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Alinghi, il multiscafo si farà

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Roberto Imbastaro

Alinghi torna in acqua, torna ad allenarsi e ha una sola parola d’ordine: riportare i termini della sfida di Coppa America nell’ambito dello sport. Ma l’orizzonte è pieno di nubi perché in questa querelle tra Larry Ellison ed Ernesto Bertarelli i toni personali hanno una valenza che è difficile quantificare. Back to sailing, quindi, torniamo a regatare: è la nuova strategia d’immagine di Alinghi e, diciamo la verità, è anche l’unica che ha questo momento possa essere comprensibile per gli appassionati di questo sport. Errori ne sono stati fatti e, con estrema umiltà, Ernesto Bertarelli li ha ammessi chiedendo di voltare pagina. L’indisponibilità di Ellison, oltre che riscontrabile nei fatti, è stata compendiata da Bertarelli in una battuta “Io lo chiamo, ma lui non mi risponde”. Comunque oggi è stata confermata la costruzione di un multiscafo di grandi dimensioni al quale si comincerà a lavorare non appena saranno conosciute le esatte dimensioni proposte dallo sfidante, cosa che non è ancora proprio perfettamente chiara. In questa storia si va à la guerre comme à la guerre, e Oracle, a tutt’oggi, non ha ancora presentato, supponiamo per scelta tattica, la custom-house certification, documento vitale per il defender per capire con che imbarcazione viene sfidato. Ma oggi è innanzitutto una giornata positiva e quindi la conferma che il multiscafo si farà riempie di entusiasmo il team. “Ernesto Bertarelli ha confermato la costruzione di questo multiscafo – dichiara Brad Butterworth - e non appena si sarà risolta la causa attualmente pendente presso la corte di New York – compresa la definizione di una data nel 2009 – noi regateremo contro BMW Oracle Racing con un multiscafo di grandi dimensioni”. Ma quanto tempo occorre per costruire un multiscafo presumibilmente di 90’? Qualcosa come 15 mesi di cui tre di sola progettazione, altri 8 per la costruzione dello scafo e dell’attrezzatura, un paio di mesi per l’assemblaggio finale ed ancora altri due mese per i test e le verifiche. Quindi 2009 come data imprescindibile per effettuare una vera sfida in acqua. Alinghi su questo è categorica. “Se si regaterà nel 2008 – dichiara il legale di Alinghi Lucien Masmejan – non sarà una vera sfida”. E si, le nubi ci sono e per vederle quanto sono nere si deve anche prevedere una full immersion nel diritto anglosassone. L’appello in corso da parte di Alinghi chiede la sospensiva dei termini di decorrenza della sfida a norma di Deed of Gift e ci sono buone possibilità che tale richiesta venga accolta, anche perché esistono sentenze favorevoli alla tesi svizzera già emesse in tal senso. Ma nel caso la Corte di Appello di New York decidesse all’unanimità in favore di Oracle i termini rimarrebbero quelli originari e non sarebbe più possibile proporre un ulteriore appello. Se la decisione, invece, non venisse presa all’unanimità sia in favore dell’uno che dell’altro ci sarebbe ancora l’ipotesi di un ulteriore grado di giudizio. Situazione complicata? Certo, ma ci piace ancora pensare che possa essere risolta con una stretta di mano e una reciproca soddisfazione. Bertarelli, ammettendo i suoi errori, soprattutto quello inammissibile per un’azienda di tale livello, di aver accettato una sfida spagnola non conforme al Deed of Gift, la sua mano l’ha tirata fuori dalla tasca. Speriamo lo faccia anche Ellison, anche perché non potrà ancora reggere, alla prova dei fatti, la sua strategia di apparire il difensore degli interessi degli sfidanti. Se qualcuno ancora ci crede è bene che consulti un bravo psichiatra.


24/04/2008 20:06:00 © riproduzione riservata






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