Dopo la spettacolare partenza di ieri pomeriggio nella Table Bay, la prima notte di navigazione è trascorsa con la flotta impegnata a passare il Capo di Buona Speranza e poi a navigare lungo la costa meridionale del Sudafrica sempre di bolina, ma in condizioni migliori di quanto ci si aspettasse, con un vento intorno ai 10/15 nodi. Il temuto, e previsto, cattivo tempo dunque non si è materializzato e la situazione è stata piuttosto tranquilla, anche in termini tattici. Le barche sono rimaste sostanzialmente in gruppo, con Team Alvimedica posizionato più a nord in un gruppetto insieme a MAPFRE e ai franco/cinesi di Dongfeng Race Team, mentre Team Vestas Wind in una prima fase ha scelto l'opzione meridionale, per portarsi poi al centro, perdendo qualche miglio, come hanno fatto le veliste di Team SCA. Abu Dhabi Ocean Racing e Team Brunel sono state le barche che si sono spinte più a sud in cerca probabilmente di aria più fresca, ma se nel caso dell'equipaggio leader della classifica provvisoria, ciò ha pagato, meno positivo è stato il risultato per Team Brunel, sesto all'ultimo rilevamento con poco più di sette miglia di distacco.
In ogni caso tutte le imbarcazioni hanno scelto di essere piuttosto conservative, forse memori della partenza molto “agitata” di ieri e con l'idea di non voler incorrere in danni e rotture proprio nella prima fase della frazione e di restare vicine, in controllo degli avversari. Ora i navigatori dovranno scegliere come posizionarsi in vista dell'ingresso nella corrente costante di Agulhas, che dovrebbe avvenire nella serata di oggi. Questo flusso di corrente è abbastanza temuto dai velisti perché crea mare molto formato.
Intanto gli organizzatori della regata hanno reso nota la nuova lunghezza della tappa, variata a causa della definizione e del cambiamento delle zone di esclusione dalla navigazione e che dunque diventa di 5.183,5 miglia teoriche in luogo delle 6.125 annunciate in precedenza.
Per evitare il rischio di iceberg e per ragioni di sicurezza e diplomatiche, sono infatti state definite quattro zone in cui i team non possono navigare. La Leg 2 è una delle meno conosciute e, sebbene in questa edizione si correrà senza interruzioni come successo nel 2011 quando le barche furono trasportate via cargo per un tratto, è tuttavia irta di insidie. Per questo motivo la direzione di corsa ha deciso di creare dei limiti per evitare che la flotta possa entrare in aree considerate “calde” o pericolose. Le ultime variazioni alle istruzioni di regata, pubblicate ieri stabiliscono una zona di esclusione dai ghiacci, il cosiddetto ice limit dove è possibile la presenza di iceberg, definita da una linea immaginaria da lasciare a dritta con le seguenti coordinate: 45º 00.000S 20º 00.000E, 45º 00.000S 30º 00.000E.
Le altre zone di esclusione sono state stabilite nell'area della costa orientale africana, con una linea che va dalla località di Maputo, al Madagascar e da tre boe virtuali. Durante la regata le barche non possono tagliare questa linea. La successiva zona di esclusione è denominata “iraniana”, definita da una linea e ancora una volta andrà lasciata a destra. Infine, l'ultimo “ostacolo” sarà l'ostruzione dello stretto di Hormuz, all'ingresso del Golfo Persico, con l'obiettivo di non entrare in acque territoriali iraniane, come la precedente.
Con queste nuove zone di esclusione, che sono meno estese che nel passato grazie al diminuito rischio di attacchi di pirateria, la flotta potrà fare una rotta più diretta e la lunghezza totale del percorso è dunque scesa. Da notare che le posizioni sulla cartografia elettronica sono ora calcolate su 5.183,5 miglia.
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