Quinto posto in tempo reale nella Class40, che diventa un 9.o per effetto della penalizzazione per partenza anticipata, la 42.a barca a tagliare il traguardo. Il primo Fastnet del Class40 IBSA è terminato poco prima delle 2 di notte di mercoledì 26 luglio, dopo 3 giorni e 10 ore di navigazione. 891 in totale le miglia reali percorse per circumnavigare il mitico scoglio in Irlanda partendo da Cowes in UK e arrivando a Cherbourg in Normandia, nella cinquantesima edizione della regata-mito che ha registrato 430 iscritti, 142 ritirati e 24 ore di bolina e venti con raffiche fino a 47 nodi nel Solent.
“È stata una prova molto dura nelle prime 12 ore – conferma Alberto Bona – ma sapevamo che il Class40 IBSA era in grado di affrontarla: non abbiamo avuto danni, non avevamo dubbi di essere in sicurezza, solo bisognava fare molta attenzione a non rompere nulla, e per questo abbiamo timonato tanto. La partenza anticipata è stata frutto di un errore che abbiamo pagato caro in classifica, non era facile perché c’era tanta corrente che spingeva, e a volte si sbaglia. È stato duro partire così, sapendo di avere già due ore sulle spalle, ma questo non toglie la grande esperienza che abbiamo accumulato in questa prova, le scelte che abbiamo preso sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista del team, per motivarci e regatare dando il massimo per tutto il percorso”.
“Abbiamo passato molto tempo al timone nelle prime 12 ore – ha commentato ancora Alberto Bona - l’onda ci faceva saltare, e in queste condizioni devi portare la barca bene per non fare danni. Il mare un po’ corto ha dato fastidio a tutti, e poi quando il vento è calato l’onda è rimasta. Dopo la prima bonaccia è arrivato il secondo fronte che ci ha fatto ripartire; dopo aver girato il Fastnet ci siamo ricompattati e siamo andati bene, abbiamo preso belle decisioni. Una regata non facile, ma è il Fastnet, e bisogna meritarselo”.
Alle due di notte a Cherbourg lo shore team è in banchina ad accogliere il team: Alberto Bona, Francesca Clapcich, Andrea Caracci e Luca Bertacchi scendono affamati, perché non c’è stato affatto tempo per mangiare nei tre giorni e mezzo di navigazione: c’è la soddisfazione per aver portato a termine una regata difficile, l’abbraccio con gli altri team della Class40 e il momento dell’analisi. Francesca Clapcich sorride: “Non è stato tanto diverso dal giro del mondo, nel Solent una delle condizioni meteo peggiori che ho preso negli ultimi mesi. Questa regata non si smentisce mai, e direi che finalmente, per me, è stato il primo Fastnet con le condizioni vere, quelle che hanno contribuito a creare il mito; le altre volte il meteo l’aveva trasformata in una regata come le altre. Qui la bolina è stata impegnativa, la poppa poi ha ripagato dalle fatiche: il Class40 è una barca incredibile, molto marina, e poi corre davvero tanto, un piccolo Imoca senza foil che è riuscito a regatare ad armi pari con alcuni Imoca lungo il percorso”.
A un’ora dall’arrivo, passate le chiuse e ormeggiato il Class40 IBSA - dove per scelta del boat captain Pierrot, una luce rimane sempre accesa - il villaggio della regata accoglie il team con carne alla griglia e un fiume di birra: inizia l’ora del racconto, anche se sono le tre del mattino.
“Quando vai in barca con dei professionisti come Alberto, Francesca e Andrea – commenta il team manager del Class40 IBSA Luca Bertacchi, per la seconda volta a bordo in questa stagione, dopo la vittoria alla RORC Caribbean 600 – hai la possibilità di vivere momenti unici, nei quali vedi in opera il talento e la professionalità. È stata dura, sono state in assoluto le condizioni meteo più impegnative che abbia mai visto in mare, ma ero con un team eccezionale e anche nella difficoltà di gestire le prime 12 ore ho avuto il privilegio di navigare nel mito”.
“Chi ama la competizione, a chi piacciono le cose difficili: venite al Fastnet – commenta Andrea Caracci – la regata è stata bellissima, competitiva, un’esperienza meravigliosa. Abbiamo avuto tutte le condizioni meteo possibili, dalla bonaccia alla bufera, corrente a favore e contro. Questa barca è una vera all round, Sam Manuard ha fatto un grande lavoro: è stato un piacere navigare con questo team, Alberto avrà grandi risultati”.
Archiviato il Fastnet, si torna al campionato Class40 e alla preparazione per la regata decisiva, la Transat Jacques Vabre di fine ottobre. “Qualche settimana di riposo dopo una lunga prima parte della stagione – commenta Alberto Bona – poi si torna in cantiere, smonteremo chiglia, timone, albero e controlleremo tutto, centimetro per centimetro prima di affrontare nuovamente l’oceano e chiudere una stagione che ci sta dando molte soddisfazioni e ci permette di imparare molto, anche dai nostri errori”.
Il TP52 del team Vitamina Sailing timonato da Andrea Lacorte con Cameron Appleton (tattica), Alvaro Marinho (stratega), Alberto Bolzan (randa) e il Team Manager di Vitamina Matteo De Luca a prua ha brillato dalla prima all’ultima giornata di regate
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