziativa benedettina – la ferriera citata fin dall’XII secolo come “Ferranica” è all’origine dell’odierno toponimo di Ferrania – testimoniata da una interessante ed in parte ancora leggibile rete di manufatti, di sistemazioni idrauliche, di infrastrutture viare, di coltivazioni forestali.
L’assetto proprietario - per secoli rimasto sostanzialmente unitario, passando dalle grandi famiglie nobili (Scarampi, Seysell, Durazzo, De Mari) al patrimonio di importanti società industriali all’inizio del 1900 (SIPE, Ferrania, 3M) per giungere inalterato fino ad oggi – ha consentito la conservazione di un paesaggio agricolo e forestale omogeneo e ben caratterizzato, nelle sue alternanze equilibrate di colture da legna, da frutto, da pascolo, da sfalcio, imperniate attorno alle cascine dei fittavoli.
Infine, la leggenda stessa arricchisce il fascino di questi luoghi, facendo risalire il toponimo dell’Adelasia alla figura della bella figlia di Ottone I, fuggita dalla corte imperiale con il suo amante Aleramo, fondatore della dinastia aleramica e primo signore del marchesato del Vasto esteso fra Acqui e Savona, per rifugiarsi nelle cavità della Rocca che porta ancora il suo nome.
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