Fare la spesa, stare con la famiglia e con gli amici. In una parola relax. Il posticipo della partenza della Jacques Vabre ha regalato un giorno di riposo a Gaetano Mura e Sam Manuard i due navigatori della Bet1128 che si dicono in forma e preparati per la regata.
"Siamo pronti io e Sam. Ci aspetta una navigazione difficile in questa prima settimana per via delle difficili condizioni meteo. Il Canale della Manica da superare come il Golfo di Biscaglia sono prove impegnative, fino al Portogallo c è da lottare con le perturbazioni, solo dopo sarà possibile cambiare il guardaroba. Ma parto carico perché ho l’esperienza della Les Sables Horta Les Sables dove ho già affrontato i miei concorrenti francesi quindi conosco le potenzialità, poi da agosto mi sono allenato a Lorient con Sam e ho lavorato sulla barca. Soprattutto si è affinato il feeling con Sam che ha già vinto la Jacques Vabre e con cui c’è una forte intesa. Secondo lui l’armonia tra noi due è già un 60% del lavoro. In questi ultimi giorni abbiamo superato il test della tensione prima della partenza, più alta anche rispetto a quando si è in navigazione".
Buone le aspettative di far bene. "Questa è la mia sesta traversata oceanica. La più impegnativa è stata la minitransat nel 2009, un mese da solo in mezzo all'oceano dove ho avuto grandi soddisfazioni quindi oggi parto con più esperienza, una barca molto veloce e tanta preparazione che mi permette di avere fiducia. In queste settimane abbiamo condiviso tanto con Pietro D’Alì, ci siamo aiutati da bravi italiani. E sarà un piacere gareggia con un amico e soprattutto un campione come lui. La class40 è la categoria che offre più competizione per numero di barche e per i tanti campioni che vi partecipano. Sarà una bella sfida, molto competitiva".
La vela è internazionale e sfida i confini, ma c’è sia un dato nazionale – 6 italiani partecipano- e regionale con la Sardegna presente con una barca –bet1228- e ben due navigatori – Andrea Mura – che rappresentano l’isola.
"Ormai è un luogo comune dire che i sardi non sono un popolo di navigatori. Due sardi che partecipano, seppure in categorie molto diverse, alla Jacques Vabre è una percentuale altissima. Significa che si è invertita la storia. I francesi sono stupiti – il discorso vale per tutti gli italiani – per le difficoltà di organizzare la partecipazione a centinaia e centinaia di chilometri di distanza. E’ già una grande soddisfazione partecipare con la mia barca".
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