Alberto Bona a bordo del Class40 IBSA ha vinto nella sua categoria la RORC Caribbean 600. L’equipaggio ha tagliato poco dopo la mezzanotte caraibica – l’alba di oggi in Italia – il traguardo al primo posto: una prova di resistenza, attenzione, qualità e grande capacità tattica. Un inizio di stagione meraviglioso, una vittoria voluta dal primo momento, costruita sul campo in una regata giocata in ogni dettaglio e ogni manovra. A bordo con Alberto Bona, un team che si è rivelato eccezionalmente efficace, potendo contare anche sull’esperienza tattica di Pablo Santurde del Arco, il navigatore spagnolo salito quest’anno a bordo, sulla conoscenza del Mach 5 di Luke Berry e sulla lucida determinazione del team manager Luca Bertacchi.
Il Class40 IBSA ha chiuso la navigazione delle 600 miglia alle 00:17 del 23 febbraio, in 2 giorni, 13 ore, 7 minuti e 18 secondi, con un vantaggio di 14 minuti su Alla Grande di Ambrogio Beccaria e di 27 minuti su Project Rescue Ocean di Axel Trehin. I tre equipaggi hanno portato avanti, sin dalle prime miglia, una regata nella regata, marcandosi a vicenda, rendendo ancora più avvincente un percorso che di fatto è un grande slalom tra le isole caraibiche diviso in 13 legs.
“Impegnativa, bellissima, avvincente: dopo più di tre mesi di pausa - dichiara Alberto Bona - questa è la regata che ci voleva per aprire la seconda stagione del Class40 IBSA. Abbiamo regatato come leoni, sempre a contatto con gli altri, imparato molto, non ci siamo mai risparmiati, e tutto questo ha pagato. Una prova impeccabile, che ha mostrato le potenzialità della barca su un percorso molto vario. Mi è piaciuto tutto: il clima in barca, le scelte che abbiamo fatto, la reazione nel momento di maggior difficoltà, quando ieri siamo usciti dalla Guadalupa al terzo posto e abbiamo reagito subito, riprendendo la testa della regata. Scelte giuste di vele, scelta giusta del team: abbiamo provato un scacco di cose sulla barca. Ho scambiato molte sensazioni con Luke che ha navigato sulla barca gemella. Tutto il team ha fatto un super lavoro. Pablo è una macchina da guerra: non lo fermi mai, mi ha veramente colpito e sono molto contento di fare altre regate con lui. Luca Bertacchi ha vissuto con noi questa avventura, ci ha dato una mano, era importante averlo a bordo. Anche il Class40 IBSA ha mostrato tutte le sue potenzialità. Insomma, abbiamo iniziato bene, e abbiamo - insieme con Ambrogio Beccaria - mostrato cosa sta diventando la vela oceanica italiana”.
Dopo una buona partenza e un po’ di olio di gomito per districarsi tra gli altri equipaggi nelle primissime fasi di regata, il team del Class40 IBSA guidato da Alberto Bona ha subito messo la prua nel gruppo di testa, prendendo le misure sugli avversari durante la bolina lungo il primo passaggio a Sud di Guadalupa fino a La Désirade: la risalita verso Barbuda ha visto il Class40 IBSA iniziare a dettare il ritmo, spaiando le carte con un lungo bordo a destra nell’approccio della rotta verso Nevis e mostrando subito grande determinazione. La “S” da percorrere attorno a St Barths, caratterizzata da groppi di vento, ha permesso a Bona di andare a cercarsi maggiore pressione, tra cambi di vele azzeccati e indomabile grinta. Le 140 miglia di discesa verso Sud, per tornare a Guadalupa - unico “rettilineo” di questo splendido percorso - hanno definito il gruppetto di testa, che passato il waypoint di Guadalupa ha scelto di marcarsi a vicenda lungo una rotta più lunga ma più veloce, passando a Sud di Green Island per tornare a La Désirade. Qui il momento più difficile per il team del Class40 IBSA - uscito al terzo posto dalla Guadalupa - e la rapida e forte reazione nella risalita verso Barbuda per riprendere la testa della gara. L’ultimo lato, da percorrere a bordi, è stato un vero e proprio match race tutto italiano fino al traguardo, con la vittoria di Alberto Bona e il suo team.
Un inizio di stagione che fa bene al Class40 IBSA e al progetto triennale "Sailing into the Future. Together", e fa benissimo alla vela oceanica made in Italy, con due italiani in testa nella regata di apertura di stagione.
Domani ad Antigua in programma la cerimonia di premiazione: “La visuale dal più alto gradino del podio è sempre bellissima - ha concluso Alberto Bona - ma è estremamente bello tutto ciò che ci aspetta: il duello con Ambrogio Beccaria ci spinge a migliorarci e spinge avanti la vela oceanica italiana, un gran bene per tutti”.
La flotta è già in fermento da settimane. Ci si prepara per l’evento glamour di questa stagione, sarà una trasferta a tutto tondo per gli equipaggi, tra regate di giorno e di sera, eventi e party, lo spirito della classe respirerà vela giorno e notte
Il J24 World Championship 2023 parla americano con Keith Whittemor e il suo J24 Furio. Argento per il J24 della Marina Militare La Superba timonato da Ignazio Bonanno. Gli altri azzurri, Pilgrim e Jorè, chiudono al 15° e al 26° posto
Alinghi Red Bull Racing e Luna Rossa Prada Pirelli che si sono cimentati in un fly-by ad alta velocità con un aereo pilotato dal pilota acrobatico Dario Costa
Va in Italia al team di Far Star di Lorenzo Mondo il titolo di Campione d’Europa del ClubSwan 36
E' stato importante tornare all'America's Cup come sfidanti, entrare in quella che è definita come "modalità regata" e tornare sulla linea di partenza delle regate dell'America's Cup per la prima volta dopo 13 anni
Ottima prova di Orient Express, che vince la prima regata. La seconda va ai Kiwi che hanno infilato Alinghi come pollastri allo spiedo. Luna Rossa prima squalificata in gara 1 poi riammessa dopo la discussione della protesta
Con Emirates Team New Zealand che ha messo in scena praticamente una masterclass e ha vinto tutte e tre le Practice Races in grande scioltezza
La ricetta dello chef Luca Tartaglia nasce dall’idea di riprendere i brodi e le zuppe con cui i giapponesi sono soliti iniziare il pasto
La regata disputata nel week end sul lago di Molveno ha assegnato i titoli del campionato italiano e del campionato austriaco moth per l’anno in corso e sul podio vista lago salgono rispettivamente Fabio Mazzetti e Michael Schonleitner
Il vento si è spento per essere sostituito da pioggia battente e fulmini in lontananza. L'unica decisione sensata e "marinaresca", come aveva spiegato Iain Murray in precedenza è stata quella di rientrare in porto