Dopo una partenza pressoché perfetta, Ambrogio e Alberto sono andati molto bene fino all’Inghilterra. Durante la traversata del Mar Celtico, tra Inghilterra e Irlanda, i marinai hanno commesso alcuni errori, faticando a trovare la giusta configurazione delle vele. In questa fase gli inseguitori, Amelie Grassi su Tyrion e Matthieu Vincent su L’Occitane en Provence, li hanno ripresi e superati quindi Geomag è passata in terza posizione. I ragazzi però sono rimasti concentrati e hanno sfruttato al meglio le correnti favorevoli vicino agli scogli irlandesi per ridurre il distacco nell’approccio al famoso faro del Fastnet. La lunga discesa verso la Francia è stata determinante; la scelta di stare più a Sud, allontanandosi dalla rotta diretta (facendo quindi molta più strada), ha permesso ad Alberto e Ambrogio di navigare con un po’ più di vento e con un angolo leggermente migliore rispetto agli avversari. La scelta si è rivelata quella giusta: l’equipaggio di Geomag è così tornato in prima posizione, vincendo con un vantaggio di 1 ora e 46 minuti questo Mini Fastnet 2019.
Ambrogio e Alberto hanno tagliato il traguardo alle 4:12 minuti di stanotte, seguiti da Nicolas D'Estais e Sam Goodchild al secondo posto e Amélie Grassi e Davy Beaudart al terzo.
Una regata caratterizzata tra l’altro dall’altissimo livello dei concorrenti tra i quali il leggendario Thomas Coville, skipper di Sodebo, che a bordo con Alex Trehin ha vinto la regata in classe Proto.
Ambrogio Beccaria, skipper: “Siamo arrivati distrutti ma contenti: pensavamo di essere terzi e non abbiamo capito perché ci facessero tante foto. Poi abbiamo capito… ed è stato molto figo!”
“E’ stata una regata davvero tosta! Nella prima parte abbiamo spinto tantissimo... abbiamo anche fatto un passaggio rischioso tra gli scogli con 25 nodi di vento e onde belle grosse vicino all’Inghilterra per cercare di rimanere con un angolo migliore verso il passaggio successivo. Qui abbiamo visto che i Maxi, soprattutto Paul Cloarec su Williwaw andavano forte in quell’andatura (bolina larga/traverso) e a un certo punto non li abbiamo più visti quindi credevamo che fossero davanti [in realtà si sono ritirati tutti e sette, ndr]. Dopodiché c’è stato un momento molto incasinato perché dopo aver sbagliato la scelta delle vele, e quindi aver rallentato, il pilota ha fatto un 360 da solo e ci siamo ritrovati con 25 nodi di vento e tutto il materiale legato in coperta che galleggiava!! Poi finalmente è tornato il sole in Irlanda, e ci siamo avvicinati al faro del Fastnet sfruttando in fase le correnti favorevoli. Nella seconda parte della regata abbiamo fatto bene a scegliere di stare più a Sud. Tuttavia abbiamo avuto anche un colpo di fortuna: abbiamo visto questo nuvolone nero sotto il quale non c’era vento e deciso di aggirarlo, facendo quindi molta strada in più, ma questo ha pagato tantissimo perché tutte le barche che ci sono finite sotto si sono fermate”.
Alberto Riva, co-skipper: “E’ stata una regata fenomenale, ma ci siamo resi conto che i Maxi vanno proprio forte. Nel bordo tra Inghilterra e Irlanda nel mar Celtico con quell’andatura al traverso le barche scow vengono premiate tantissimo perché hanno molto più raddrizzamento e hanno un passo invidiabile. Poi c’è la questione del peso. Sia i Maxi che i Vector hanno le prue talmente grosse che bisogna togliere peso da altre parti. Sul Maxi hanno scelto ad esempio di realizzare i pezzi su cui sono incernierate le pale dei timoni in una specie di plastica dura, ma evidentemente hanno sbagliato i conti perché quattro Maxi su dieci in questa regata le hanno rotte; mentre altri tre Maxi hanno piegato il bompresso. Quindi diciamo che queste barche di nuova generazione hanno ancora strada da fare per essere affidabili in ogni condizione”.
Alle ore 8. 02’ 46’’ di oggi, venerdì 27 giugno, dopo circa 145 miglia percorse, il maxi 100’ ARCA SGR timonato dallo skipper triestino Furio Benussi con il Fast and Furio Sailing Team, ha tagliato per primo in tempo reale
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