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Libri: "Mare Notte" di Donatello Bellomo

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Inbar Meytsar

"Mare Notte", quarto romanzo della saga del marinaio gentiluomo Cedric Destouches, nato dalla fantasia di Donatello Bellomo, uno dei più originali scrittori di mare italiani, sbarca in libreria con una nuova, avvolgente storia di mare, amori, naufragi e imbrogli.
Protagonisti ancora una volta l'inossidabile Destouches e il suo amico giornalista-velista al quale tocca il compito di narrare al lettore i misteri che si celano dietro una misteriosa polena ripescata fortunosamente dalle acque dell'Atlantico.
La magica-maligna polena che raffigura una donna con un gatto e un mazzo di lavanda in mano è al centro di un enigma che affonda nel passato del vecchio comandante, negli anni dei giganti del mare, come l'Andrea Doria inghiottita dal mare al largo di Nantucket.
Bellomo, profondo conoscitore dell'epopea delle regine dei mari, tesse la sua trama attorno alla tragedia dell'ammiraglia della flotta italiana ma, fedele all'idea che l'Oceano è lo scrigno di tutte le storie, si diverte a trascinare il lettore su rotte ingannevoli che toccano porti, barche, marinai di diverse epoche. A fare da passpartout l'ossessionante polena che sembra riemersa dalle acque con una missione: svelare storie di amori e naufragi. Amori sordidi come quelli del guardiano del faro su cui pesa la responsabilità del naufragio di un veliero; amori salvati dalle onde come quello tra la cantante dell'Andrea Doria e Destouches; amori giovanili come quelli del giornalista-velista che ritrova nei tratti della polena una donna mai dimenticata.
Tutti i protagonisti di questa storia sono, in fondo, naufraghi di un amore e prigionieri di emozioni che non sono arrivate in porto. Ma a rompere lo spleen di pagine che sanno di salsedine e nostalgia come sempre è l'irriverente, carnale, indomabile Destouches: sarà lui a svelare il vero mistero della polena, che a conti fatti è l'eterno dilemma del marinaio: chi scegliere tra la donna e il mare?

L'AUTORE::
Donatello Bellomo, caposervizio alla Cultura e Spettacoli del quotidiano «L'Arena» e storico della navigazione, è vicepresidente dell'associazione Vedetta sul Mediterraneo di Giovinazzo, è membro della Nautical Historical Society e collabora con prestigiose riviste nautiche. Suona il sax tenore e, appena può, va a vela. Ha pubblicato due volumi di racconti, Sextet. Sei racconti americani e Il posto di mezzo, e i romanzi La notte in cui le farfalle volarono indietro (1993), L'uomo che cavalcava un sogno (1997), La settima onda (Premio Tuscania, Libro dell'Estate 1999; Premio Gaeta 1999 per la narrativa d'avventura), L'ultima notte sul Normandie (2001), Prigionieri dell'oceano. La tragedia del Laconia (2002). Con Mursia ha pubblicato L'uomo del cargo e La donna della tempesta, finalisti al Premio Sanremo 2005 e 2006.

INTERVISTA ALL'AUTORE: Donatello Bellomo
Che tipo di marinaio è Cedric Destouches?
Per dirla con Joseph Conrad è “marinaio di cuore, di mente; soltanto uomo di mare e di navi”. È un uomo che mal si adatta alle regole di vita dei terricoli, un eterno disadattato che trova il suo equilibrio solo nel rapporto inquieto e virile con il mare e le barche.

Destouches è un “lupo di mare” che concede poco o niente alle buone maniere: brusco, scortese, bugiardo a volte.
A chi si è ispirato per tratteggiarne i contorni?
Mi lasci spezzare una lancia a favore del Comandante: è anche profondamente leale. Fedele a se stesso, agli amici, alle barche. Ha la dirittura morale degli uomini di mare che guardano alla sostanza e non alle manfrine. È uno che ha divorato la vita e nonostante l’età continua a farlo.
Ho mescolato nella sua identità tanti veri uomini di mare che ho conosciuto negli anni. È una specie di archetipo marinaresco: britannico nel rigore, francese negli eccessi, e italiano nella sua passionalità un po’ guasconesca ma incantatrice.

I marinai sono un soggetto letterario molto frequentato. Perché secondo lei? O meglio, perché lei ha scelto di scrivere di uomini di mare?
Una volta mia nonna, figlia di un nostromo barese, mi ha detto: “tutti gli uomini sono marinai, ma i marinai sono più uomini degli altri”.
Lo penso anch’io e credo che sia per questo se funzionano anche come personaggi letterari: rappresentano modelli maschili forti, controcorrente rispetto alla crisi del maschio che parrebbe incombere su tutti noi. Non che mi importi granchè, a dire il vero, perché sono un solitario che soffre la solitudine.
Poi c’è il fascino del mare come ultimo territorio di frontiera e il rapporto con le barche fatto di manualità, abilità, empatia.

I romanzi di mare e marinai piacciono di più alle lettrici o ai lettori?
Non ne ho la più pallida idea. Certo, se fossi una donna credo mi lascerei “andare” a un uomo come il Comandante Destouches, con cui non corri mai il rischio di annoiarti. Destouches è il nom de plum di un uomo che mi onora della sua amicizia e che abita alla Rochelle. Per lui ho “rubato” il cognome di Céline, autore del “Viaggio al termine della notte”, il vero affresco narrativo del Novecento, la testimonianza di un secolo straordinario e feroce.

In tutti i suoi romanzi le donne hanno sempre un ruolo fondamentale: in Mare Notte, la quarta ed ultima avventura del Comandante da poco in libreria, c’è una storia d’amore burrascosa. E non in senso metaforico, visto che la storia nasce da un salvataggio in mare.
Non vorrei ricorrere alla trita metafora del binomio-antinomia mare-donna. Sono un romantico un tantino invecchiato e un po’ cinico ma ho avuto la grazia di innamorarmi e molte delle emozioni che trattengo e mantengo le devo a una donna. Tutti nasciamo da una donna, tutti ne abbiamo amata e perduta almeno una. Tutti siamo stati reinventati da una presenza femminile e forse anche migliorati. Come tutti quelli che si sentono marinai io amo le barche, quasi più del mare. Le navi, i cargo, i transatlantici, i pescherecci. Le considero “banco di prova di coraggio, di fedeltà e di amore”. Lo ha scritto Conrad, che prima di essere un grande scrittore era un bravo comandante.

Perché si dice che gli italiani non sanno scrivere di mare?
Perché si dicono un sacco di idiozie? Non lo so. Chi ha mai pensato che l’Odissea è in realtà un romanzo di mare? Però so che I Malavoglia è uno straordinario romanzo di mare; che abbiamo avuto un Brignetti, un Vittorio G. Rossi, Tobino. Tanto per citare i primi che mi vengono in mente. Siamo afflitti da esterofilia marinaresca. Tutto qui.

Mare Notte
Donatello Bellomo
Mursia
pp. 264
€ 18,00


03/11/2008 14:17:00 © riproduzione riservata






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