“Never give up”, mai mollare, nemmeno se vieni eliminato e scivoli nella parte bassa del tabellone, nemmeno se all’inizio della regata decisiva di selezione scuffi, nemmeno se nella finale decisiva il tuo avversario principale parte a razzo e sembra aver fatto il vuoto dietro.
Never give up soprattutto se sei Ruggero Tita, Francesco Rubagotti o Matteo Pilati e chiami il tuo team - con la giusta ironia - “Top Gun Racing”, perché non mollando mai alla fine vinci con onore la Persico 69F Revolution FCL.
Tre regate decisive in un giorno, stamani, con un fantastico vento da Nord: a Top Gun Racing sono serviti due flight (di cui uno iniziato, come detto, con un scuffia), chiusi entrambi al secondo posto dietro a Young Azzurra, per arrivare in finale. Ad attenderli, freschi e riposati, Zeta Racing e Dutch Sail Janssen de Jong, qualificati già da ieri grazie al percorso netto nella parte alta del tabellone.
In partenza gli olandesi, grandi favoriti dopo aver vinto la prima Revolution la settimana scorsa, hanno lasciato il vuoto dietro di sé, accumulando un buon vantaggio poi però completamente perduto con la decisione sbagliata di andare tutto a sinistra dopo la prima boa. Top Gun Racing invece ha strambato subito alla boa ed è stato il primo a prendere le migliori raffiche in poppa, aumentando la velocità fino ad andare in testa e difendendo poi fino al traguardo il vantaggio costruito con gran determinazione.
Cosa dire di poi Young Azzurra? Anche qui, never give up: la sfida italiana per la Youth America’s Cup è stata annunciata ufficialmente dallo Yacht Club Costa Smeralda solo una settimana fa e il team scelto è sceso subito in acqua, ha perso la prima regata nel Day 1 ma non ha mai mollato fino a vincere due prove oggi e chiudere secondo in finale, quella posizione che mostra quanto tu sia promettente, con grandi margini e potenzialità e ti dà al tempo stesso lo spunto per migliorare. Quando poi gli allievi battono il maestro - coach Zennaro, arrivato terzo con il suo Zeta Racing - il tasso di agonismo, entusiasmo e rivincita non può che aumentare.
Tornando ai vincitori: “Ci siamo divertiti un sacco - ha dichiarato l’instancabile Ruggero Tita - sono state delle bellissime regate e la soddisfazione oggi è molta. Ora restiamo amici ma ognuno andrà per la sua strada”. Scherza Tita, ma la stagione agonistica divide il team: “facciamo tutti cose diverse e proprio per questo è bello ritrovarsi su questa barca; ognuno mette le proprie competenze ed è il mix giusto di ingredienti”. Valigia quindi già pronta: Tita proseguirà la campagna olimpica, Pilati vestirà i panni di coach nel 49er FX e Rubagotti continuerà a contribuire al successo del Persico 69F e a regatare nell’altura.
Per Young Azzurra, invece, il programma è strettamente definito: “Grande soddisfazione oggi - commenta Ettore Botticini - dopo aver perso la prima regata abbiamo imparato a fare le cose semplici e a concentrarci sull’essenziale: ci siamo liberati dalla pressione e dall’emozione di iniziare un progetto così grande e importante. Abbiamo curato la tattica ed è andata sempre meglio. La squadra funziona, con Francesca Bergamo alla randa e Federico Colannino al controllo dei foil abbiamo iniziato a creare automatismi, siamo in gioco. Non ci resta che continuare gli allenamenti, già dalla settimana prossima, perché la strada è appena iniziata”.
Proprio la giovane Francesca Bergamo ha disputato entrambe le Revolution, in due ruoli diversi: “La scorsa settimana ho timonato mentre su Young Azzurra sono stata alla randa, due ruoli molto diversi ma una cosa rimane costante: questa barca è una figata”.
Con il risultato di oggi si compila anche la classifica overall, che tiene conto dei piazzamenti combinati della partecipazione alle due Revolution: la vittoria va a Dutch Sail Janssen de Jong, seguito da RHKYC Team Agiplast e FP Sailing.
A rivoluzione compiuta arriva anche il commento degli organizzatori, affidato a Dede De Luca: “Quello che ci ha insegnato la Revolution è che queste barche e questa formula premiano la tenacia. Abbiamo assistito a continui stravolgimenti di classifica, sorpassi, scuffie, proteste: ha vinto chi ci ha creduto fino in fondo, chi non ha mai mollato, chi ha saputo cogliere l’occasione per recuperare. E questo mi piace parecchio, perché la nostra formula deve dare spettacolo, divertire i regatanti tenendo tutti in gioco fino alla fine. Grazie al vento da Nord abbiamo imparato che queste barche sono solide e sicure: in allenamento siamo usciti con 25 nodi e onda, e tutto ha funzionato. Gli equipaggi ormai sono abituati a correre a più di 20 nodi, la barca è robusta e affidabile e la risposta che ci arriva dal campo è più che positiva”.
Nei prossimi giorni i Persico 69F saranno utilizzati per una serie di allenamenti dei team che concorrono alla Youth America’s Cup e successivamente saranno al via del Trofeo Gorla e della “100 Foils”, la versione per barche volanti della classica Centomiglia. Poi si tornerà alla Persico 69F CUP, a Malcesine, per il secondo dei quattro Grand Prix in programma a metà settembre.
Il vento ha fatto temere un tradimento, costringendo le regate a ritardare di quasi un’ora; è poi arrivato leggero insieme al sole per la prima prova, più forte nella seconda, mentre è calato nella terza
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