Un pezzo di storia della nautica italiana va all’asta. La Spina, costruzione n° 123 varata nel 1929 dal cantiere Baglietto di Varazze su progetto di Vincenzo Vittorio Baglietto, è infatti una di quelle imbarcazioni a vela d’epoca molto conosciuta nel mondo della nautica. Elegante e slanciata è il primo yacht della classe 12 Metri S.I. (Stazza Internazionale), numero velico I-1, con il quale alla fine degli anni Venti il marchese Franco Spinola di Genova, esperto yachtman nonché ammiraglio della Regia Marina, avrebbe desiderato favorire anche in Italia le regate per questa categoria di imbarcazioni. A dispetto del nome della classe (il numero 12 non identifica la dimensione bensì il risultato di una formula di stazza), questi scafi hanno una lunghezza superiore, nel caso di La Spina 21,47 metri. Tra il 1958 e il 1987, proprio con i 12 Metri S.I., si sarebbero disputate le sfide di Coppa America, il trofeo velico e sportivo più antico del mondo. Si può dire che La Spinasia stata dunque antesignana della famosa Azzurra, l’imbarcazione che nel 1983 negli USA, al comando dello skipper Cino Ricci e con Mauro Pelaschier al timone, fece sognare tutti gli italiani perché arrivò a un passo dal conquistare la Coppa America. La Spina è ora in vendita sul portale Industrial Discount del network IT Auction, casa d'aste on line di Faenza (Ravenna), che raccoglie offerte d'acquisto.
Purtroppo le velleità di regata di La Spina si scontrarono con la crisi mondiale e un anno dopo il varo lo yacht venne modificato nell’armo velico, diventò un due alberi con attrezzatura a ketch e fu adibito a uso crocieristico. Dopo un lungo periodo di abbandono nei pressi di Barcellona, nel 2004 l’imbarcazione venne rilevata da un armatore campano e affidata alle cure del maestro d’ascia Nino Aprea del cantiere Aprea Peninsula Navis di Sorrento. Qui fu avviato un restauro completo, sotto la supervisione dello Studio Faggioni Yacht Design di La Spezia, già autore di importanti refitting di scafi d’epoca come Orion del 1910, Black Swan del 1899, Croce del Sud, Candida, Deva (l’ex Te Vega) e Lulworth. La barca è costruita in fasciame di mogano su struttura in rovere, con il ponte di coperta e l’albero in Sitka Spruce, gli interni in legno chiaro d’acero filettato in mogano e la zavorra in piombo. Nella frase “purosangue da corsa fuori e dimora di lusso al suo interno” lo yacht designer Stefano Faggioni ha riassunto il completamento dell’opera di restauro.
Nel 2008 la barca è tornata ufficialmente in mare con una cerimonia presso il Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli, all’epoca presieduto da Pippo Dalla Vecchia, sodalizio del quale ha cominciato a battere il guidone in occasione delle regate di vele d’epoca alle quali ha partecipato, da Le Grazie a Porto Santo Stefano a Napoli, dove ogni anno si tiene un evento dedicato alle Signore del mare. Sempre in quell’anno si è aggiudicata il prestigioso “Premio Italia per la Vela per il miglior restauro di barca d’epoca” in occasione del 25° Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno.
Il vento ha fatto temere un tradimento, costringendo le regate a ritardare di quasi un’ora; è poi arrivato leggero insieme al sole per la prima prova, più forte nella seconda, mentre è calato nella terza
Vincitori di giornata, nelle rispettive classi sono: V, Django 7X, Oscar 3, H2O, Moat
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Galateia e Django 7X vincono il Rolex World Championship rispettivamente nelle classi Maxi 1 e Maxi Grand Prix. I vincitori della 35^ Maxi Yacht Rolex Cup nelle altre classi sono: Oscar 3, H2O e Moat
Vincitori di giornata nelle rispettive classi sono stati V, Ganesha, H2O, Moat. Le prove a bastone per la classe Maxi Grand Prix non si sono potute svolgere per il vento molto intenso
QQ7 di Salvatore Costanzo conquista il Trofeo Mediolanum Cup; secondo posto per Freedom, il Solaris 50 da Edoardo Ridolfi e terzo posto per il Farr 30 Drago Volante
Si è conclusa a San Vincenzo (Livorno) la nona edizione del Sotto Gamba Game che si è svolta come sempre sotto il segno del superamento di ogni barriera e pregiudizio
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