Il team meteo di Thomas Coville ha spiegato perché lo skipper ha dovuto abbandonare il suo tentativo di record del mondo in solitario. E’ stata una decisione difficile ma ragionevole, alla luce dei dati concreti nelle mani di Jean-Luc Nélias, Thierry Douillard, Thierry Briend e Richard Silvani, che si basano su fonti multiple di informazioni meteo, nonché sulle immagini satellitari che rilevano la presenza e movimenti del ghiaccio .
Fattore 1: Il ritardo al Capo di Buona Speranza
Dopo più di 72 ore di battaglia nei venti instabili e deboli dell’anticiclone di Sant’Elena, Thomas aveva finalmente visto una via d’uscita giovedì mattina, quando il suo ritardo da Francis Joyon era di circa 1.050 miglia. Thomas navigava sul bordo nord di una depressione che avanzava verso est a 35 nodi. Purtroppo, appena dietro di lui si stabilizzava subito una nuova cellula anticiclonica. Thomas avrebbe dovuto virare nella serata di giovedì, per aggirare questa alta pressione venerdì e poi mettere la prua a sud con venti inferiori a 10 nodi. Avrebbe poi dovuto spostarsi vicino al centro, al fine di ridurre la miglia da percorrere con un giro così largo, con tutti i rischi che ciò comportava.
Rispetto a Francis Joyon, il gap sarebbe aumentato notevolmente. Ma Thomas non aveva altra scelta che fare questo bordo a sud per tuffarsi verso i Quaranta Ruggenti e per raggiungere una depressione che lo avrebbe portato al Capo di Buona Speranza, che avrebbe attraversato martedì 4 febbraio al mattino con un ritardo stimato in circa 1.600 miglia o quasi tre giorni di mare. Ricordiamo che durante gli ultimi tentativi, Thomas era passato a Buona Speranza rispettivamente con ritardi di 1 giorno 16 ore (2008) e 1 giorno 22 ore (nel 2011) .
Fattore 2 : condizioni avverse nell'Oceano Indiano
Dopo il passaggio di Buona Speranza, la depressione che avrebbe accompagnato Coville fin lì sarebbe passata oltre, semplicemente perché sarebbe stata più veloce della barca stessa. Subito dopo Sodebo avrebbe incontrato un nuovo anticiclone, all’altezza delle isole Kerguelen. Per superarlo erano possibili due opzioni: andare a nord, navigando di bolina su un percorso più lento e più lungo che significava far salire ancora il margine sul tempo di riferimento di Joyon, o puntare a sud, certamente una traiettoria più veloce e breve, ma che avrebbe portato la barca in una zona molto pericolosa con tanti iceberg in movimento.
Questa scelta avrebbe consentito a Thomas Coville di recuperare parecchio su Francis Joyon, ma non abbastanza da essere certi di rientrare realmente in competizione per il record. Un rischio enorme per l’uomo e la barca, con benefici relativi. A quel punto la decisione di staccare e rientrare a La Trinité- sur -Mer è stata la scelta più logica.
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