Alla luce delle buone prove degli Azzurri della vela a Rio, la facile battuta è che ci siamo trovati a nostro agio perché come italiani siamo abituati (purtroppo) a fare i conti con l'inquinamento delle acque costiere. Ma la "querelle" sulla qualità delle acque della Baia di Guanabara è molto più seria. Finisti i Test Event si riparla con forza della situazione dell'inquinamento dello specchio d'acqua dove si sono disputate le gare, che nel corso delle regate è emersa in tutta la sua drammaticità.
E a prendere posizione questa volta è proprio la Federazione Internazionale della Vela (ISAF) per bocca del suo Direttore generale Peter Sowrey che, pur elogiando l'organizzazione, si è detto "non certo soddisfatto di ciò che ho visto in acqua. Come Federazione internazionale - ha aggiunto - non siamo soddisfatti rispetto ai test di qualità delle acque, perché' non stiamo ricevendo la quantità di notizie che ci saremmo aspettati. "Le gare dei Giochi - ha concluso Sowrey - potrebbero essere spostate dalla baia al mare aperto, o altrove". Sowrey ha poi precisato di aver visto nei giorni scorsi immondizia e oggetti vari in mare in una zona che avrebbe dovuto essere campo di regata, e ha ricordato il caso dello specialista di windsurf sudcoreano Wonwoo Cho, ancora ricoverato nell'Ospedale Samaritano della metropoli carioca dopo essersi sentito male a causa, a suo dire, del contatto con l'acqua.
Le gare di vela dell'Olimpiade di Rio de Janeiro 2016, quindi, rischiano seriamente di non disputarsi nella Baia di Guanabara.
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