martedí, 11 novembre 2025


ARGOMENTI
IN EVIDENZA

regate    j24    campionati invernali    rsaero    mini transat    open skiff    transat café l'or    ambrogio beccaria    sicurezza in mare    attualità    cico 2025   

VOLVO OCEAN RACE

Volvo Ocean Race: si va a Capo Horn

volvo ocean race si va capo horn
Roberto Imbastaro

La settima tappa è la più lunga dell’intero percorso del giro del mondo: 7.600 miglia teoriche nei mari più freddi e inospitali del pianeta. La flotta lascerà Auckland domenica 18 marzo, si dirigerà oltre l’East Cape della Nuova Zelanda e si inoltrerà negli oceani meridionali Una volta portatesi abbastanza a sud, le sette barche si metteranno su una rotta ovest/est nell’Oceano Antartico, correndo sui sistemi di bassa pressione che circondano l’Antartide. Vento forte e onde enormi saranno all’ordine del giorno, come lo sarà la non piacevole presenza di iceberg.

Lasciati alle spalle queste vaste acque inospitali sarà il mitico Capo Horn l’obiettivo, dove il sud Pacifico si scontra con la punta meridionale del continente americano, prima di poter finalmente mettere la prua verso nord, navigando lungo la costa dell’Argentina, dell’Uruguay e del Brasile verso la linea del traguardo di Itajaì.

Questa tappa ha segnato profondamente la storia del giro del mondo a vela. In passato le barche erano molto più lente e dunque l’aspetto della navigazione meteo era meno importante, mentre oggi sono tanto veloci da riuscire a tenere il passo con i sistemi depressionaria e i navigatori devono quindi elaborare la migliore strategia per trovare la posizione migliore.

Le oltre 7.600 miglia della tappa presentano diversi ostacoli che gli equipaggio dovranno affrontare e superare.

La corsa verso sud: il primo problema strategico ricorda quello che la flotta ha dovuto affrontare arrivando e partendo da Città del Capo nella Leg 2 e 3. Le burrasche e le depressioni che circolano da ovest a est intorno alle aree temperate del globo si scontrano con l’Antartide che le rallenta. Ma il vento si rafforza e la migliore strategia per aggirarle è portarsi il più a sud possibile. Se in prossimità della Nuova Zelanda l’estate australe può causare venti leggeri, questa discesa potrebbe essere lenta, a meno che non entri una bassa pressione tropicale che potrebbe causare condizioni estreme. Nell’edizione 2011-12 un sistema meteo “cattivo” investì la flotta con venti a 50 nodi e onde di 7 metri. Sia Abu Dhabi che altre due barche furono costrette a ritirarsi con danni all’attrezzatura. Nel 2014-15 invece il Ciclone Pam fece posporre la partenza.

Il Westerly Storm Track: il metodo per navigare velocemente, una volta entrati nel sistema di depressioni come è accaduto nella Leg 3, è quello di restare nel flusso di vento da ovest tenendosi a nord del centro della bassa pressione. Ma non troppo vicino, per non rompere e non troppo a nord, dove l’aria scende di intensità. L’errore più grave è, comunque, restare intrappolati a sud, dove il vento da est renderebbe la vita a bordo molto scomoda e la barca molto lenta. Una possibilità che oggi è meno probabile, visto che gli organizzatori fissano una zona di esclusione per evitare che le barche entrino nella zona dei ghiacci. 

Gli iceberg: in Antartide grandi pezzi di ghiaccio si staccano dalla piattaforma e gli iceberg derivano verso nord, incrociando la rotta delle barche partecipanti. Colpire un iceberg o un growler potrebbe essere un’eventualità disastrosa, e per questa ragione il comitato di regata stabilisce un limite alla navigazione. Limite che è un ulteriore sfida strategica per gli equipaggi, che vedono ridotta la loro capacità di interpretare i sistemi meteo.

Capo Horn: Capo Horn è leggendario nella storia della navigazione. Nella zona a sud del continente americano i sistemi depressionari vengono compressi e si incanalano fra il Sudamerica e l’Antartide, provocando venti molto intensi e onde formate, fra le peggiori al mondo. Statisticamente l’approccio settentrionale è di solito più veloce.

Le scelte delle Falkland: dopo aver doppiato Capo Horn, la flotta deve risalire verso nord, in condizioni di freddo meno intenso, ma per la vicinanza del Sudamerica a ovest, la meteo diventa più imprevedibile e le barche devono decidere se passare all’interno o all’esterno delle isole Falkland. Nell’edizione 1997-98, proprio in questa zona ci fu un leggendario sorpasso con le barche che avevano doppiato per ultime Capo Horn che decisero di passare a est, lasciandosi dietro tutte quelle che avevano scelto l’opzione ovest. 

Il rischio Pampero: se non ci fossero abbastanza problemi da affrontare, quando le tempeste degli oceani meridionali incontrano la catena delle Ande, si forma il Pampero che provoca fortissimi temporali, con pioggia e fulmini, colpendo i velisti che pensavano di potersi rilassare dopo aver passato Capo Horn.

La Leg 7 è una tappa dura, forse la più dura dell’intero percorso. E il team che riuscirà a conquistarla, magari passando anche Capo Horn in testa, scriverà un nuovo capitolo nella storia della regata.

La Leg 7 in cifre
- 7.600 miglia nautiche da Auckland (NZL) a Itajaí (BRA)
- circa 19 giorni di navigazione stimati
- 16 punti  in gioco
- 14 punti per il primo, 12 per il secondo, 10 al terzo e così via
- 1 punto bonus per il vincitore di tappa
- 1 punto extra per la prima barca a doppiare Capo Horn (longitudine 67º 16’ 20” Ovest)

 


15/03/2018 14:46:00 © riproduzione riservata






I PIU' LETTI
DELLA SETTIMANA

Verso Martinica: la Transat Café L’Or entra nel suo gran finale

Con un margine di quasi 200 miglia e 450 miglia ancora da percorrere, solo la sfortuna potrebbe negare a SVR Lazartigue (nella foto) la vittoria che insegue da tempo in questa regata. Arrivo previsto per stasera o domani mattina

Mini Transat: che gran regata per Mathis Bourgnon!!!

Lo svizzero, figlio d'arte, è secondo con una barca senza foil e senza l'indispensabile spi medio, scoppiato durante la prima tappa. Gli italiani al 12° (Gamenara) e 17° (Zorzi) posto. Entrare nella top ten non è una missione impossibile

Transat Cafè L’Or: Beccaria ai piedi del podio

Un bel quarto posto per Ambrogio Beccaria con sensazioni positive sulla barca e un po' di delusione per il risultato

Tutti i vincitori del Campionato Autunnale del Circolo Velico Riminese

La stagione sportiva proposta dal Circolo Velico Riminese si chiude con il Campionato Autunnale 2025 svoltosi sabato 8 e domenica 9 novembre

Transat Café L'Or: Francesca Clapcich sul podio, trionfo di Beyou e Lagravière

Francesca Clapcich e Will Harris (11th Hour Racing) hanno tagliato il traguardo in 2a posizione. Jérémie Beyou e Morgan Lagravière, Charal, hanno tagliato per primi il traguardo in 11 giorni, 19 ore, 45 minuti e 18 secondi

Mini Transat: vince Mathis Bourgnon trent’anni dopo il padre

Un successo tanto spettacolare quanto simbolico: esattamente trent’anni dopo la vittoria del padre Yvan Bourgnon nella stessa regata, il figlio scrive una nuova pagina della storia familiare e della vela oceanica

Laperche e Cammas trionfano alla Transat Café L’Or 2025

SVR-Lazartigue conquista la vittoria nella categoria ULTIM

Sole e vento per la "prima" dell'Invernale del Circeo

Una bellissima giornata di sole e vento ha permesso al Comitato di Regata, presieduto dal Giudice Nazionale Carlo Cacioppo e dai Giudici De Rossi e Sferra, di portare a termine una stupenda prova costiera davanti al Parco Nazionale del Circeo

Paul Cousin: una vittoria da skipper di razza

I momenti più belli: "La luna. Di notte era come se fosse giorno, fantastico. Le mie frontali sono tutte cariche, ne ho usata solo una. È stato bellissimo, il sorgere del sole e i tramonti della luna"

Bruschetta Guastafeste e Jamaica al comando dei Trofei Ciccolo e Miglior Timoniere-Armatore J24

Ad una sola manche dalla conclusione, un nuovo sorpasso nella classifica provvisoria del Circuito Nazionale 2025 che, dopo 9 tappe nelle più belle località italiane, assegnerà i due ambiti Trofei Francesco Ciccolo e Miglior Timoniere-Armatore J24

Utilizzando questo sito accetti l’uso di cookie per analisi e pubblicità.  Approfondisci