Primo italiano a vincere il Campionato francese in solitario in classe serie (Championnat de France Promotion Course au Large), Ambrogio Beccaria, 27 anni, l’8 dicembre scorso Beccaria ha ricevuto la medaglia d’oro presso il Nautic de Paris, il salone nautico parigino, per le vittorie ottenute nella scorsa stagione Mini 6.50 a bordo di Geomag. Il primo posto della classifica è dunque per Beccaria (Geomag – ITA 943), mentre il secondo lo ha conquistato Amélie Grassi (Tyrion - FRA 944) e il terzo va allo svizzero Valentin Gautier (Shaman – Banque Du Leman - SUI 903).
Il Campionato, organizzato dalla FFV (Federazione Francese di Vela), esiste dal 2006 ed è formato da quattro regate: Pornichet Select; Mini en Mai; Trophée Marie-Agnès Peron e la Sas (Les Sables-Azzorre-Les Sables). Quest’anno si sono avvicendati 121 partecipanti (di cui 26 barche proto e 95 serie). Dopo essere arrivato secondo alla Pornichet Select (poi sesto per una penalità), Beccaria ha vinto tutte le altre regate, in particolare si è distinto nella competizione più lunga e difficile, la SAS, che ha vinto con 24 ore di vantaggio sul secondo.
Durante la scorsa stagione, Beccaria ha vinto anche due regate in doppio, la mitica Mini Fastnet (con Tanguy Le Turquais) e il Duo Concarneu (con Alberto Riva), per questa ragione Ambrogio a Parigi è stato premiato dalla Classe Mini Francese con il primo posto nel Ranking Internazionale della Classe Mini 6,50.
Grande risultato per la vela oceanica azzurra e per la Classe Mini italiana, di cui Beccaria è presidente, ruolo al quale ha affiancato da qualche giorno anche quello di consigliere della Classe Mini Francese, proprio con l’idea di creare un maggior dialogo tra le due realtà, in un momento in cui la Classe Mini italiana è reduce dall’ottimo esperimento organizzato dalla FIV (Federazione Vela Italiana) presso il Porto Turistico di Roma lo scorso novembre. Il primo Clinic FIV Mini 6.50, una settimana di formazione per 10 atleti impegnati in un corso di una settimana completamente gratuito, è stato un vero e proprio trampolino di lancio per la vela d’altura nostrana.
Sono davvero molto orgoglioso”, dice Ambrogio subito dopo la premiazione: “Perché la prima volta che un italiano vince nei serie. Prima di me Giancarlo Pedote aveva vinto, ma nei proto. Questo significa che con gli stessi mezzi facciamo bene quanto i francesi… e così smettiamo di sentirci sportivamente inferiori! Questo sport è molto vario, ma per me la cosa più importante è la disciplina: mentre nel 2016 ho realizzato il mio progetto in modo un po’ più romantico, ora mi accorgo che quello che conta è avere i piedi per terra, anche se è buffo da dire per uno che fa il marinaio. Le leggende sul navigatore solitario pazzo che non mangia e non dorme sono tutte false, in realtà io sono molto quadrato…”.
Beccaria, che è ingegnere nautico, a Parigi si è anche iscritto alla prossima Mini-Transat 2019: “Sono molto carico per la Transat. Sarà una competizione dura come sempre, ci saranno molti navigatori forti tra cui sicuramente Amélie Grassi e Felix De Navacelles, ci saranno 4, forse 5 italiani, ma soprattutto ci saranno alcune imbarcazioni nuovissime e molto veloci (i Maxi e i Vector), che ci daranno un bel filo da torcere. Ma per fortuna si è capito che in queste regate quello che conta non è solo la velocità della barca”.
Un anno clamoroso
“Se penso a com’è cominciato quest’anno… mi sembra incredibile. A fine gennaio sono andato a prendere il mio nuovo Pogo 3 , facendo il famoso passo più lungo della gamba. Ma ho avuto ragione: siamo a dicembre e in questi pochi mesi ho navigato per più di 4500 miglia sul mio nuovo barchino, ho partecipato a 6 regate del campionato francese e ne ho vinte 5. Insomma… è stato un anno clamoroso. Ho investito il 100% delle mie energie in questo progetto, e sono stato totalmente ripagato dello sforzo, non posso che essere entusiasta”.
“La cosa più importante di tutte la dico alla fine: devo ringraziare i miei sponsor senza i quali nulla sarebbe successo, in particolare Geomag che ha creduto ciecamente in me e continuerà a farlo”.
“Abbiamo la fortuna di portare il nome dell’Italia nel nostro brand, e vogliamo che ogni componente, ogni fibra, ogni finitura parli la lingua del nostro saper fare"
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