Il 10 aprile 2016 riparte la grande vela d’altura nel Mediterraneo con la 23ma edizione della Roma per1/2/Tutti. A giorni uscirà il bando di regata e sarà possibile perfezionare le iscrizioni per le barche che vorranno affrontare le 530 miglia del percorso fino a Lipari e ritorno in solitario, in doppio o in equipaggio. Le iscrizioni saranno aperte anche per la Riva per 2/per Tutti (220 miglia non stop) la “piccola” limitata a Ventotene che ha comunque tante miglia in corpo, sufficienti a far divertire ed impegnare anche equipaggi provetti.
Si ricomincia dai vincitori dello scorso anno, da Michele Galli e il suo B2, che hanno trionfato qui e alla Middle Sea Race, dal Neo 400 Carbon di Paolo Semeraro, vittorioso nella “per 2” con Nino Merola e Andrea Caracci, da bet1128 di Gaetano Mura, vincitore in solitario e detentore del Trofeo Challenge dedicato ai solitari, che sarà rimesso in palio quest’anno.
“Ho la barca in cantiere a Olbia per importanti migliorie – ci spiega Gaetano Mura – e non sono ancora sicuro di riuscire ad essere pronto per il 10 aprile. Ci proverò, ma anche se i lavori non dovessero terminare, sarò in ogni caso sarò a Riva, non solo per il passaggio di consegne del Trofeo Challenge, ma anche per respirare di nuovo il clima della banchina di Riva di Traiano e rientrare nello spirito di questa fantastica corsa”.
Tra i solitari c’è fermento, ma il primo ad assicurare la propria partecipazione è stato Andrea Mura, che correrà in solitario con il suo 50 piedi “Ubiquity–Vento di Sardegna”. Dopo la delusione per l’infelice conclusione del suo progetto teso a correre il Vendée Globe, Andrea Mura ha deciso di ricominciare proprio dalla “Roma”, correndo in solitario questa corsa che lo ha già visto vincente per quattro volte in doppio con Guido Maisto.
”Ricomincio da 1 – dice ridendo il velista sardo – e non da 3 come Troisi. Ma solo perché correrò la Roma per 1 e non perché non abbia fatto almeno due cose buone nella vita…almeno spero. Dopo tanto Oceano ho deciso di riprendere il discorso dal Mediterraneo, e la cosa non mi dispiace per niente. Anche nel Mare Nostrum ci sono regate molto impegnative, come lo è la Roma per 1, e la sfida e il divertimento non mancheranno. Sto rimettendo la barca in piena forma, alleggerita e performante e, soprattutto, ho finalmente il tempo per occuparmi dello sviluppo delle vele, cosa cui, per ovvie ragioni, tengo moltissimo. Abbiamo messo a punto un gioco di vele totalmente realizzato in Dsk 99, il Dyneema molto leggero e senza allungamento realizzato da Gottifredi e Maffioli per realizzare cavi in tessile che sostituiscono quelli in acciaio. Mi aspetto molto da questa stagione e vedrò poi come tornare in Oceano, magari con un Class 40”.
L’ultima tua vittoria qui risale al 2010. Cosa è cambiato nel frattempo?
“Tante cose tranne il nome. Vento di Sardegna è un omaggio alla mia terra. Il mancato supporto al progetto Vendée Globe da parte della regione Sardegna non cambia certo questa verità. Ero sardo prima e lo sarò dopo. Lo sarò sempre. Cambiano invece le performance di questa barca. Quando l’ho presa pesava otto tonnellate. Per la Roma per 1 scenderemo sotto le sei tonnellate. Nel 2010 raramente si arrivava a 20 nodi. Oggi invece si superano agevolmente, e ho tenuto anche i 22 nodi per lunghi tratti. Vento di Sardegna è un 50 piedi che va veloce, molto veloce”.
Il vento ha fatto temere un tradimento, costringendo le regate a ritardare di quasi un’ora; è poi arrivato leggero insieme al sole per la prima prova, più forte nella seconda, mentre è calato nella terza
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