Si chiamava Alain Bombard, un medico francese con nessuna esperienza in navigazione. Il 19 ottobre 1953 partì dalle Isole Canarie su un minuscolo gommone – senza acqua e senza provviste – e per 65 giorni affrontò fame, sete e tempeste per raggiungere Barbados, Caraibi. Obiettivo? Salvare vite, dimostrando che la mente dell’uomo, con la giusta preparazione, può affrontare qualsiasi avversità. Il suo diario è raccolto in “Naufrago volontario – 65 giorni in balia dell’Atlantico” Magenes Edizioni, in libreria dal 5 aprile. Un libro per ricordarci che nulla è impossibile, se ci si convince che possiamo farlo…
Tutti dicevano “è pazzo”, quando nel 1952, dalla rada di Las Palmas, nelle Canarie, Alain Bombard si lanciò nell’oceano Atlantico con un gommoncino di 4 metri e una piccola vela, alzata su un remo messo come albero, senza acqua e senza provviste. In effetti nel mondo dei sette mari i pazzi abbondano. Ma non era questo il caso del dottor Bombard. Lui la sua impresa “impossibile” se l’era accuratamente preparata per dimostrare una tesi: la mente dell’uomo domina tutto. Anche la fame e la sete. E un naufrago può sopravvivere a lungo purché abbia la conoscenza corretta di quel che serve al suo fisico e sappia rifornirsene utilizzando quanto il mare gli offre. Come convincere il mondo delle sue idee? Naufragando, volontariamente. Il suo diario di bordo è raccolto in “Naufrago volontario – 65 giorni in balia dell’Atlantico” edito da Magenes e in libreria dal 5 aprile.
Pagine appassionanti e a tratti non prive di angoscia, permeate dal gusto per la sfida estrema, ma anche da momenti di poesia, di dolore, di esaltazione e sogno perché Bombard registra e racconta ogni passo dell’impresa. La preparazione dell’Heretique, l’Eretico, così aveva battezzato il suo gommone, un tipo di imbarcazione poco conosciuto all’epoca, progettato per lui da una ditta francese, la Zodiac, diventata poi famosa in questo campo. Il sistema per ottenere le sostanze necessarie a sopravvivere in mare, ben dettagliate con la precisione del biologo: le ricavava grazie a uno spremiagrumi appositamente modificato per frullare i pesci squamati e senza lisca, che fornivano un liquido insapore, sostituto dell’acqua; e poi utilizzava alcuni sacchetti trainati dal gommone per catturare il plancton, indispensabile fonte di vitamina C che gli avrebbe evitato lo scorbuto, l’incubo dei naviganti.
Nei 65 giorni di traversata Bombard sostiene sfide incredibili, deve tenere a bada squali e pesci spada, fronteggiare la siccità, le raffiche di vento, il sale; con la sola vela e i remi riesce a sopravvivere alle tempeste e grazie al controllo freddo e continuo della propria salute fisica (e soprattutto psichica) riesce a non crollare, a rimediare a una rotta a un certo punto sbagliata (che gli costò diversi giorni supplementari di navigazione), e perfino a rifiutare il soccorso di una nave che lo aveva scambiato per un “normale” naufrago…
L’Eretico infine arriva nelle Antille, tocca Barbados. Bombard ha perso 25 chili, è stanco, anemico, con tassi di emoglobina al limite, ma è vivo. Ed è solo dopo aver completato la sua impresa che l’eresia del biologo francese verrà compresa, diventando ortodossia per i naviganti venuti dopo di lui, fonte di ispirazione per la Convenzione di Londra del 1960, firmata da 19 Paesi, che fissa nuove regole e norme di sicurezza da osservare sui mari del mondo. Un libro dedicato a tutte quelle persone che vogliono lottare, in mare o in terra, contro la voce della morte che è in ognuno di noi.
Alain Bombard, biologo, medico ed esploratore nato a Parigi nel 1924, è famoso per aver attraversato l’Atlantico su un gommone a vela nel 1952, a ventotto anni. La straordinaria impresa era frutto dei suoi studi sulle capacità di sopravvivenza umana in mare a seguito di un naufragio. Le sue scoperte hanno contribuito a salvare migliaia di vite. Diventato una sorta di leggenda si è spento nel 2005 all’età di ottant’anni.
Alain Bombard
“Naufrago volontario – 65 giorni in balia dell’Atlantico”
258 pp. – 20 euro
Isbn 9788866492344
Magenes Editoriale
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