Quando ti si “sfrangia” l’anticiclone e la Pasqua diventa un rebus. Lo sanno bene gli equipaggi Class40 della Défi Atlantique, che giunti alla fine del settimo giorno di regata si sono trovati a ripartire. Per la terza volta. Percorrere l’Atlantico “contromano” rispetto ai venti prevalenti riserva sempre sorprese, ma questa Défi Atlantique propone colpi di scena (e di bonaccia) decisamente interessanti, che vedono Alberto Bona, a bordo del suo Class40 IBSA insieme a Pablo Santurde del Arco e Pietro Luciani, sempre nei primi tre posti, sempre in lotta con l’amico-rivale Beccaria ma con il terzo incomodo Lipinski che scarta l’uovo fortunato e guadagna 30 miglia in meno di un giorno con una rotta che non ti aspetti.
REWIND - Riassunto delle puntate precedenti. Alberto parte bene, prende la testa della regata quando, puntando a Nord per aggirare da subito l’ampia area di poco vento, riesce a far correre il Class40 IBSA a più di 14 nodi. La cavalcata alla guida della regata persiste per oltre 300 miglia, poi Beccaria si fa sotto e ricomincia il duello già vissuto nella prima delle regate della stagione. Una regata nella regata, Bona-Beccaria regatano a vista (nel senso che si vedono l’un l’altro, cosa che certamente rende ancora più vivida la competizione) fino alla bonaccia che li rallenta e favorisce chi viene da dietro, ricompattando il gruppo. Ore (molte ore) di vento molto leggero, caldo e sole: non si può che aspettare - l’Oceano è anche questo - e cogliere il momento della ripartenza, che arriva il Venerdì Santo, quando la maglietta e gli occhiali da sole, lasciano il posto alle cerate e a colpi di vento consistenti.
LA SORPRESA DI PASQUA - Passato il primo waypoint - più a Nord non si può andare - la sorpresa di Pasqua non è delle più gradite: niente più vento costante, ma un’ampia area in cui si insinuano zone di bonaccia a macchia di leopardo. In poche ore cambia tutto, nuova ripartenza e soprattutto decisioni che lasceranno il segno: c’è chi punta (molto) a Nord arrivando dalle retrovie e sperando di recuperare, chi - come Ian Lipinski - resta basso cercando di fare meno miglia e trovare un canalone di vento in cui infilarsi, e i due italiani a scegliere la stessa opzione Nord, ancora una volta “simmetrici”. L’Atlantico centrale, insomma, diventa uno scacchiere tattico e la regata un romanzo avvincente, con due terzi di prova già percorsi e le “ultime” 700 miglia della prima tappa da navigare per raggiungere il traguardo di Horta, in un meteo tanto incerto quanto avvincente.
LIPINSKI DA INSEGUIRE - la sorpresa di Pasqua è quindi Ian Lipinski, uscito con una rotta impossibile dalla bonaccia: “Succede - dice Bona - ora sarà impegnativo recuperare, ma abbiamo ancora miglia davanti. Tra qualche ora ci metteremo di lascò con prua verso le Azzorre, e inizieremo a correre”.
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