Fano, terza città delle Marche per numero di abitanti, dopo aver vestito i panni di quella che fu la Fanum Fortunae con la grande rievocazione storica di luglio, ad agosto è pronta a trasformarsi nel Paese dei Balocchi, l’incantato mondo descritto da Carlo Collodi con protagonista il bambino/burattino Pinocchio.
La città marchigiana, che da oltre 30 anni si fa portavoce delle esigenze dei baby cittadini tanto da avere al proprio interno un consiglio comunale riservato che periodicamente si confronta con quello ufficiale, è da sempre ribattezzata “città delle bambine e dei bambini” e quale favola se non Pinocchio, può rappresentare al meglio questo concetto?
Ecco che allora varcando la soglia di Piazza Bambini del Mondo, fulcro dell’evento, sarà possibile imbattersi nella gigantesca balena lunga 11 metri, larga 3 e alta 2,60 in cui al suo interno, Geppetto in persona, accoglie i visitatori facendoli immergere nella più bella favola di tutti i tempi o in Lucignolo in versione spara balle, trasformate in questo caso in bolle… di sapone.
A sorvegliare tutti dall’alto è un maestoso Pinocchio di 11 metri che veglia sulla piazza controllando che Fatina, Geppetto, Gatto e Volpe facciano vivere ai bambini un’esperienza magica fatta di racconti, desideri e sogni.
Attenzione però, non fatevi ingannare dal nome, perché quello che andrà in scena dal 17 al 20 agosto non sarà solo una festa fatta di giochi e, appunto, balocchi, ma anche un’occasione per affrontare temi importanti e per far riflettere piccoli e grandi.
Ogni anno un tema diverso, ogni anno un ospite diverso (in passato Gene Gnocchi, Giobbe Covatta, don Luigi Ciotti, Silvestro Montanaro), che per quattro giorni dismetterà gli abiti civili e indosserà la simbolica fascia di “sindaco” del Paese dei Balocchi diventando il testimonial di una manifestazione che è un mix di spensieratezza, libertà, divertimento e gioco ma che guarda con estrema cura al rispetto per l’ambiente e ai problemi del mondo.
L’Arte sarà al centro de Il Paese dei Balocchi 2018 che per la sua 15esima edizione ha scelto come primo cittadino Don Antonio Loffredo, sacerdote del rione Sanità di Napoli che ha saputo, grazie appunto all’arte, far cambiare al mondo l’idea malsana che aveva sul rione Sanità, uno dei quartieri più antichi e belli di Napoli, ma “tagliato” da un ponte che di fatto lo ha isolato dal resto della città dandogli una connotazione in cui povertà, camorra e delinquenza hanno regnato sovrane, con i giovani che già alla nascita avevano segnato il proprio destino. Questo almeno fino al 2001 quando nella chiesa Santa Maria della Sanità “piomba” come un portatore sano di ottimismo Don Antonio Loffredo, parroco che da quel momento sarà destinato a cambiare le sorti di una popolazione intera.
Don Antonio ha avuto da subito l’intuizione di far capire ai giovani le bellezze artistiche e architettoniche di cui disponeva il rione Sanità e grazie alla sua audacia gli ha convinti a riappropriarsene con la consapevolezza che ristrutturare, dipingere e valorizzare avrebbe voluto dire anche crescita economica e occupazionale.
Come una catena della speranza sono nate in breve tempo varie cooperative di giovani (molti di loro reduci da un percorso di riabilitazione da tossicodipendenza), collaborazioni con professionisti del settore, sono state riaperte le catacombe di San Gaudioso prima e San Gennaro poi, sono stati restaurati 11mila metri quadrati di beni artistici e si sono creati posti di lavoro che hanno dato al rione Sanità una connotazione turistica impensabile solo 20 anni fa. Le catacombe sono passate da 3/4mila visitatori l’anno ai 100mila del 2017 e questo ha creato un’economia circolare che a pioggia ha portato benefici a tutti: grazie al lavoro di Don Antonio e i suoi ragazzi, infatti, sono nati ristoranti, pizzerie, negozi di oggettistica, strutture ricettive e questa è forse la vera vittoria di tutto il progetto.
“Le pietre scartate spesso possono diventare pietre preziose – spiega Don Antonio –. ‘Sanità’ era conosciuto solo per la cronaca fino a qualche tempo fa, oggi invece è molto di più e questo perché i ragazzi hanno cambiato gli obiettivi. Ora sanno che un futuro è possibile, ora sanno l’importanza di studiare per crearsi un domani e hanno capito l’importanza di fare squadra”.
Come ogni festa che si rispetti poi, ricopre un ruolo fondamentale l’aspetto enogastronomico che nella Fano formato Paese dei Balocchi ha però un valore aggiunto. Oltre a stand per tutti palati, vegani e celiaci compresi, con prodotti a chilometro 0 provenienti da coltivazioni e aziende del territorio, quella che andrà in scena dal 17 al 20 agosto sarà una Festa Sostenibile: tutte le stoviglie utilizzate negli stand saranno biodegradabili e compostabili, nell’ottica del risparmio energetico e della tutela
ambientale.
L’affrontare questi temi con forza ha fatto si che col tempo aumentasse in maniera vertiginosa la voce “riciclo” e quest’anno si vedranno i frutti in maniera tangibile: al centro della piazza, infatti, sarà installata una panchina interamente realizzata con la plastica riciclata durante le precedenti edizioni dell’evento e questo rende Il Paese dei Balocchi di Fano ulteriormente unico nel suo genere dove la magia fiabesca di Pinocchio si fonde con la sensibilizzazione a tematiche importante che però, se si vuole un mondo migliore, vanno affrontate sin da bambini.
A completare il ricco programma dei quattro giorni tanti spettacoli, laboratori, concerti e rappresentazioni teatrali con la presenza costante del Ludobus dei Balocchi, un pullman itinerante che viaggia in lungo e in largo la provincia di Pesaro-Urbino facendo tappa in piazze e arene proponendo i giochi di una volta.
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