Protagonista, ancora una volta il vento che per l’undicesimo giorno di regate permette di disputare solo le medal race dei dinghy femminili e maschili. Anche i catamarani misti sono scesi in acqua ma dopo una valutazione del comitato di regata si è preferito rimandarli a terra. I Kite che avevano l’ultimo giorno di qualifiche sono rimasti direttamente a terra.
Il Direttore Tecnico come di consueto inquadra la giornata: “Marsiglia si è ancora una volta ripetuta. Condizioni estreme, ma un’altra giornata positiva per noi. Chiara Benini Floriani ha messo in acqua oggi una notevole padronanza del singolo e chiuso molto bene, vincendo la finale. Terminare al quinto posto l’Olimpiade, un’Olimpiade così complicata oltretutto, è un grande risultato per l’atleta gardesana. Complimenti a lei e al tecnico Vigna per quella che è la miglior prestazione di sempre dell’Italia nel singolo femminile alle Olimpiadi. Per quanto riguarda il singolo maschile, l’Italia è tornata a partecipare alla finale Olimpica dopo sedici anni. Questa settimana si potevano sfruttare meglio alcune opportunità, comunque come ho già detto nei giorni scorsi, Chiavarini ha lottato con i denti. Merita sicuramente un plauso anche il lavoro dell’altro tecnico dei singoli Poggi. Pescetto, Tita-Banti, Pianosi? domani un altro giorno per la Storia. Rimaniamo concentrati, abbiamo un lavoro da finire, questo il pensiero.”
Delineato il quadro del 7 agosto in una Marsiglia che si sveglia con qualche nuvola e la speranza è quella di avere più di una “bavetta” di vento per giunta bucata come ieri e invece… Invece dopo una piccola speranza intorno alle prime ore del pomeriggio quando viene disputata la prima finale, quella femminile, il vento va lentamente scemando scendendo intorno ai 4 nodi durante quella maschile. Tutto fermo e nuova attesa, nella speranza di poter provare a disputarla oggi. Il vento leggero ritorna con punte di 7 nodi che consentono agli uomini di disputare una finale avvincente per il terzo posto strappato dal peruviano quasi all’ultima boa dopo avere disputato la regata sempre in ultima posizione.
Ieri lo aveva detto senza nascondersi “domani per me sarà all in” e così è stato, almeno da parte di Benini Floriani che è entrata determinata e ha portato a compimento la sua finale vincendola. La classifica finale recita per lei quinto posto.
Chiara Benini Floriani: “Sono entusiasta di aver vinto la Medal Race, concludendo magnificamente le mie prime Olimpiadi. Recuperando due posizioni nella classifica generale, ho raggiunto il quinto posto, un traguardo che mi rende davvero soddisfatta. Non vedo l’ora di riprendere gli allenamenti in preparazione per i prossimi Giochi tra quattro anni.”
Nella Medal Race maschile invece il nostro Chiavarini (che era in testa in quella annullata) chiude al settimo posto con relativo nono posto in classifica generale.
Lorenzo Chiavarini: “Per me una grande emozione, peccato per la Medal Race annullata quando ero in testa, avrei potuto concludere con un risultato di prestigio. Voglio ringraziare la mia famiglia, la Federazione, il DT Marchesini, il mio tecnico Poggi e tutti quelli che mi hanno permesso di arrivare fino a questo traguardo nella mia carriera sportiva.”
Come detto i kite non sono scesi in acqua concludendo così le loro qualifiche cristallizzando la classifica frutto delle prove dei giorni scorsi.
Altre due finali conquistate quindi da Riccardo Pianosi e Maggie Pescetto che si trovano rispettivamente al terzo posto e all’ottavo.
Per loro il meccanismo delle Medal Series è abbastanza complesso e prevede quanto segue.
Semifinali:
I kiteboard classificati dal 3° al 10° posto nelle serie iniziali partecipano alle semifinali, suddivisi in due gruppi, A e B con divisione in base alla classifica 3-6-7-10 e 4-5-8-9.
Le semifinali continuano finché un kiteboard in ciascun gruppo accumula tre vittorie. Ogni vittoria in una gara si traduce in un punto. Per effetto della classifica gli atleti che hanno terminato in classifica generale al terzo e quarto posto hanno già due vittorie e chi è terminato al quinto e sesto ne hanno una, gli altri partono da zero. Il vincitore di ciascuna semifinale si qualifica per la finale.
Finali:
Nella finale partecipano i vincitori delle semifinali più i primi due classificati delle serie iniziali che sono avanzati direttamente.
Le regole delle finali sono simili a quelle delle semifinali: la competizione continua fino a che un kiteboard non accumula tre vittorie. Per effetto della classifica generale il primo ha un vantaggio di due vittorie e il secondo di una mentre gli atleti che entrano dalle semifinali sono a zero punti. I partecipanti nella finale sono classificati in base al numero di vittorie accumulate, e in caso di pareggio, la posizione si determina in base al risultato dell’ultima gara disputata.
Chi ha finito le proprie regate ieri, ma è rimasto per tifare i propri compagni è l’equipaggio Berta Festo del mixed dinghy.
Elena Berta: “Il nostro obiettivo era la medal race, per confermare il percorso di crescita intrapreso in questo anno e per confermare di essere ancora una volta in top 10. Ci siamo allenati tantissimo soprattutto nell’ultima stagione e per questo ci teniamo a ringraziare il nostro allenatore Aaron e i nostri compagni di team portoghesi. Con Bruno abbiamo avuto la pazienza di aspettare e di saper cogliere l’opportunità della qualifica Olimpica, per questo ringraziamo la Federazione Italiana Vela ,il Presidente Francesco Ettorre il direttore tecnico Michele Marchesini e Luca De Pedrini per la fiducia che hanno riposto in noi. Ci tengo ringraziare di cuore l’Aeronautica Militare. Far parte di questa nazionale fortissima, essere stata la compagna di stanza di Marta e poter condividere tempo con Ruggi e Cate ma soprattutto con tutto il team è sempre molto motivante. Essere alle Olimpiadi è un privilegio e lo è ancora di più con tutto il team e lo staff della Federazione Italiana Vela.”
Bruno Festo: “Sono un po’ amareggiato per il risultato di questa Olimpiade. Non siamo riusciti a trovare una quadra, in un campo difficile, con condizioni al limite e una flotta super competitiva. Avremmo potuto fare di meglio e per questo fa un po’ male. Però non ho rimpianti. Ho sacrificato tanto e ho dato tutto quello che ho potuto negli ultimi tre anni. So di aver fatto del mio meglio.”
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