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AMBIENTE

Al via "Made", progetto europeo per la salvaguardia degli animali marini

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Roberto Imbastaro

Parte oggi, a conclusione del kick-off meeting, “MADE”, il progetto co-finanziato dall’Unione Europea per mitigare gli impatti ecologici di alcune tecniche di pesca in mare aperto. Inserito all’interno del 7° progetto quadro, MADE ha una durata di quattro anni, coinvolge 13 istituti di 8 paesi europei ed extraeuropei e 60 ricercatori, per un investimento totale di oltre 4,5 milioni di Euro.
Coordinatore del progetto è l’Istituto di Ricerca per lo Sviluppo (IRD) in Francia, uno dei maggiori Istituti di ricerca marina in Europa, che svolge il suo compito in tuitte le aree del mondo.
La Fondazione Acquario di Genova Onlus è incaricata della divulgazione dei risultati, della sensibilizzazione dei pescatori, degli operatori, dei Governi e delle Commissioni Internazionali che si occupano del settore.
MADE ha l’obiettivo di studiare un utilizzo sostenibile di due tecniche di pesca tra le più utilizzate in mare aperto: i palamiti di superficie, prevalentemente usati per la pesca di tonno, pesce spada e alalunga e dei FADs (attrezzi di aggregazione dei pesci), oggetti galleggianti usati per la pesca “ad ombra” di diverse specie di tonno, delle lampughe e dei pesci pilota. Le due tecniche sono spesso responsabili di catture accidentali di tartarughe, squali e animali di taglia non commerciale.
Per citare alcuni dati, ogni anno su circa 3 milioni di tonnellate di tonno tropicale, il 50% viene pescato utilizzando la tecnica dei FADs, che crea rigetti in mare di specie catturate accidentalmente pari a circa 75.000 tonnellate.
Per quanto riguarda la tecnica dei palamiti (chiamati anche palangresi, palangari, coffe o consi), in uno studio condotto da Kelleher nel 2005, si è stimato che a livello mondiale su una media annuale di 1,4 milioni di tonnellate di pesce spada e tonno, mentre la cattura accidentale di animali marini varie specie è di circa 500.000 tonnellate.
Questo significa che queste due attività di pesca da sole provocano la cattura accidentale di centinaia di migliaia di animali marini quali, tra l’altro, squali, tartarughe, cetacei e uccelli marini.

Negli ultimi dieci anni, il dibattito sul sovrasfruttamento delle risorse ittiche e della minaccia che alcune tecniche di pesca rappresentano per la sopravvivenza di alcune specie ha occupato la scena internazionale. Tuttavia, nonostante siano state prese alcune misure a livello europeo principalmente per la pesca lungo la costa, la strada da fare è ancora lunga, soprattutto per la pesca in mare aperto.

A partire dalla fine dell’estate 2008 per i primi due anni del progetto, in alcune zone del Mar Mediterraneo, dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Indiano, scienziati e osservatori dei diversi istituti coinvolti saliranno a bordo di pescherecci per effettuare delle prove in mare aperto finalizzate a migliorare le due tecniche di pesca. I giorni previsti di studio in mare aperto sono circa 50 per ogni oceano.

Parallelamente verrà effettuata un’operazione di marcatura elettronica (satellitare e acustica) di alcune esemplari di squalo, tonno e pesca spada per studiarne e monitorarne il comportamento e l’ecologia e poter così acquisire maggiori conoscenze utili per una migliore gestione delle risorse naturali.

I dati raccolti nei primi due anni di progetto verranno analizzati nei successivi due anni per arrivare a elaborare, coinvolgendo le associazioni di pescatori, dei modelli gestionali che consentano all’industria della pesca di continuare la propria attività in modo profittevole ma, al tempo stesso, più rispettoso degli equilibri ecologici degli oceani.

MADE è un progetto che utilizza un approccio multidisciplinare e integrato, che coinvolge sia le conoscenze biologiche ed ecologiche sulle specie e i loro habitat, sia gli aspetti tecnologici relativi alle tecniche di pesca utilizzate.

L’iniziativa risponde alla filosofia della Fondazione Acquario di Genova Onlus, che ha la missione di sensibilizzare ed educare il grande pubblico alla conservazione, alla gestione e all’uso responsabile degli ambienti acquatici, attraverso l’organizzazione di programmi educativi, mostre, conferenze, campagne di sensibilizzazione ambientale e progetti di ricerca scientifica.

Aver ottenuto la fiducia di ben 12 Istituti di ricerca a livello internazionale, che affidano proprio alla Fondazione Acquario di Genova Onlus il compito di sensibilizzare tutti gli attori della catena produttiva sino ai livelli più alti e di divulgare i risultati della ricerca, rappresenta un riconoscimento rilevante per la struttura genovese e dei suoi fondatori originari (Costa Edutainment, Comune di Genova, Provincia di Genova e Università di Genova).

Oltre all’Istituto di Ricerca e Sviluppo (IRD) in Francia e alla Fondazione Acquario di Genova Onlus, i partner del progetto sono: l’Autorità per la Pesca delle Seychelles, l’Università Libera di Bruxelles (Belgio), La Fondazione AZTI (Spagna), l’Istituto di Ricerca Aquastudio (Italia), il Centro Ellenico per la Ricerca Marina (Grecia), l’Università Federale Rurale di Pernambuco (Brasile), l’Università di Réunion (Francia), l’IFREMER - Istituto Francese di Ricerca per lo Sfruttamento del Mare (Francia), l’Università di Montpellier 2 (Francia), l’IMAR – Istituto per le Ricerche Marine dell’Università delle Azzorre (Portogallo), l’Università di Patras (Grecia).


14/05/2008 18:19:00 © riproduzione riservata






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