Stati generali dei parchi e delle aree protette della Liguria, nel pomeriggio, in Regione e primo confronto con il neo assessore all’Ambiente Renata Briano. Con buone notizie sul turismo all’aria aperta che continua a crescere nella nostra regione.
Fanno parte del sistema aree protette ligure un parco nazionale (Cinque Terre),nove parchi naturali regionali, (Alpi Liguri, Antola, Aveto, Beigua, Montemarcello-Magra, Portofino, Bric Tana, Piana Crixia, Portovenere), quattro riserve naturali regionali (Adelasia, Bergeggi, Gallinara, Rio Torsero), un giardino botanico regionale ( Villa Hanbury) un giardino botanico provinciale (Pratorondanino), un’area protetta di interesse locale (Parco delle Mura).
Il Sistema, che comprende 71 comuni liguri, quasi un terzo del totale (235) è integrato da tre Aree Marine Protette statali (Bergeggi, Cinque Terre e Portofino), 1 in corso di istituzione (Gallinara), e dalle aree di tutela marina di due aree protette regionali (Giardini Botanici Hanbury e Portovenere). La Liguria inoltre è membro dell’Accordo internazionale per il Santuario dei cetacei del Mar Ligure.
L’Unesco ha classificato “Patrimonio dell’Umanità” l’insieme del Parco Nazionale delle Cinque Terre - Parco Regionale di Porto Venere e “Geoparco” il Parco Regionale del Beigua.
L’Alta Via dei Monti Liguri, con i 400 km dell’itinerario principale e gli 80 percorsi di raccordo ufficiali connette tutte le aree protette. Ma la rete è assai più estesa. Centinaia di chilometri di sentieri, tra le migliaia ereditati dalla storia, sono oggi riscoperti e mantenuti dagli enti di gestione dei parchi, da altri enti e da associazioni.
I parchi liguri e l’Alta Via stanno registrando un crescente interesse, consolidando mète già note e soprattutto attraendo quote di visitatori ormai numericamente rilevanti verso l’interno. Il fenomeno è particolarmente importante per la diversificazione e destagionalizzazione dell’economia turistica della Liguria.
In testa il Parco Nazionale delle Cinque Terre che attrae tutto l’anno un numero enorme di visitatori da tutto il mondo, ha creato posti di lavoro tali e si sta attrezzando per indirizzare crescenti quote di visitatori verso l’interno, fino alla Val di Vara.
Tra le aree protette regionali alcune mete registrano numeri importanti. E’ il caso dell’Area protetta regionale Giardini Botanici Hanbury, con oltre 40 mila visitatori paganti all’anno, distribuiti principalmente da febbraio a ottobre, con punte da aprile a giugno.
Il Parco di Portofino, di forte e consolidato richiamo, conta grandi numeri non solo nelle celebrate mète costiere, come San Fruttuoso, ma anche all’interno. Sul principale nodo dei sentieri del Monte (Pietre Strette) transitano ogni anno oltre 55 mila escursionisti.
Nel Parco dell’Aveto, il complesso minerario museale di Gambatesa registra dai 16 ai 18 mila visitatori annuali, con punte nei mesi di aprile e maggio per le gite scolastiche e si qualifica come la principale meta del turismo culturale-didattico dell’entroterra e tra le più importanti della Liguria.
Sempre nell’entroterra, sono significativi i dati forniti dalla Associazione Alta Via dei Monti Liguri. Da aprile a luglio 2009, dalla recente installazione degli ecocontatori, sono stati registrati 9 mila passaggi a Praglia e quasi 1.700 passaggi al passo della Cappelletta, presso il monte Gottero.
Ma i dati più sorprendenti dell’entroterra arrivano dal Parco Regionale - Geoparco del Beigua dove, in sei mesi, da aprile a settembre 2009, gli ecocontatori hanno registrato quasi 6 mila passaggi nella Foresta Deiva, oltre 15 mila sia nel Canyon della val Gargassa che sul percorso Curlo-Passo della Gava e oltre 28 mila tra Prariondo e la Torbiera del Laione.
Nello sviluppo del Progetto Regionale Alta Via, è stato avviato un percorso di miglioramento e promozione dell’accoglienza delle strutture ricettive convenzionate. Con una differenza e una proposta.
“Rispetto a rifugi, B&B, agriturismi, locande, ossia le strutture della Liguria montana e rurale- si afferma nel dossier Parchi presentato oggi dalla Regione Liguria- ben diversa è la condizione degli hotel, ristoranti e in genere esercizi turistici delle aree forti costiere, dove l’esistenza di un parco fornisce loro un plusvalore notevole”.
La presenza di blasonati hotel, per esempio, nel Parco di Portofino, da sola forse non basterebbe a determinarne la fama e i prezzi se il parco non esistesse e il Promontorio fosse in gran parte edificato come il territorio circostante.
Da qui l’idea di sperimentare e condividere modalità di partecipazione con i soggetti interessati allo sviluppo e alla promozione del parco attraverso una partecipazione ai costi manutenzione dei percorsi ,dei quali beneficiano anche i clienti, grazie a sponsorizzazioni ad hoc.
Un esempio diretto di autofinanziamento viene invece dall’Area Marina Protetta di Portofino, che ottiene entrate notevoli attraverso l’erogazione di servizi agli utenti: iniziative commerciali, rilascio di autorizzazioni alle immersioni e alla pratica della pesca sportiva, ticket per l’utilizzo di sistemi di ormeggio. Queste entrate, superiori ai fondi erogati dal ministero dell’Ambiente, vengono utilizzate essenzialmente per il funzionamento del Consorzio di gestione.
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