14 milioni di tonnellate di stazza, la consistenza della flotta; 1.535 navi in servizio, delle quali il 60% di età inferiore ai 10 anni; 220 navi commissionate ai cantieri di tutto il mondo, attualmente in costruzione; 27 miliardi di euro di investimenti negli ultimi 10 anni; 20 milioni di tonnellate (tre volte la consistenza degli anni Ottanta) l’obiettivo 2010.
Questi i numeri che sintetizzano l’evoluzione della flotta mercantile italiana con i quali Nicola Coccia, Presidente Confitarma, ha introdotto la sessione della 48 ore del mare, ancora una volta dedicata al rapporto ancora in fieri tra finanza ed armatori, sottolineando la finanza rappresenta uno dei pilastri portanti della creazione di una global maritime community in Italia e dando spazio ad un interessante confronto sulle potenzialità dell’integrazione e collaborazione esistenti.
Nel corso del dibattito tutti gli interventi sono stati nel senso di riconoscere l’indubbio interesse del mondo bancario e finanziario per lo shipping, ed i notevoli vantaggi che potrebbero derivare dall’apertura delle società armatoriali, oggi a vocazione quasi esclusivamente familiare verso il capitale di terzi, nella forma del private equity e dell’accesso al mercato borsistico.
Marco Vetulli, Vice Presidente Moody’s Italia, ha illustrato i processi seguiti ed i criteri adottati nella valutazione delle società di shipping, nel processo di attribuzione del rating evidenziandone l’importanza sia ai fini dell’accesso al mercato dei capitali che al fine di una giusta contrattazione e negoziazione con le istituzioni finanziarie.
“Aprire il capitale al mercato – ha affermato Luca Peyrano, Responsabile Continental Europe-primary markets, Borsa Italiana-London Stock Exchange Group - costituisce per il vostro settore, non solo uno strumento aggiuntivo rispetto al classico finanziamento bancario, ma vi consentirebbe di raccogliere sfide imprenditoriali che con le classiche modalità di finanziamento non potreste cogliere”. Inoltre, ha aggiunto Peyrano, “la fusione tra la Borsa Italiana e la Borsa di Londra (London Stock Exchange) mette a disposizione delle imprese armatoriali italiane il gruppo borsistico che detiene il primato nel mondo per numero di nuove società quotate (437 nel 2007 di cui 182 sull’AIM- il mercato della Borsa di Londra dedicato alle piccole e medie imprese in crescita) e il primato in Europa per numero di società quotate, capitalizzazione di mercato, controvalore e numero di contratti, negoziazione di titoli obbligazionari all’ingrosso, negoziazione di ETF e Securitised Derivatives”.
Enrico Maria Fagioli, Amministratore delegato di Efibanca, ha evidenziato la flessibilità offerta al mercato dello shipping dallo strumento del private equity, che si pone come un buon compromesso tra gestione a carattere esclusivamente familiare ed apertura completa al mercato tramite quotazione. In questo senso considera che il fondo creato da Efibanca costituisca una buona opportunità per lo shipping italiano.
Gianni Coriani, Direttore Generale Unicredit Corporate Group, ha evidenziato come dall’integrazione della divisione di MCC già specializzata nello shipping e di HVB, banca del gruppo che ha sempre avuto un focus su questo settore, sia nata una realtà bancaria integrata di respiro internazionale in grado di offrire alle società armatoriali competenze e soluzioni specifiche per la loro crescita.
Gabriele Gori, Vice Direttore Generale, MPS Capital Services Banca per le Imprese, ha manifestato il pieno interesse del gruppo MPS per il mercato dello shipping, confermato dalla creazione di un gruppo di specialisti del settore, in un desk dedicato, attualmente impegnato nello studio di soluzioni ad hoc. Gori in particolare ritiene che molto si possa fare ancora per sviluppare insieme la flotta italiana a patto che ci siano trasparenza, comunicazione e progettualità nel proporre e portare avanti gli investimenti.
Anche Giuseppe Castagna, Responsabile Direzione Corporate Banking Intesa San Paolo, ha ribadito l’interesse del suo gruppo per uno dei settori trainanti per l’economia del Paese, che giustifica la creazione di un tavolo settoriale composto da armatori ed esperti del settore finanziario, in grado di offrire soluzioni finanziarie dedicate.
Domenico De Angelis, Amministratore delegato Banca Popolare di Novara, nel ricordare che BPN vanta una lunga tradizione nei finanziamenti al settore armatoriale, ha evidenziato l’importanza di confrontarsi con soggetti armatoriali che decidono le sorti della loro impresa in tempo reale.
Fabio Fritelli, Amministratore Delegato Sace Spa, ha esposto le svariate opportunità di collaborazione che la SACE, società che fornisce servizi assicurativi al commercio estero, propone alle imprese operanti nel mercato della navigazione, non solo nelle forme della “classica” garanzia all’export ma in tutti i comparti e in tutte le iniziative che possano fondatamente portare ad un effettivo sviluppo dell’industria armatoriale italiana all’estero.
Secondo Romualdo Massa Bernucci, Direttore della Bei-Banca Europea degli Investimenti, il settore dei trasporti costituisce per l’Europa intera l’elemento strategico, vero asse portante dell’intero continente. In questo contesto la BEI guarda con attenzione in particolare ai progetti di investimento di medio e lungo periodo che possono provenire dal settore dello shipping, e le possibilità di collaborazione con il settore armatoriale nelle forme del cofinanziamento non solo di navi, logistica ed infrastrutture portuali ma anche di progetti di sviluppo.
Paolo d’Amico, Vice presidente Confitarma, ha testimoniato l’esperienza più che positiva derivante dalla quotazione della sua azienda in Borsa, sia in termini di ritorno economico che di miglioramento dei rapporti con banche, clienti e fornitori.
Anche il mondo bancario italiano - ha sottolineato Angelo D’Amato, Presidente della Commissione Finanza e Diritto d’Impresa di Confitarma- ha conosciuto una positiva evoluzione: oggi vi è sicuramente più organizzazione, più specializzazione, maggiore conoscenza del nostro settore e gli armatori inconttrano interlocutori in grado di comprendere le problematiche del settore. Un cambiamento molto importante, rispetto alla differenza che gli armatori constatavamo in passato nel confronto con le banche estere più attente ed evolute. D’Amato ha proposto anche di istituire un nuovo patto d’azione fra banche e imprese armatoriali per operare insieme nella complessa realtà del Far-East.
Aldo Grimaldi, ha auspicato la creazione anche in Italia di una “banca marinara” dedicata esclusivamente al mondo dello shipping che sia in grado di affrontare le dinamiche interne e le caratteristiche delle società di navigazione.
Al termine dei lavori Nicola Coccia ha siglato due importanti protocolli d’intesa destinati ad incidere in modo concreto sul rapporto fra shipping e finanza:
 la convenzione con Borsa Italiana – London Stock Exchange Group con la quale si intende fornire agli armatori associati alla Confitarma la possibilità di valutare la quotazione sui nostri mercati, soprattutto alla luce delle nuove opportunità che la fusione con la Borsa di Londra fornisce alle imprese italiane. L’alleanza tra Borsa Italiana e Confitarma potrà favorire il rafforzamento del settore armatoriale italiano nell’ambito della global maritime community;
 l’intesa con la SACE spa – Servizi Assicurativi del Commercio Estero, al fine di collaborare in ambito tecnico e commerciale, presentando agli associati della Confitarma l’attività ed i prodotti di SACE, scambiando informazioni e valutando opportunità di lavoro e di investimento, condividendo competenze ed esperienze e mettendo a disposizioni le proprie specifiche conoscenze
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