Alex Bellini, pur non essendo un velista, lo conosciamo un po’ tutti perché le sue avventure in mare hanno fatto il giro del mondo (e non è un modo di dire). Nel 2005 ha remato per 11mila km in solitaria attraverso il mar Mediterraneo e l'oceano Atlantico e nel 2008 ha concesso il bis affrontando, sempre da solo e a remi, l'oceano Pacifico, dal Perù all'Australia per 18mila km cedendo a 65 miglia dall’arrivo. Sembrano un’inezia quelle 65 miglia, ma quella telefonata alla moglie per dire che non era in grado di fare un metro di più, è anche sintomatica della grande forza morale e intellettiva di Alex. Le sue imprese estreme contemplano il rischio, ma non l’incoscienza. Sapere quando è il momento di abbandonare è una componente essenziale per essere dei buoni “avventurieri”.
Avventurieri. Ecco la parola magica che è riecheggiata l’altra sera a Livigno, dove Alex è stato insignito del titolo di Best Adventurer agli Adventure Awards days. E proprio in questa serata, Alex Bellini non ha mostrato immagini trionfalistiche di se, ma piuttosto un video che lo vede stremato, in uno degli ultimi giorni di traversata del Pacifico, mentre si domanda : "chi me lo ha fatto fare?" e rimpiange di non essere rimasto a casa a godersi una serata sul divano con la moglie Francesca, che è la sua prima supporter. "Non sono un supereroe – ha dichiarato Alex – e in questo filmato si vede bene. Sono solo una persona che riesce a dare valore a cose che per altri non hanno senso”. Per Bellini il momento più bello è quello della progettualità, perché è il momento del sogno che poi va a scontrarsi con la fattibilità. L’avventuriero, per Alex Bellini, è un sognatore e pertanto è capace di grande flessibilità e di adattare l’impresa reale ai suoi sogni.
E il nuovo sogno di Alex Bellini ha il cuore freddo di un iceberg. La sua nuova sfida sarà sopravvivere su un iceberg alla deriva fino al suo scioglimento, un’impresa ispirata dall’avventura di Umberto Nobile, che nel 1928 tentò di sorvolare il polo Nord su un dirigibile ma naufragò sul pack, dove sopravvisse per 40 giorni.
La finalità dichiarata è quella di far parlare del cambiamento climatico. “Non sono uno scienziato né un ambientalista, ma vorrei che si parlasse di questo tema e l'avventura è uno strumento potente per farlo. La missione sull'iceberg è il progetto più ambizioso che potessi immaginarmi, mi costa gli anni migliori della mia vita. Sono 4 anni che lo preparo ed è completamente diverso dai precedenti, perché qui la preoccupazione principale è quella di creare i presupposti sicuri per portare a termine l’impresa”.
Ci sono 150 variabili, ha spiegato Bellini, che potrebbero portare alla morte, e per ognuna di quelle è necessaria una soluzione logica. Sull'iceberg Bellini avrà a disposizione una capsula di sopravvivenza, dove passerà il 90% della giornata, mentre il resto del tempo sarà dedicato alla raccolta del ghiaccio per l'acqua e alla manutenzione delle apparecchiature elettroniche e di comunicazione, attività che lo costringeranno a uscire dalla sua zona di sicurezza e che lo esporranno a notevoli rischi. "I rischi vanno calcolati - spiega Alex – altrimenti non sarebbe un'avventura, ma un tentato suicidio"
La partenza è prevista per la prossima primavera dalla costa occidentale della Groenlandia. Con un elicottero andrà alla ricerca di un iceberg piatto e largo quanto un campo da calcio, dove si farà lasciare. Sarà la sua casa per un tempo stimato da un minimo di 2-3 mesi a un massimo di 1 anno, finché l'iceberg non si scioglierà o vivrà momenti catastrofici. L’avventura di Alex Bellini sarà seguita da un board scientifico che darà vita a un forum virtuale sul cambiamento climatico cui Alex parteciperà via web. Questa volta, quindi, sarà connesso e non rischierà più le crisi di angoscia che lo avevano assalito nelle traversate a remi in solitario.
Alle ore 8. 02’ 46’’ di oggi, venerdì 27 giugno, dopo circa 145 miglia percorse, il maxi 100’ ARCA SGR timonato dallo skipper triestino Furio Benussi con il Fast and Furio Sailing Team, ha tagliato per primo in tempo reale
Innovazione, performance ed efficienza rappresenteranno il nuovo progetto sportivo di Ferrari che con Hypersail molla gli ormeggi verso la vela oceanica. Un progetto che si presenta come una sfida tra tradizione a innovazione tecnologica
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La prima fase di regate ha registrato numeri da record: 131 atleti iscritti nei WASZP, la partecipazione più alta di sempre alla Foiling Week per questa categoria, e 32 barche in acqua per la flotta Switch One Design, la più numerosa mai riunita in regata
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Per l'Italia in acqua Andrea Demurtas, Jesper Karlsen, Giovanni Montesano, Cristian Castellan e Pietro Lucchesi