VELA - E’ l’australiano di chiare origini germaniche Andrew Landenberger il nuovo campione europeo di vela della classe A, i velocissimi catamarani che proprio in Australia hanno le loro origini. Primo degli europei e secondo classificato l’inglese Chris Field, terzo posto per un altro australiano, Brad Collet. Il primo italiano, poi premiato per la categoria “Grand Master” è stato Paolo Penco dell’Associazione Nautica Sebina.
Il campionato europeo organizzato dal Circolo Vela Arco ha vissuto giovedì 28 giugno la sua giornata finale, con la nona e ultima regata del calendario che ha visto i cento scafi partecipanti solcare le acque del lago di Garda trentino sul percorso allestito dall’organizzazione due volte il giorno.
L’ Ora, il vento da sud che permette alla vela di esprimersi al meglio in quest’angolo davvero ideale per gli sport outdoor, non è mai mancata e ha soffiato sempre regolare, il che ha permesso al segretario organizzativo Yves Theuninck di dichiarare: “Sapevamo che venire qua sul Garda era garanzia di sicurezza. E’ stato un campionato all’insegna della lealtà e dell’amicizia, del sole, del vento e del divertimento. Qui da voi basta guardarsi attorno, la natura e la gente non hanno limiti. Siamo felici di com’è andata!”
Landenberger ha regatato alla grande, basti pensare che i suoi ‘peggiori’ risultati sono stati due quarti posti mercoledì, penultimo giorno dell’europeo, tanto che giovedì ha preso il via ma poi non ha neanche finito la regata conclusiva. L’ha scartata, in virtù del regolamento, quale peggior risultato ottenuto. Due vittorie, due secondi posti dietro il connazionale Brad Collett, un terzo posto nella prima regata tanto per scaldare i ‘muscoli’ e i due quarti posti il suo ‘score’ nel campionato.
Campionato al quale hanno partecipato due mostri sacri della vela come l’australiano Scott Anderson, bronzo alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984 con la classe Tornado e il “chief engineer” Mike Drummond, neozelandese fino a poco tempo fa capo del progetto Bmw Oracle delle famose “wing sails”, le vele che equipaggiano i catamarani della classe AC 45 visti recentemente a Napoli e Venezia.
Ora Drummond ha lasciato il team Oracle e lavora col figlio per conto proprio, intervistato, ha detto: “Sì la collaborazione con Oracle è terminata, e sono qui per l’europeo ma anche per una bella vacanza. Quale posto al mondo può offrire tutto questo? Acqua, vento, montagne, relax, il Garda trentino offre tutte le possibilità a chi come la nostra famiglia ama gli sport all’aperto. Lavorare ai nostri progetti futuri sul Garda? E’ una reale possibilità!”
Scott Anderson, vera ‘leggenda’ delle imbarcazioni come i Tornado, appunto classe olimpica, e ora uno dei migliori interpreti della Classe A, condivide le parole dell’amico-rivale neozelandese forte del quarto posto assoluto: “Certo, io stesso sono venuto qua per impegnarmi in regata (ha disputato l’Alpen Cup dieci giorni fa) ma anche per fare vacanza. Il vostro lago lo conosco bene, ci ho disputato un mondiale della classe Tornado, regatare qui è sempre garanzia di tornare a casa soddisfatti!”
Le premiazioni hanno visto sul podio la prima donna, l’austriaca Nicole Salzmann (64° assoluta su 96 regatanti), il primo Juniores Thilo Keller, tedesco del Berliner Yacht Club, il primo Master Bob Baier, tedesco ma che regata per il guidone del Circolo Vela Arco, l’azzurro Paolo Penco, Grand Master e, infine, Scott Anderson, premiato quale “Great Grand Master” in virtù del suo piazzamento ma anche della sua luminosa carriera.
“Questa è la dimostrazione che il Garda trentino ha potenzialità immense - ha dichiarato il presidente del Circolo vela Arco Carlo Pompilj - e che unendo le forze sul nostro lago si potrebbe fare molto, molto di più. Servono investimenti mirati, lungimiranti, volti a trasformare questo sport in uno degli indotti turistici più qualificati del nostro territorio. Il fatto che la Federazione Svizzera, cui era stato assegnato il campionato, si sia rivolta a noi per metterlo in scena è molto significativo. Si tratta di capire e smettere di tentennare, i fatti lo dimostrano. Il Garda trentino, le potenzialità organizzative di tutti noi parlano chiaro.”
Il vento ha fatto temere un tradimento, costringendo le regate a ritardare di quasi un’ora; è poi arrivato leggero insieme al sole per la prima prova, più forte nella seconda, mentre è calato nella terza
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