Riceviamo dal Corpo Forestale dello Stato e pubblichiamo con incredulità: i responsabili sono stati solo denunciati. Ma che reato contro l'ambiente si deve commettere in Italia per venire arrestati? 200 ghiri sono un'enormità per una specie protetta e in via di estinzione. Così come sono un'enormità i 43 km di spadare sequestrate nei giorni scorsi dalla Guardia Costiera. Ma in terra e in mare cosa si rischia commettendo questi reati? Il sequestro della caccia o della pesca fraudolenta, il ritiro (se c'è) della licenza e una multa. E' meglio che i ghiri si sveglino da soli.
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Personale del Corpo forestale dello Stato in servizio presso i Comandi Stazione di Stilo, Caulonia, S. Caterina dello Ionio e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale di Reggio Calabria, ha rinvenuto, nella Locride, a cavallo fra le provincie di Reggio Calabria e Catanzaro, circa 200 ghiri. Il consistente ritrovamento è avvenuto nell’ambito dei servizi predisposti dal Comando provinciale del CFS, svolti sul territorio finalizzati, tra l’altro, al contrasto del fenomeno di bracconaggio.
I Forestali hanno denunciato a piede libero A.C. di 56 anni e A.B. di 22 anni, padre e figlio, residenti a Guardavalle (CZ) per detenzione illegale dei 200 ghiri.
Parte degli animali, già morti, sono stati rinvenuti all’interno dell’autovettura su cui viaggiavano i due uomini, fermata dai Forestali sulla montagna di Stilo. Altri animali sono stati scoperti dagli agenti in seguito alla perquisizione delle abitazioni, all’interno delle quali sono state trovate anche le trappole utilizzate per la cattura dei mammiferi.
L’operazione è il risultato di una paziente attività di appostamento, perlustrazione e controllo svolta dal personale forestale nei boschi di leccio che vegetano sulle montagne della cittadina di Stilo.
Il ghiro (Glis glis) è un piccolo mammifero roditore che vive nei boschi di leccio e castagno e nei frutteti del versante ionico reggino. La specie, protetta dalla normativa a tutela della fauna selvatica, è a rischio di estinzione per la caccia illegale, esercitata soprattutto con l’uso di trappole e per il fenomeno degli incendi boschivi che provoca la distruzione dell’habitat in cui il ghiro vive e si riproduce.
Per reprimere questa forma di caccia illegale il Comando provinciale del Corpo forestale di Reggio Calabria predispone periodicamente servizi che interessano tutta la fascia ionica collinare e montana dove questo tipo di illecito è maggiormente diffuso.
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